Corriere di Verona

«I miei genitori dormono nel capannone»

- di Enrico Presazzi

La normalità, nella villetta della famiglia Zanotti, è una cesta blu piena di biancheria confeziona­ta in buste di plastica. «Ho comprato qualcosa oggi, giusto per ripartire» spiega Roberta, mentre fa la spola dal giardino al salotto cercando di ripulire ogni cosa.

I suoi anziani genitori, Giuseppe e Paola, la osservano e ripensano al disastro di sabato pomeriggio, quando la strada si è trasformat­a in un fiume in piena all’improvviso. Sono loro una delle cinque famiglie di Negrar costrette ad abbandonar­e l’abitazione a seguito dell’alluvione dello scorso fine settimana.

«Il sindaco Grison ci ha contattato già domenica e ci ha messo a disposizio­ne una soluzione, ma papà e mamma hanno bisogno di riferiment­i precisi e non potevano finire in una casa in cui non erano mai stati prima» racconta la figlia. Lì, nella villetta di via Monti ad Arbizzano, comunque non potevano rimanere. L’acqua e il fango, approfitta­ndo proprio del lieve avvallamen­to della strada di fronte all’ingresso della villetta degli Zanotti, hanno sommerso il giardino prima di penetrare nell’abitazione. Roberta, con il marito Giovanni e i figli Matteo (26 anni) e Cristiano (19) sono riusciti comunque a restare a casa in questi giorni.

Ma i nonni Giuseppe e Paola, con tutto quello strato di melma sopra il pavimento, rischiavan­o di scivolare e cadere a ogni passo. «Così abbiamo deciso che almeno per la notte dormono in un nostro capannone che abbiamo a Prun» ricorda Roberta. I suoi anziani genitori (80 anni lui e 72 la moglie) erano là anche sabato, prima che iniziasse il diluvio, mentre lei invece si trovava in vacanza fuori Verona con il marito e i figli.

«Ero in strada - racconta papà Giuseppe -. Mi sono messo al sicuro nella piazzola di un distributo­re di benzina, ma per tornare a casa ci sono volute ore». Roberta li ha contattati al telefono pregandoli di rimanere fermi: «Temevo che si facessero prendere dalla foga di sistemare e si facessero male». Intanto, si prova a fare un bilancio dei danni: «So che Zaia ha firmato lo stato di crisi, ma io non mi sono resa conto di quel che è successo in paese perché da quando sono arrivata a casa non ho fatto altro che spalare fango e pulire». Il pensiero corre al progno: «Prego solo perché non si ripeta più una cosa del genere. Spero vengano messi in sicurezza al più presto questi corsi d’acqua. Oggi stiamo provando a rimetterci in piedi con una forza che non avrei mai nemmeno potuto immaginare. Ma se succedesse di nuovo, sarebbe un disastro».

 ??  ?? Fuori casa Giuseppe e Paola, con la figlia: i due anziani sono fuori casa da sabato. Più in alto: i lavori ad Arbizzano, dopo l’esondazion­e del progno
Fuori casa Giuseppe e Paola, con la figlia: i due anziani sono fuori casa da sabato. Più in alto: i lavori ad Arbizzano, dopo l’esondazion­e del progno
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