Elettrodomestici e mobilia «Niente rimborso ai cittadini»
Summit dei sindaci in Provincia e prime cattive notizie: no a risarcimenti di mobili ed elettrodomestici
Summit dei sindaci VERONA dei Comuni colpiti dal nubi- fragio, ieri, in Provincia. I tec- nici regionali hanno spiegato come compilare i moduli per i rimborsi. La brutta notizia, per i privati, è proprio questa: niente soldi per elettrodomestici e mobili. Le auto? Solo se demolite. E si attenderà due anni.
Primo ostacolo: tornare nei propri territori e affrontare il popolo arrabbiato per riferire che elettrodomestici e suppellettili non saranno rimborsabili. Secondo ostacolo: superare la burocrazia e lottare contro il tempo per cercare di ottenere più fondi possibili, secondo quanto previsto dalla legge, per quanto è stato danneggiato dall’ultima follia meteo. Non è stata facile, ieri, la prima riunione dei sindaci dei 16 Comuni colpiti dal maltempo, in Provincia. Due ore di domande, sfoghi e riflessioni, intrecciate alle maglie complesse - delle procedure da osservare per lo Stato di crisi delle zone colpite dal nubifragio. Protagonista di una sorta di «uno contro tutti» Roberto Taranta, funzionario regionale per il censimento danni e agibilità: il suo intervento è stato all’insegna della praticità, senza giri di parole.
«Sia chiaro, per i rimborsi parliamo di una tempistica di circa due anni - ha chiarito -; al momento si stanno liquidando domande inerenti al 2015, 2016 per capirci». Ma la doccia fredda, per i tanti che non lo sanno, arriva nei contenuti: fuori dal «pacchetto crisi» tutti i danni del mobilio e quelli legati all’agricoltura e alle aziende vitivinicole, che dovranno fare riferimento all’Avepa, con apposita domanda separata. Le auto sono comprese, ma solo se demolite. Tutti i lavori di questi giorni, invece, dovranno essere certificati come «spese sostenute per l’emergenza». Ma le complicazioni, per i primi cittadini, ieri, sul tavolo, sono state tante. Presenti in massa, con i loro assessori o i loro tecnici, le amministrazioni convocate in via delle Franceschine (Belfiore, Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Monteforte d’Alpone, Negrar, Roverè Veronese, San Giovanni Luptoto, San Martino Buon Albergo, San Pietro In Cariano, Soave, Verona e Zevio) hanno manifestato, a più riprese, diverse insofferenze.
«Dovete sforzarvi di contestualizzare il più possibile le cifre - è stato il primo monito di Taranta -: lo so che al momento sembrano richieste folli, ma cercheremo insieme di rendere tutto più semplice». Primo step: appena i Comuni danneggiati riceveranno la mail da Venezia (nelle prossime ore), avranno una settimana per stilare una prima somma dei danni, poi altri 30 giorni per una conta più dettagliata. A tal proposito, si è deciso di dar vita ad un coordinamento per uniformare le iniziative. Il consiglio della Regione, in questa fase ancora «calda», è quello di istituire un punto di riferimento tangibile, nei vari municipi locali, per aiutare i cittadini nella compilazione dei moduli (nome, cognome, codice fiscale e conta dei danni; più avanti si chiederanno i dettagli).
«Noi abbiamo istituito un numero di emergenza e in poche ore siamo arrivati a 150 chiamate - racconta il sindaco di Negrar Roberto Grison -. Ora, per far fronte all’assistenza da dare ai cittadini, faremo degli straordinari, con un ufficio apposito. La conta dei danni? Siamo in alto mare, qui solo il danno pubblico supera il milione di euro».
«Ma come facciamo a dire alla nostra gente, che è ancora arrabbiata, che non sono previsti rimborsi per frigo, forno, divani e letti? - è la preoccupazione di diversi amministratori - per non parlare delle cantine: lo sanno che devono dirottare tutto all’Avepa? Guardate che è gente che sta giocandosi la stagione, chi li avvisa?». Qualcuno trova il coraggio di chiedere ai tecnici un comunicato regionale, ma i sorrisi imbarazzati vogliono dire no. Bisogna tornare a casa e dire la verità ai privati: tempi lunghi e rimborsi specifici, cioè solo automobili e danni strutturali alle abitazioni. Anziani, disabili e minori che abbiano perso strumenti di sostegno devono percorrere la strada della rifondazione dell’ausilio, che fa capo all’Usl.
I danni indiretti («Io ho avviato un bando per una strada che ora, a causa di una frana, non posso realizzare») devono trovare flebili speranze nei bilanci, mentre altri capitoli latitano ancora nell’ambiguità («Io devo chiamare un geologo per una strada che cede: chi lo paga?»). «Lo so, sarà complesso, ora dobbiamo essere uniti e agire per un primo censimento - spiega il presidente della Provincia Antonio Pastorello -: serve quantificare quanto prima i danni, divisi fra pubblico e privati e compilare i moduli per i rimborsi». A casa si torna con mille pensieri: la mente va al tizio che ha visto lo stereo da tremila euro invaso dal fango e che ora si è illuso di poterlo ricomprare. Chi gli dirà che non è così?