Corriere di Verona

Quelle criticità struttural­i note da 13 anni su Ponte Nuovo

Sistemarlo costa 3,3 milioni, il Comune ne ha solo un terzo. Bertucco: «Basta attese»

- di Alessio Corazza

Quando sabato il VERONA sindaco Sboarina ha chiesto a Salvini un decreto «Salva Ponti», aveva in mente per Verona Ponte Nuovo: criticità struttural­i note dal 2005, la giunta ha dato l’ok al progetto preliminar­e. Ma mancano i soldi.

Verifiche

Un sopralluog­o sulle condizioni di ponte Nuovo negli anni scorsi. Il monitoragg­io è costante

Quando sabato scorso il sindaco di Verona Federico Sboarina ha chiesto al vicepremie­r e ministro dell’Interno Matteo Salvini un decreto «Salva Ponti» che sblocchi parte delle risorse bloccate dal Patto di Stabilità, aveva probabilme­nte un ponte in particolar­e in mente.

Si tratta di Ponte Nuovo che, a dispetto del nome, è piuttosto datato (la struttura attuale risale al 1946) e con una dettagliat­a serie di problemi. Non più tardi del novembre scorso, la giunta comunale ha approvato il progetto preliminar­e per l’«intervento di ripristino statico ed adeguament­o sismico». Il costo totale dei lavori è stimato in 3,3 milioni di euro, che non ci sono se non in minima parte.

Come si evince nella relazione tecnica firmata dal dirigente dell’Edilizia monumental­e Sergio Menon, è dal 2005 (e quindi da 13 anni) che Ponte Nuovo è «oggetto di verifiche e di indagini sperimenta­li per la valutazion­e del grado di sicurezza dell’infrastrut­tura» che, in virtù del suo «degrado struttural­e», ha imposto «l’adozione di limitazion­i dei carichi agenti e di provvedime­nti di restrizion­e alla circolazio­ne degli automezzi», oltre che un continuo e costante monitoragg­io.

Nel 2011, l’Università di Padova ha trasmesso una relazione, firmata dal professor Claudio Modena, che evidenzia come il degrado della struttura sia «dovuto soprattutt­o alla carbonataz­ione del calcestruz­zo e alla corrosione delle barre di armatura in acciaio» e urge di continuare il monitoragg­io. Il contratto, con l’Università, è stato prolungato, almeno fino al 3 marzo 2019.

Non è il caso di suonare allarmismi ingiustifi­cati. Il Ponte Nuovo di Verona nulla ha a che vedere con il viadotto Morandi crollato a Genodefini­tiva va. Ma è chiaro che la situazione non può nemmeno essere sottovalut­ata. L’intervento programmat­o, dell’importo totale di 3,3 milioni, è coperto solo per un terzo. L’1,1 milioni a disposizio­ne del Comune serviranno, in larga parte, per le spese connesse alla redazione del progetto e agli oneri di sicurezza. I lavori veri e propri sono stimati in 2,2 milioni di euro, che sono tutti da reperire. Sboarina evidenteme­nte spera che Salvini possa dare una mano.

Una volta ultimati i lavori, il ponte potrà tornare alla sua piena funzionali­tà, con una configuraz­ione a tre corsie e senza più limitazion­i di carico.

«Benissimo chiedere lo sblocco del patto di stabilità su opere urgenti come la sistemazio­ne di ponti e cavalcavia, ma Ponte Nuovo ha atteso la progettazi­one per 12 anni e i lavori sono previsti non prima del 2019», punge intanto il consiglier­e comunale di Sinistra in Comune Michele Bertucco.

L’ultimo grande intervento su un ponte a Verona è stato quello che ha interessat­o ponte San Francesco, concluso nel 2012. Anche in quel caso, l’importo dei lavori era stato superiore ai tre milioni, con l’«allargamen­to» della circolazio­ne a quattro corsie, oltre alla messa in sicurezza del manufatto.

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