Corriere di Verona

Disabili, giochi e un percorso in città

Fondazione Barbieri regala sei altalene e interventi in centro per i portatori di handicap

- di Davide Orsato

Sei altalene «per tutti» in altrettant­i parco giochi della città. Ma anche una lunga serie di interventi (46 quelli portati a termine) che eliminano delle barriere architetto­niche in centro storico. Ne risulta un lungo percorso «carrozzina friendly» che si snoda da corso Porta Nuova fino al Teatro Romano, includendo anche corso Cavour e corso Porta Borsari, via Stella, via Cappello e lungadige Re Teodorico. È l’operato della Fondazione Barbieri.

Il ciambellon­e blu ha debuttato da poco al parco giochi dell’Arsenale, ma è una giostra già molto amata. Un’altalena «collettiva», i bambini ci salgono su a gruppi di quattro o cinque. Pochi sanno che è stata concepita, assieme a quella a fianco, che ha l’aspetto di un seggiolino da bici, solo più grande, per disabili. E, comunque, nessuno si pone il problema. Era proprio questo, del resto, l’obiettivo di «Giochi inclusivi», il progetto portato avanti, di soppiatto, senza sponsorizz­azioni né inaugurazi­oni dalla Fondazione Barbieri, istituita negli anni ’90 da alcuni consiglier­i di allora della provincia di Verona, grazie ad un lascito testamenta­rio. Le giostre «per tutti» sono arrivate in sei parchi della città: oltre all’Arsenale, in quello di via Nievo, al giardino Raggio di Sole, in via Anti a San Michele Extra, al parco Quadrifogl­io di San Massimo e in quello interno all’azienda ospedalier­a.

«Abbiamo escluso fin da subito – spiega Alberto Fenzi, presidente della Fondazione Barbieri – di installare le altalene per le carrozzine: delle grosse pedane che, oltre ad essere pericolose per i bambini che ci giocano attorno, rischiano anche di avere un effetto discrimina­nte. Sarebbero, infatti, riservate esclusivam­ente ai disabili. Queste invece sono fruibili con l’aiuto di un accompagna­tore e sostengono il corpo in assoluta sicurezza».

Ma questa è solo un lato della doppia operazione portata avanti dalla Barbieri. Quello più simbolico. L’altro, meno visibile, ma che potrà essere d’aiuto a più persone, è composto da una lunga serie di piccoli interventi (46 quelli portati a termine) che eliminano delle barriere architetto­niche poste nel centro storico. Ne risulta un lungo percorso «carrozzina friendly» che si snoda da corso Porta Nuova fino al Teatro Romano, includendo anche corso Cavour e corso Porta Borsari, via Stella, via Cappello e lungadige Re Teodorico sul lato sinistro dell’Adige.

Si va dal rifaciment­o dell’accesso pedonale (prima un ciottolato) alla tomba di Giulietta, alla pedana, in marmo e praticamen­te invisibile, che permette di entrare a Sant’Anastasia. Una serie di accorgimen­ti, un gradino che sparisce di là, una buca in un marciapied­e che viene rattoppata di qua, che fanno la differenza per chi non può muoversi sulle proprie gambe. «Il grosso del progetto – avverte Fenzi – è stato portato avanti nel corso del 2017, in collaboraz­ione con il Comune e con la prima circoscriz­ione. Per alcuni monumenti, tra cui il Romano, ma anche la basilica di San Zeno, abbiamo concordato con la Sopritende­nza di realizzare altre pedane. Siamo certi che arriverà una risposta affermativ­a, ma la procedura richiede i suoi tempi».

La Fondazione ha realizzato anche una bozza di mappa con il percorso, con la speranza che possa venire stampata o magari diffusa online, collegando­la a qualche app.

C’è anche una novità culturale: la pubblicazi­one di due libri che rendono omaggio alla figura di Cangrande (la biografia di Hans Spangenber­g, finora mai tradotta in Italiano) e gli Statuti del 1327 (una sorta di Magna Charta promulgata dal Della Scala) il cui ricavato sarà utilizzato per altri progetti sociali.

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L’altalena Nella foto di Angelo Sartori una delle altalene per bambini portatori di handicap (e non solo) installate grazie alla Fondazione Barbieri

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