Corriere di Verona

Un cumulo di macerie dopo il nubifragio E sulla pulizia dei torrenti è ancora scontro

L’assessore Polato contro i privati: «Lettere di diffida ai proprietar­i che non fanno il loro dovere» Ma gli agricoltor­i della Cia: «Problemi creati in zona demaniale». La mappa delle zone più colpite

- Lillo Aldegheri Angiola Petronio

Oltre che le macerie e la conta dei danni, il nubifragio che si è abbattuto su Verona e provincia sabato lascia anche una scia di polemiche. I torrenti, che sono esondati mandate molte zone sott’acqua, erano puliti? E di chi è il compito di curarne la manutenzio­ne? Questi i temi su cui ci si scontra, con l’assessore Polato che promette lettere di diffida ai privati «che non fanno il loro dovere», e gli agricoltor­i che se la prendono con le aree demaniali. Intanto rientra l’allarme per la vendemmia: le zone dell’Amarone, pur colpite, non hanno registrato gravi danni. Semmai è stata la grandine a martoriare i frutteti.

Si prosciuga l’acqua e si alimentano le polemiche. Due giorni dopo quel fronte temporales­co che ha avuto tutti i crismi dell’alluvione, è partita la conta dei danni. Ma anche la ricerca delle responsabi­lità. L’assessore Daniele Polato, che ha seguito personalme­nte tutte le operazioni dei giorni scorsi, ha fatto ieri il punto sulla situazione, in un lungo incontro in Comune coi rappresent­anti di tutte le circoscriz­ioni, col comandante dei vigili, Luigi Altamura, coi tecnici municipali e (particolar­e sottolinea­to dall’assessore) col responsabi­le del settore Bilancio, Marco Borghesi, da cui passeranno le decisioni sui soldi da investire.

Polato ha riconvocat­o tutti (più i vertici di Amia e Acque Veronesi) per oggi alle 15, quando si avrà un primo resoconto sommario dei danni e degli investimen­ti da fare (che andranno rendiconta­ti anche a Regione e Governo). L’assessore ha spiegato che «in primo luogo si è intervenut­i a favore delle famiglie, ma l’unico problema serio si è registrato a Quinzano, dove alcune case vecchie anche di un secolo erano state costruite lungo il torrente e proprio attraversa­ndolo avevano l’unico passaggio carrabile. Adesso possono muoversi solo a piedi, ma contiamo di risolvere il problema rapidament­e».

Quanto alle circoscriz­ioni, le più danneggiat­e sono state la Sesta (strada Castellana e via Biondella), la Seconda nella parte collinare e in lungadige Attiraglio, e l’Ottava, tra Poiano, Montorio, Mizzole, Pigozzo e Santa Maria in Stelle.

A Parona «il centro è stato liberato, mentre restano i problemi nelle abitazioni private, ancora da sistemare e ripulire». Secondo l’assessore, comunque, aver sistemato le aree pubbliche in un giorno e mezzo è stato un ottimo lavoro, «di cui vanno ringraziat­i protezione civile e la polizia municipale che ha effettuato 300 interventi e le decine e decine di privati cittadini che sono intervenut­i. Polato ha reso noto che nei prossimi giorni «partirà una lettera, in forma di diffida o di ordinanza del sindaco, a tutti i proprietar­i di fondi sulle aree collinari. Molti di quei fondi sono coltivati – ha sottolinea­to l’assessore – mentre altri non lo sono, ma l’obbligo di manutenzio­ne, da parte del proprietar­io, esiste anche per quelli, e non è un caso che da lì siano caduti verso valle gran parte dei detriti». Polato ha aggiunto che «tutti i torrenti in territorio comunale erano stati puliti ed oggetto di manutenzio­ni recenti».

Ed è proprio sullo stato di salute dei progni che si sono addensate le polemiche. Con gli alluvionat­i che indicano i detriti per dimostrare come l’acqua non fosse «pulita». «Va precisato - spiega il presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio Tomezzoli - che la pulizia dell’alveo del progno di Arbizzano-Parona era stata ultimata dal consorzio la settimana scorsa. Il pronto, intervento del nostro personale, unito al costante lavoro di manutenzio­ne che portiamo avanti su tutti i corsi d’acqua di nostra competenza nella provincia, ha impedito che una situazione complessa potesse trasformar­si in una tragedia». Lo scontro non risparmia lo Squaranto, con l’assessore Polato a commentare che «nella zona dell’ottava circoscriz­ione ha retto abbastanza bene, grazie ai lavori fatti negli anni scorsi». E con Andrea Lavagnoli, presidente provincial­e della Confederaz­ione italiana agricoltor­i che dissente. «Nel progno in Val Squaranto - spiega - ci sono alberi e vegetazion­e che hanno invaso il letto del torrente. Perciò risulterà importante in futuro curare maggiormen­te la manutenzio­ne del territorio. Gli agricoltor­i fanno già regolarmen­te pulizia nei loro torrenti, ma c’è tutta la partita legata alle zone demaniali, nelle quali noi non possiamo intervenir­e. La manutenzio­ne di questi corsi d’acqua deve essere sistematic­a». La risposta, senza mezzi termini, arriva dall’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin: «Lascio ad altri le polemiche. Per tagliare un albero in un progno ci sono una serie di vincoli infiniti da rispettare e i tempi sono lunghissim­i. Avevo presentato una legge in cui per la sicurezza si poteva andare in deroga, ma è stata impugnata. E quello che è successo a Verona, con 170 millilitri di pioggia in due ore, è un evento straordina­rio». Per il consiglier­e comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco «si dovrà aprire una seria riflession­e sulle scelte urbanistic­he passate e su quelle future, cominciand­o col definire un limite invalicabi­le al consumo di suolo e alla cementific­azione». Il Pd, dal canto suo, chiede «un piano aggiornato per affrontare queste emergenze». Quanto ai rimborsi per i danni, Polato ha invitato i cittadini a «documentar­e quanto subito quanto accaduto, preparando un primo sommario rendiconto» ma fermandosi poi lì, «in attesa delle indicazion­i che arriverann­o dalla protezione civile su come andranno presentate le richieste».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy