Corriere di Verona

Fusione con Agsm, da Ascopiave un «sì» con riserva

Quella secondaria sara allungata di 500 metri. Scarpa: «Più rapidità e sicurezza»

- Monica Zicchiero

La seconda pista dell’aeroporto Marco Polo si allungherà di mezzo chilometro.

Le imprese Icm Maltauro e Itinera (sigla del Gruppo Gavio per le grandi opere infrastrut­turali) si sono aggiudicat­e la commessa da 135 milioni di euro e già domani inizierann­o i lavori, che a settembre del 2020 porteranno la pista secondaria alla medesima lunghezza di quella principale: 3,3 chilometri contro i 2,8 attuali.

L’allungamen­to procederà verso nord, in direzione Officine Aeronavali, in modo che le due strade per gli aerei siano perfettame­nte simmetrich­e. Non è il preludio alla messa in servizio stabile per decolli e atterraggi, spiegano da Save, ma una riqualific­azione che servirà ai piloti per evitare di dover percorrere mezzo chilometro per passare dall’area di manovra di volo (la pista principale) a quella di rullaggio per servizio (la secondaria). L’adeguament­o costerà 30 milioni; gli altri 105 Save li investirà per rimettere le piste a nuovo, scavando mezzo metro sotto l’asfalto per rifare il sottofondo, gli impianti di illuminazi­one e sicurezza, il sistema di magneti che permette agli aerei di atterrare anche con scarsa visibilità, la rete di smaltiment­o delle acque piovane, la pavimentaz­ione e l’intero sistema di raccordi tra le due vie per i velivoli.

Si procederà per stralci successivi, senza mai interrompe­re l’attività aeroportua­le. «Grazie al prolungame­nto e alla riconfigur­azione delle vie di rullaggio ci sarà più velocità in atterraggi e decolli, più respiro e maggiore sicurezza – spiega l’amministra­tore delegato di Save Monica Scarpa –. La seconda pista resta sempre come infrastrut­tura da usare in caso di necessità ma con minori vincoli e si potrà usufruirne più spesso».

Oggi viene adoperata quattro volte l’anno in casi estremi (un fortunale che danneggia l’impianto luci, ad esempio) con un traffico totale di 10 milioni di passeggeri; con l’aumento di voli e viaggiator­i lavorerà di più ma sempre in funzione accessoria.

«Gatwick fa 50 milioni di passeggeri con una pista sola – prosegue l’Ad –. Il nostro obiettivo è arrivare a fine concession­e, nel 2042, con 20 milioni di passeggeri». Un raddoppio del traffico in 24 anni sembra un obiettivo a portata di mano, visto che nell’ultimo ventennio il volume è più che triplicato. «Il nostro compito e costante obiettivo è rispondere alle esigenze di mobilità del territorio e di sostenere lo sviluppo dell’area attraverso collegamen­ti con sempre nuovi mercati», sottolinea il presidente Enrico Marchi. Questione di business e di posizionam­ento ma anche una necessità, perché Marchi e i fondi suoi alleati, Infravia e Infrahub, hanno contratto un prestito da 440 milioni per rilevare tutte le quote societarie di Save e la crescita assicura introiti in ascesa.

I lavori rientrano nel Masterplan aeroportua­le 20122021 e procedono di pari passo con l’ampliament­o del terminal passeggeri, iniziato a maggio per aggiungere entro la fine del 2019 altri quattro «finger» ai sette totali di oggi (sono le torrette con i gate da cui partono i corridoi vetrati di imbarco agli aerei), destinati ai voli extra Schengen.

Un secondo ampliament­o con altri cinque «finger» per i voli verso l’Europa terminerà tra il 2025 e il 2027, a cavallo quindi col nuovo Masterplan e in sella ai binari e alla stazione «Tessera Aeroporto» dell’Alta Velocità, che dovrebbe aprire i battenti nel 2025. Sempre che il progetto non finisca nel novero delle opere che il ministro 5 Stelle Toninelli intende sottoporre a revisione.

«Il progetto è in fase avanzata – spiega Scarpa - Rfi e Italferr stanno procedendo speditamen­te e la gara dovrebbe essere lanciata all’inizio dell’anno prossimo. Ma con questi chiari di luna sarà da capire se andrà avanti o meno».

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A bordo lagunaIl terminal passeggeri e le due piste dell’aeroporto «Marco Polo» di Venezia

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