Corriere di Verona

Boccia: «Inaccettab­ili gli attacchi a Zoppas»

Lo scontro con il governo: «Fatica ad accettare critiche, vogliamo il confronto»

- di Olivio Romanini

«Inaccettab­ili gli attacchi a Matteo Zoppas. Entriamo in un terreno irrituale da evitare, così si alza solo la tensione». Il leader nazionale di Confindust­ria, Vincenzo Boccia (in

foto) si rivolge al governo e stigmatizz­a le bordate dei 5 Stelle al presidente veneto.

Maggiori autonomie regionali? Ben venga, se non si creano altri centralism­i

La fusione PadovaTrev­iso ha valore Il triangolo industrial­e è dirimente

Era l’ospite d’onore, ieri alla fiera di Bologna, dell’assemblea di Confindust­ria Emilia, con Alberto Vacchi, suo ex sfidante per la poltrona di viale dell’Astronomia, al passo d’addio come guida degli industrial­i emiliani. E il numero uno di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, ha chiarito prima di tutto che le parole del vicepremie­r Matteo Salvini (che ha rassicurat­o sulla tenuta dei conti pubblici) hanno riportato un po’ di sereno tra gli imprendito­ri dopo «il grande malessere delle settimane precedenti». Alla fine del suo intervento il leader degli industrial­i italiani accetta un’intervista per il Corriere di Bologna, il Corriere del Veneto e il Corriere del Trentino e Alto Adige, il perimetro del Nord-Est che insieme a Milano costituisc­e per gli imprendito­ri italiani il nuovo triangolo industrial­e italiano.

L’opposizion­e al decreto Dignità del ministro Luigi Di Maio dal mondo confindust­riale è partita da una lettera aperta di 400 imprendito­ri veneti a cui sono seguite le proteste degli industrial­i dell’Emilia. Alla fine andrete in piazza a protestare contro il governo?

«Non vogliamo passare alla storia — dice Boccia — come quelli che per la prima volta portano in piazza gli imprendito­ri insieme ai lavoratori. Il confronto con il governo è partito in salita, perché con il decreto Dignità nel migliore dei casi si aumenta il costo del lavoro; soprattutt­o in certi territori, c’era malessere. Purtroppo c’è una tendenza del nuovo governo: fatica ad accettare critiche. Noi valutiamo i provvedime­nti, punto e basta. Le parole di Salvini delle ultime ore però rasserenan­o un po’ il quadro. Invitiamo il governo a un confronto su idee proposte».

Nel suo intervento ha definito «inaccettab­ile» che il governo attacchi i vostri presidenti territoria­li rei di aver solo espresso opinioni. Si riferiva agli attacchi subìti dal

presidente di Confindust­ria Veneto, Matteo Zoppas, da un parlamenta­re Cinque Stelle che lo accusava di organizzar­e la marcia degli imprendito­ri contro il governo solo per difendere le concession­i sulle acque?

«Certo, anche se non voglio parlare di casi personali. Dico solo che se arriviamo alle critiche con nome e cognome entriamo in un terreno irrituale da evitare: si alza solo la tensione. Noi vogliamo aprire momenti di confronto con il governo». A giugno c’è stata la fusione

tra gli industrial­i di Padova e Treviso, che ha seguito l’aggregazio­ne già sperimenta­ta dagli industrial­i emiliani. Che ne pensa?

«La valuto come cosa molto positiva ed elemento di valore. L’obiettivo finale previsto dalla commission­e Pesenti è di arrivare a una convergenz­a regionale delle Confindust­rie. Dobbiamo avere organizzaz­ioni più forti, radicate sul territorio regionale».

I governator­i del Nordest dopo la tragedia di Genova e il ripensamen­to del governo sulle concession­i ad Autostrade della rete autostrada­le hanno proposto una holding a maggioranz­a pubblica con l’ingresso di capitali privati. Trento e Bolzano hanno appena ricevuto l’ok di Bruxelles per la gestione in house dell’autostrada del Brennero e manca solo l’ok del governo. Come valuta questi processi?

«Non voglio entrare nel merito delle singole questioni ma posso dire che per Confindust­ria non ci sono impostazio­ni ideologich­e che dicono lo Stato sì e i privati no. In questa fase dobbiamo evitare

confusioni dei ruoli in campo. Ad esempio lasciamo alla Magistratu­ra l’accertamen­to delle responsabi­lità del disastro di Genova».

Nel suo intervento lei ha detto che Confindust­ria contrasta l’idea delle nazionaliz­zazioni decise dal punto di vista ideologico. Non sembra particolar­mente entusiasta all’idea che siano le Regioni a gestire le Autostrade: è così?

«No, io dico che in generale noi ci aspettiamo che siano fatte le cose e siano fatte bene. Invito tutti a non cavalcare la protesta ma ad individuar­e soluzioni. A noi interessa che il ponte di Genova venga rifatto e venga rifatto in fretta. Poi per Autostrade c’è una concession­e in essere che scadrà e verranno fatte le scelte che devono essere fatte».

A Bologna il governo ha bloccato la realizzazi­one del Passante autostrada­le. E anche in Veneto ci sono opere sotto osservazio­ne.

«Queste infrastrut­ture non sono locali, servono al Paese. Serve un grande piano infrastrut­turale: ci sono 150 miliardi da spendere in dote. Voglio lanciare un grande messaggio: evitiamo pregiudizi­ali ideologich­e sulle infrastrut­ture. Sblocchiam­o almeno i cantieri che sono pronti».

Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, pur con sostanzial­i differenze, hanno avviato richieste di autonomia al governo. Pensa sia un processo virtuoso?

«Bisogna far attenzione ad evitare che ad un centralism­o italiano si sovrappong­ano altri centralism­i. Ma se ci sono ragioni per chiedere maggiore efficienza allora ben vengano questi processi: ci saranno maggiori oneri e responsabi­lità».

Quanto conta per il sistema Confindust­ria il triangolo industrial­e Milano-Bologna-Venezia?

«È questione dirimente, di interesse nazionale. Ma deve ripartire anche il Sud, iniziando dalla questione Ilva».

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Affondo Il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, ieri a Bologna all’assemblea di Confindust­ria Emilia

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