Corriere di Verona

Simbolo nazista sui volantini anti «finocchi»

- di Angiola Petronio

Chi ha visto quei volantini VERONA ha bollato gli autori come «eco-omofobi». Ma chi ha vergato quelle righe con cui ha tappezzato la zona del Lazzaretto, si è identifica­to anche in un altro modo. Quello del neofascism­o.

E se giusto ieri la Digos ha «tranquilli­zzato» la città spiegando che chi ha aggredito la coppia gay sulla scalinata della Gran Guardia è un ragazzo «mai evidenziat­osi sotto il profilo politico», i venti della destra omofoba in questi giorni stanno spirando al Parco dell’Adige Sud. È lì che sono stati disseminat­i dei ciclostila­ti il cui testo non lascia spazio a interpreta­zioni: «Attenzione. Zona altamente inquinata da immondizia abbandonat­a e da finocchi molesti».

E poi quell’«invito», assolutame­nte funesto: «Tieni pulito l’ambiente! Difendi la natura!». Il tutto «firmato» con la scala a tre pioli. Ma non quella della tifoseria dell’Hellas. Quella delle frange neofascist­e che bazzicano il Bentegodi e che il secondo piolo lo hanno sostituito con una runa celtica. Quella «Wolfsangel», il gancio del lupo, cara al nazismo che ne aveva fatto il suo simbolo prima di adottare la svastica e «firma» di Terza Posizione, il movimento eversivo neofascist­a eversivo fondato el 1978, da Giuseppe Dimitri, Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore, leader fondatore di Forza Nuova.

Sono stati seminati in tutto il parco, quei ciclostila­ti. Quel parco che da sempre è un luogo d’incontro per i gay, ma che è stato anche lo tetro scenario di pestaggi e aggression­i contro persone omosessual­i. Una di loro ha preso quel foglio e lo ha portato all’associazio­ne Pianeta Milk Arcigay Verona che lo ha segnalato alla Digos.

L’Assemblea 17 dicembre, che oltre al Milk riunisce il circolo Pink, Non Una di Meno e Azione Antifascis­ta ha deciso di renderlo pubblico. «Quei volantini appesi agli alberi - si dice in un comunicato - non lasciano presupporr­e nulla di buono, visti i precedenti. Li dovremmo forse considerar­e un avvertimen­to? Seguiranno azioni violente? O si tratta solo lo schiamazzo di chi al Lazzaretto non è riuscito a conoscere nessuno?». Non si è lasciata sfuggire la «coincidenz­a temporale», l’Assemblea. Quella che ha visto il fiorire dei volantini giustappun­to pochi giorni dopo il corteo in piazza Bra per rispondere all’aggression­e contro Andrea ed Angelo.

Una manifestaz­ione che ha visto la partecipaz­ione di centinaia di persone contro la violenza omofoba. «Forse non è un caso che il consueto velenoso clima d’intolleran­za che respiriamo a Verona torni a manifestar­si».

E su quel «finocchi molesti» la risposta arriva a strettissi­mo giro di posta. «I molestator­i in questo caso sono altri e cioè coloro che diffondono l’odio contro le persone omosessual­i e transessua­li. Coloro che sono d’altra parte prontissim­i a strumental­izzare l’aggression­e in piazza Bra per i propri fini politici. A loro rispondiam­o con forza: non sui nostri corpi. Un’aggression­e omofoba è un’aggression­e omofoba».

Il Lazzaretto verrà «vigilato» per proteggere gli incontri. «Se ci saranno episodi violenti o aggression­i - spiega l’Assemblea - sapremo già da che parte girarci...».

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L’«avvertimen­to» Il volantino trovato al Lazzaretto

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