Disabili, giochi e un percorso in città
Fondazione Barbieri regala sei altalene e interventi in centro per i portatori di handicap
Sei altalene «per tutti» in altrettanti parco giochi della città. Ma anche una lunga serie di interventi (46 quelli portati a termine) che eliminano delle barriere architettoniche in centro storico. Ne risulta un lungo percorso «carrozzina friendly» che si snoda da corso Porta Nuova fino al Teatro Romano, includendo anche corso Cavour e corso Porta Borsari, via Stella, via Cappello e lungadige Re Teodorico. È l’operato della Fondazione Barbieri.
Il ciambellone blu ha debuttato da poco al parco giochi dell’Arsenale, ma è una giostra già molto amata. Un’altalena «collettiva», i bambini ci salgono su a gruppi di quattro o cinque. Pochi sanno che è stata concepita, assieme a quella a fianco, che ha l’aspetto di un seggiolino da bici, solo più grande, per disabili. E, comunque, nessuno si pone il problema. Era proprio questo, del resto, l’obiettivo di «Giochi inclusivi», il progetto portato avanti, di soppiatto, senza sponsorizzazioni né inaugurazioni dalla Fondazione Barbieri, istituita negli anni ’90 da alcuni consiglieri di allora della provincia di Verona, grazie ad un lascito testamentario. Le giostre «per tutti» sono arrivate in sei parchi della città: oltre all’Arsenale, in quello di via Nievo, al giardino Raggio di Sole, in via Anti a San Michele Extra, al parco Quadrifoglio di San Massimo e in quello interno all’azienda ospedaliera.
«Abbiamo escluso fin da subito – spiega Alberto Fenzi, presidente della Fondazione Barbieri – di installare le altalene per le carrozzine: delle grosse pedane che, oltre ad essere pericolose per i bambini che ci giocano attorno, rischiano anche di avere un effetto discriminante. Sarebbero, infatti, riservate esclusivamente ai disabili. Queste invece sono fruibili con l’aiuto di un accompagnatore e sostengono il corpo in assoluta sicurezza».
Ma questa è solo un lato della doppia operazione portata avanti dalla Barbieri. Quello più simbolico. L’altro, meno visibile, ma che potrà essere d’aiuto a più persone, è composto da una lunga serie di piccoli interventi (46 quelli portati a termine) che eliminano delle barriere architettoniche poste nel centro storico. Ne risulta un lungo percorso «carrozzina friendly» che si snoda da corso Porta Nuova fino al Teatro Romano, includendo anche corso Cavour e corso Porta Borsari, via Stella, via Cappello e lungadige Re Teodorico sul lato sinistro dell’Adige.
Si va dal rifacimento dell’accesso pedonale (prima un ciottolato) alla tomba di Giulietta, alla pedana, in marmo e praticamente invisibile, che permette di entrare a Sant’Anastasia. Una serie di accorgimenti, un gradino che sparisce di là, una buca in un marciapiede che viene rattoppata di qua, che fanno la differenza per chi non può muoversi sulle proprie gambe. «Il grosso del progetto – avverte Fenzi – è stato portato avanti nel corso del 2017, in collaborazione con il Comune e con la prima circoscrizione. Per alcuni monumenti, tra cui il Romano, ma anche la basilica di San Zeno, abbiamo concordato con la Sopritendenza di realizzare altre pedane. Siamo certi che arriverà una risposta affermativa, ma la procedura richiede i suoi tempi».
La Fondazione ha realizzato anche una bozza di mappa con il percorso, con la speranza che possa venire stampata o magari diffusa online, collegandola a qualche app.
C’è anche una novità culturale: la pubblicazione di due libri che rendono omaggio alla figura di Cangrande (la biografia di Hans Spangenberg, finora mai tradotta in Italiano) e gli Statuti del 1327 (una sorta di Magna Charta promulgata dal Della Scala) il cui ricavato sarà utilizzato per altri progetti sociali.