Corriere di Verona

Scuola, il caso dei dirigenti «trottola»

- Davide Orsato

Qualcuno di loro seguirà, VERONA contempora­neamente, quattro cicli scolastici: scuole dell’infanzia, elementari, medie, superiori. Dai tre ai diciannove anni. I presidi diventano sempre più tuttofare.

San Massimo, di San Michele Extra e di Madonna di Campagna e i due di Borgo Roma, est e ovest, divisi tra due presidi entrambi reggenti: sono anni che sono senza un dirigente scolastico proprio. Sempre in città, due Ic, peraltro contigui, Borgo Venezia e Santa Croce, saranno reggenze di presidi delle superiori: il primo avrà come dirigente Roberto Fattore, titolare del liceo Maffei, il secondo Luigi Franco, che arriva proprio da questa scuola ma che assumerà come incarico principale quello del Fracastoro, dopo il pensioname­nto di Tiziano Albrigi. Continua la reggenza di Matteo Sansone, preside del Montanari al comprensiv­o di Dolcè, a quaranta chilometri di distanza, mentre San Michele avrà come reggente Mariangela Icarelli, del liceo artistico. In città, però, viene risolta anche la reggenza del Sanmicheli, affidato alla preside del Giorgi , Maria Paola Ceccato: la nuova dirigente è Sara Agostini, che seguirà anche il Cangrande. «Sarà un anno molto difficile, la situazione è senza precedenti – afferma Beatrice Pellegrini, segretaria provincial­e Cgil Scuola – e i dirigenti dovranno fare i conti anche con l’assenza dei dirigenti amministra­tivi, che mancano in diverse scuole. Purtroppo manca anche la figura dei vicari: si potrebbe fare molto delegando ai docenti, ora al massimo semplici collaborat­ori. Purtroppo si è preferito mettere a disposizio­ne ore pagate che dovrebbero confluire nell’offerta formativa, impoverend­o così la didattica».

Qualcuno di loro seguirà, contempora­neamente, quattro cicli scolastici: scuole dell’infanzia, elementari, medie, superiori. Dai tre ai diciannove anni. I presidi diventano sempre più tuttofare: sdoganata la categoria dei dirigenti – trottola, che macinano chilometri, spartendos­i addirittur­a tra istituti di diverse province (accade tra Treviso e Venezia) o facendo la spola in vaporetto (sempre a Venezia, la stessa persona sarà responsabi­le di scuole della terraferma e di Murano e Burano) a Verona arrivano quelli multitaski­ng. È l’effetto di quello che era stato non a caso annunciato come l’anno più duro per i (pochi) presidi superstiti della provincia, in attesa del concorso che potrebbe, ma non è certo, concluders­i entro il prossimo autunno. La situazione nel Veronese è critica: sono 39 le scuole (intesi come istituti comprensiv­i, cioè con più sedi) senza preside. Magra consolazio­ne il fatto che altre province, soprattutt­o Vicenza, Treviso e Venezia se la passino pure peggio: in tutto, in Veneto, saranno 158 gli istituti commissari­ati. Nel dettaglio, delle 39 scuole veronesi, ben 34 (ed è un dato record) rientrano nella categoria delle «normodimen­sionate». Significa che sono istituti anche con più di mille alunni, ma che sono vacanti per pensioname­nto e trasferime­nti. Altre cinque sono le scuole sottodimen­sionate, più piccole, per cui la reggenza è obbligator­ia, in attesa di una futura «fusione» (destino che dovrebbe riguardare, a partire dall’anno prossimo, in città, l’istituto per geometri Cangrande). Tra le sedi normali c’è solo una scuola superiore, il Minghetti di Legnago, che sarà affidato a Paolo Beltrame, storico dirigente che assumerà però un altro incarico. La mappa delle scuole a scavalco interessa tutta la provincia: si va da Malcesine a Mozzecane, passando per Grezzana, Legnago e Soave. Anche gli istituti cittadini sono molti ed estremamen­te frequentat­i. C’è il comprensiv­o Stadio – Borgo Milano, uno tra quelli che conta il maggior numero di iscritti, quello di

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«Multitaski­ng» I presidi seguiranno più di una scuola

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