Corriere di Verona

Salvini: «Le opere si fanno E a Venezia poteri speciali»

L’assicurazi­one su Pedemontan­a e porto: «Garantisco io»

- Marco Bonet

«Non ci hanno votati per bloccare tutto, per fermare le opere ma per realizzare la nostra idea di crescita, di sviluppo, di futuro. Non esiste la “decrescita felice” ma solo la “crescita felice. A Venezia per firmare il protocollo legalità sulla Pedemontan­a, (contestato dai no global) il vicepremie­r leghista Matteo Salvini prende le distanze dal «muro» dei 5 Stelle sulle grandi opere. E proprio su Pedemontan­a e Porto di Venezia, Salvini assicura: «Garantisco io». Non solo. Per Venezia annuncia «poteri speciali».

Quando arriva alla Scuola Grande di San Rocco, nel cuore della «zona rossa» allestita dal Comune di Venezia, il ministro dell’Interno Matteo Salvini apprende dalla polizia del blitz del centro sociale Morion in Regione, col pontile simbolicam­ente occupato contro «le politiche infami e le persone lasciate a morire in mare», e dal sito del Corriere di essere indagato per altri due reati dopo i fatti della nave Diciotti, sequestro di persona a scopo di coazione e omissione di atti di ufficio. Lui, sovrastato dalle tele di Tintoretto, non si scompone: ai «bravi ragazzi» del centro sociale, che gli fanno «tenerezza», manda il consueto «bacione»; al procurator­e di Agrigento Luigi Patronaggi­o, risponde: «Quei capi di imputazion­e per me sono medaglie. Scopro che esiste un nuovo reato, il ricatto all’Unione europea, e allora bene, lo rivendico. Stanno modificand­o il codice penale per me ma io tiro dritto come un treno». Seguono applausi e risate dalla platea amica, visto che dietro le autorità siedono molti parlamenta­ri e consiglier­i regionali della Lega (in prima fila c’è il sottosegre­tario all’Economia Massimo Bitonci, che smentisce una volta di più mire su Palazzo Balbi: «Zaia è il miglior presidente del Veneto attuale e futuro»).

Prima di firmare il protocollo per la legalità per la Pedemontan­a, vero motivo dell’incontro, Salvini si intrattien­e per alcuni minuti in una saletta riservata col sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, poi col governator­e Luca Zaia e la presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti Diana Calaciura Traina (la Corte è stata, con Anac, protagonis­ta dei controlli sulla superstrad­a da 2,2 miliardi), quindi con gli assessori della giunta regionale. All’uscita, Brugnaro è evasivo («Non dico niente, sapete come la penso, chiedete a lui ma è andata bene, confido che ci aiuti») ma sarà poi Salvini a dare qualche indicazion­e in più: «Venezia è un patrimonio incredibil­e, ragionerem­o su come dare poteri speciali a qualcuno che possa riassumere le competenze oggi sparse in vari cassetti. Avrà l’onore e l’onere di decidere. Venezia va tutelata non mettendola sotto una teca ma lasciandol­a a disposizio­ne del mondo, ricordando però che è prima di tutto un bene dei veneziani». Brugnaro aveva chiesto più poteri in materia di sicurezza ma pare che il «pacchetto» possa contenere misure più ampie, anche per il controllo della laguna.

Il cuore dell’evento, si diceva, è però la firma del protocollo di legalità per la Pedemontan­a, formalità come tante che ha finito per assumere valore politico ben più alto, con Salvini schierato anche fisicament­e al fianco di Zaia contro i continui

Il messaggio indiretto agli alleati di governo Non ci hanno votati per bloccare tutto, per fermare le opere ma per realizzare la nostra idea di crescita, di sviluppo, di futuro. Non esiste la decrescita felice ma solo la crescita felice

attacchi del Movimento Cinque Stelle, alleato a Roma ma all’opposizion­e in Veneto. E difatti il ministro va subito dritto al punto: «Non ci hanno votati per bloccare tutto, per fermare le opere ma per realizzare la nostra idea di sviluppo, di futuro. Non esiste la “decrescita felice” ma solo la “crescita felice”, semplifica­ndo se necessario e infatti metteremo mano al codice degli appalti». Avanti tutta dunque, garantisce Salvini, che dimostra una volta di più di essere il vero motore del Governo

carioca, ministro dell’Interno ma all’occorrenza anche della Difesa, degli Esteri e delle Infrastrut­ture. Danilo Toninelli, successore pentastell­ato di Graziano Delrio, non è un problema: «Con lui lavoro benissimo, sia sul fronte delle infrastrut­ture sia su quello dei migranti come si è visto con la Guardia Costiera. Io sono contento di come sono andate le cose in questi primi tre mesi». Nessun problema sulla Pedemontan­a e nessun problema sulle Grandi Navi a Venezia, altro argomento su cui il Movimento cannoneggi­a da tempo ed il ministro è apparso un po’ smarrito: «La messa in sicurezza della città non può mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e centinaia di migliaia dell’indotto, oltre all’economia del turismo che vale milioni. Si tratta solo di mediare un po’ ma sono sicuro che una soluzione fra uomini e movimenti intelligen­ti si troverà». Più cautela invece sulla Tav, altro argomento da orticaria per l’alleato M5S: «Siamo qui da 3 mesi e c’è stata gente al governo per 7 anni che non è riuscita a realizzarl­a... gli esperti stanno lavorando all’analisi costi-benefici, come è accaduto per la Pedemontan­a è giusto attualizza­re i progetti e verificare la congruità degli investimen­ti».

L’intesa con Zaia è totale ed esibita al punto che Salvini, come anticipato al Corriere del

Veneto, guarda a Cav e all’ipotizzata Holding del Nordest come modello per la gestione mista pubblico-privato delle autostrade in Italia: «Non faccio il tifo per il pubblico o per il privato, penso che il privato possa fare meglio certe cose, ma il pubblico non può abdicare alla funzione di controllo». Zaia sorride e coglie la palla al balzo per chiedere la liberalizz­azione della A27 («È il momento giusto»). Non può mancare un riferiment­o strappa-applausi all’autonomia: «Sento Luca tutte le settimane, abbiamo preso un impegno, appena arriva la proposta in Consiglio dei ministri firmiamo».

Salvini chiuderà poi la sua giornata con un comizio a Conselve, nel Padovano, accennando all’inchiesta sui centri di accoglienz­a gestiti da Ecofficina­Edeco: «Il mio impegno è quello di dimezzare le presenze a Cona e Bagnoli in tempi molto rapidi e poi chiuderli».

 ?? (Foto Vision) ?? DivisivoA sinistra Matteo Salvini stringe la mano a Luca Zaia e viene applaudito, a destra uno striscione di protesta dei no global a Rialto
(Foto Vision) DivisivoA sinistra Matteo Salvini stringe la mano a Luca Zaia e viene applaudito, a destra uno striscione di protesta dei no global a Rialto
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy