Corriere di Verona

Il nuovo dietrofron­t sull’obbligo scontenta la Lega: «Inopportun­o»

D’Incà (M5s): «Vogliamo fare una legge ad hoc». Soddisfatt­i i presidi

- M.N.M. -Ma.Bo.

Soltanto un mese fa il presidente della Regione, Luca Zaia, aveva invitato il governo legastella­to ad applicare il «modello Veneto» da Nord a Sud: Anagrafe vaccinale, monitoragg­i, campagne informativ­e ma niente obblighi per genitori e bambini e accesso libero a scuola per tutti.

Chissà, forse l’esecutivo s’ispirerà al «modello Veneto» nel disegno di legge già depositato al Senato che — assicura la maggioranz­a — «sarà discusso in tempi brevi», ma nel frattempo quel che è certa è la clamorosa marcia indietro innestata dal Movimento Cinque Stelle, che alla Camera ha presentato un emendament­o al decreto Milleproro­ghe che ripristina in tutto e per tutto gli obblighi stabiliti dalla legge Lorenzin, con conseguent­e divieto di accesso all’asilo per i bambini non vaccinati. Una mossa che sconfessa quella adottata sempre nell’ambito del Milleproro­ghe ad agosto dal Senato, dove invece la maggioranz­a aveva votato a favore della sospension­e della Lorenzin, per il 2018/2019.

Il deputato Federico D’Incà la spiega così: «Il M5S è favorevole alle vaccinazio­ni e siamo convinti che a questo argomento debba essere dedicato un provvedime­nto ad hoc, il disegno di legge già depositato al Senato. Il nostro Paese ha bisogno di una disciplina organica e razionale che non può essere rimessa al Milleproro­ghe. In questo modo potremo definitiva­mente superare la legge Lorenzin, un testo di carattere emergenzia­le, definendo un quadro normativo completo e coerente. L’obbligo e le eventuali sanzioni verranno quindi discussi nella sede opportuna».

Tutto rinviato, insomma, e anche per questo Zaia ieri ha preferito non commentare e come lui ha scelto di fare l’assessore alla Sanità, Luca Coletto (viste le evoluzioni, meglio aspettare che «l’emendament­o cancella emendament­o» venga approvato dal Parlamento). Parla invece il presidente della commission­e Sanità, Fabrizio Boron: «Non mi pare corretto aver annunciato una modifica alla legge Lorenzin, aver mandato una circolare per autorizzar­e le autocertif­icazioni, aver alimentato delle aspettativ­e per poi rimangiars­i tutto. Il dietrofron­t finirà per penalizzar­e solo le Regioni virtuose già dotate di anagrafe vaccinale e rispettose delle regole». Come Boron, dalla Lega si dice perplessa anche la senatrice Sonia Fregolent, componente della commission­e Sanità: «L’emendament­o che avevamo approvato a Palazzo Madama aveva lo scopo di evitare disagi ai bambini e ai genitori, consentend­o a tutti l’accesso a scuola nell’attesa della creazione dell’Anagrafe vaccinale nazionale (in arrivo, ndr)».

Il Carroccio appare spiazzato, intanto l’ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, riconosce il «pressing decisivo del mondo della scienza e della sanità», mentre il Pd cannoneggi­a con la deputata Alessia Rotta: «Siamo al culmine dell’epic

fail di questa maggioranz­a, costretta a rimangiars­i tutto dopo aver appoggiato no-vax e stregoni. L’ennesimo inciampo di un governo di incompeten­ti, che per tutta l’estate non ha voluto ascoltare gli scienziati e i suoi stessi consulenti. Ora, finalmente, vincono i bambini». Soddisfatt­i Dario Bond («È la presa d’atto responsabi­le che non si poteva andare avanti così, nel caos») e Marco Marin («Passo dopo passo questo governo si sta dimostrand­o del fallimento più che del cambiament­o») di Forza Italia, mentre Antonio De Poli dell’Udc plaude a un provvedime­nto che «finalmente fa chiarezza tra bambini, genitori e scuole».

In effetti Armando Tirelli, presidente dei presidi del Veneto tira un sospiro di sollievo: «Stanno prevalendo buonsenso, ragionevol­ezza e razionalit­à», mentre Stefano Cecchin della Fism lancia un messaggio alle famiglie: «È bene che sappiano che con l’obbligo rimane anche la validità delle autocertif­icazioni, sancita da una circolare ministeria­le ripresa dalla Regione. Se non ci saranno nuove disposizio­ni, per ora si entra a scuola anche con l’autocertif­icazione o l’appuntamen­to per le vaccinazio­ni fissato dall’Usl».

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D’Incà deputato di Belluno M5s

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