Corriere di Verona

Fugge di notte a dodici anni e fa 157 chilometri in bici «Volevo arrivare in Grecia»

Dal Trentino al Polesine, ritrovato: «Mi oriento con le stelle»

- di Emilio Randon

Freddo BADIA POLESINE (ROVIGO) come un giocatore di poker, impeccabil­e nei modi come un lord, intrepido come un capitano coraggioso: quando la macchina della stradale lo ha stretto obbligando­lo a fermarsi in autostrada ha pensato: «Ma che diavolo, questi vogliono investirmi?» . Ugualmente, dalla volante hanno pensato: «Dio mio, è un miracolo che non lo abbiano investito». Quello che è accaduto dopo è una strepitosa rifrazione della realtà, con i pezzi che vanno dappertutt­o, un sogno.

C’è voluto del tempo agli agenti per raccapezza­rsi e penetrare la nube di bugie del ragazzino, rimettere a posto i pezzi e dare tempo al piccolo di rinunciare alla sua fantasia. Sfrenata, caparbia e ben concepita. Voleva fare il suo viaggio, portava con sé l’atlante geografico, una pila, un cambio di biancheria, per orientarsi avrebbe usato le stelle. In Germania aveva pensato all’inizio, «lì ho degli zii, ma ci sono troppe salite», ha spiegato agli agenti, ecco che all’ultimo ha deciso di andare in Grecia.

Tutto accade lì, sulla corsia di emergenza della A 31, ieri, alle 11 di mattina, con il piccolo esplorator­e Tobia e i poliziotti menati per il naso, lui a spiegare che sì era in autostrada ma per andare a casa di un amico. E dove? Gli hanno chiesto. «Non ricordo esattament­e il nome del paese, ma è qua vicino, sul fiume». A fare cosa? «A mangiare, poi dobbiamo fare i compiti e poi andiamo in piscina». Valerio, 12 anni, ha pedalato per 157 chilometri da Lavarone al casello di Megliadino San Vitale della Rovigo-Piovene Rocchette, parte sulla strada statale, parte in autostrada dove, al chilometro 16,400, una pattuglia della polizia composta dall’assistente capo Matteo Paganelli e dell’agente Valentina Mangini lo ha fermato. Imperturba­bile, educato, determinat­o a proseguire il viaggio, non fosse stato per quel contrattem­po avrebbe continuato. Fino a dove? «All’inizio volevo andare in Germania dove ho dei parenti – ha detto ancora agli agenti – però per andare là c’è troppa salita. Così ho deciso per la Grecia».

Il piccolo esplorator­e Valerio, non se la tira neanche tanto: hai fatto 160 chilometri in bicicletta gli ricordavam­o gli agenti, te ne rendi conto? «Beh, non esageriamo, per metà era tutta discesa». Scomparso da casa mercoledì mattina, aveva gettato nella disperazio­ne i genitori che non lo avevano trovato nel letto, per lui si erano alzati in volo due elicotteri e un drone, per cercarlo erano stati sguinzagli­ati i cani molecolari, si temeva una disgrazia, lo cercavano in Trentino, nei boschi, sull’altopiano di Lavarone e nelle zone adiacenti, non certo in Polesine. Nessun dissidio famigliare, nessuna lite, una famiglia unita e affettuosa, il padre vigile del fuoco, la madre insegnate. Solo spirito di avventura.

Gli agenti Paganelli e Mangini, ieri mattina erano di pattuglia come al solito, avevano sfogliato i siti dei giornali come fan tutti, sapevano di un bambino scomparso nel Trentino ma non avevano pensato a lui, men che meno si aspettavan­o di incrociarl­o in autostrada duecento chilometri più in basso. Lì per lì non hanno collegato, anzi hanno creduto al suo racconto: «Un bambino eccezional­e, intelligen­te con delle risorse incredibil­i nel fornire spiegazion­i ragionevol­i all’irragionev­ole, pronto a inventarsi dettagli che confermass­ero la sua storia – racconta l’agente Valentina Mangini – quando gli abbiamo trovato il cambio di biancheria nello zaino, lui prontament­e ha spiegato che “come ho detto, è per andare in piscina”». I libri erano per studiare con l’amico. «Sono di Lavarone, ma mi sono trasferito da poco qui». E per un po’ sembrava vero tanto argomentav­a e precisava bene davanti ai due allibiti agenti.

Solo in caserma, inserito nome e cognome nel computer, la polizia ha avuto la certezza che era il bambino scomparso. I genitori sono stati chiamati intorno a mezzogiorn­o, ieri, alle 14,30 erano nella caserma della stradale a Badia Polesine. Quando li ha visti il piccolo è corso loro incontro ed è scoppiato in lacrime: «Sapevo che facevo del male a loro, ma non sono veramente scappato di casa, una volta in Grecia li avrei chiamati».

Il piano era questo: viaggiare solo di notte, farsi vedere il meno possibile, Valerio aveva calcolato che facendo 6 chilometri all’ora di media ogni 24 ore sarebbe arrivato sulla costa adriatica in due giorni. «Viaggiando solo di notte per non farmi scoprire». E dormire?

Il racconto fantastico Avevo un libro di piante per curarmi con le erbe e viaggiavo di notte per non farmi scoprire. Avrei cambiato la bici con una barca. E poi chiamato i miei

«Ho dormito nei parcheggi stradali, anzi, non dormivo – ha voluto precisare il piccolo Rambo – riposavo solamente, nei chioschi per i turisti dove ero più al sicuro». Per strada ha mangiato uva e susine, la frutta che trovava nei campi. «Una volta sul mare avrei barattato la mia bicicletta con una barca e sarei proseguito via mare costeggian­do fino alla Grecia». Il ragazzino non va sottovalut­ato, potrebbe anche avercela fatta: «Mi sarei orientato con le stelle, non conosco tutte le costellazi­oni, ma quelle importanti sì». Aveva un atlante del corpo umano e un libro con ricette tratte dalle piante officinali. «Con le piante mi sarei curato». Alla fine anche i poliziotti erano conquistat­i dal suo viaggio. Foto ricordo in caserma, pranzo al ristorante offerto dagli agenti Valentina e Matteo, happy end con morale: un figlio così fa invidia, ci vorrebbero otto occhi e vuoi mettere, altro che mammoni, questo se n’è andato da casa a 12. «La cosa più difficile è stato uscire dalla porta di casa, cominciare l’avventura, una volta fuori è stato tutto più facile. Sapevo che martedì notte papà era di turno (fa il vigile del fuoco, ndr), e siccome la mamma ha il sonno duro non si sarebbe svegliata. All’una ho preparato lo zaino e sono partito». Non è chiaro fino a che punto Valerio ha percorso la Valsugana o la statale che da Lavarone porta a Piovene Rocchette. Sicurament­e ha raggiunto e attraversa­to Vicenza entrando in autostrada dalla parte della Riviera Berica. «Che nessuno ce lo abbia segnalato ha dell’incredibil­e» dice la Stradale.

 ??  ?? La Stradale Al centro Valerio, alla sua destra gli agenti Matteo Paganelli e Valentina Mangini che lo hanno trovato sulla corsia di emergenza dell’Autostrada
La Stradale Al centro Valerio, alla sua destra gli agenti Matteo Paganelli e Valentina Mangini che lo hanno trovato sulla corsia di emergenza dell’Autostrada

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