Djordjevic macina chilometri in attesa di ritrovare la via del gol
Dodici chilometri. Il giocatore che ha macinato più campo in ChievoEmpoli di domenica scorsa, Filip Djordjevic, è un centravanti che, aspettando il gol, corre per ritrovarsi. Uno che adesso, durante la sosta, guarda a progredire verso la condizione e a presentarsi bene nella città che ha lasciato da svincolato per rimettersi in gioco qui al Chievo, parliamo della partita da cui si ricomincia domenica 16, Roma-Chievo, anticipata a mezzogiorno e mezzo, lui ex Lazio, quattro anni nella capitale. Serbo, 30enne, Djordjevic è l’osservato speciale di questi giorni a Veronello. Nel senso che sta sudando sette camicie per tornare brillante. Tra lui e la versione che segnava otto gol in 26 gare nella serie A 2014/15 c’è una distanza scolpita da infortuni e un’annata, la scorsa, da fuori rosa. Con l’Empoli, la prima da titolare a un anno e quattro mesi dall’ultima volta, 13 maggio 2017, Fiorentina-Lazio. Risultato, tanta corsa, zero gol, un ruolo iniziale – partner di Stepinski – che l’ha portato a sgroppare allontanandosi spesso dagli ultimi sedici metri. I 90’ di quattro giorni fa, seguito dei 23’ contro la Juventus all’esordio (a Firenze panchina) nascono soprattutto dalla necessità di mettere minutaggio nel serbatoio. Il ragionamento: il Chievo ha e avrà bisogno di Djordjevic, perché Djordjevic ha più esperienza d’area del giovane Stepinski, e dunque Djordjevic va riportato innanzitutto in condizione, sperando che poi torni anche a segnare. Lo zero a zero con l’Empoli racconta di due ghiotte chance non sfruttate e d’altronde pure quello è un feeling da ritrovare: ultima rete in A il 24 aprile 2016 contro la Sampdoria. Facile che Djordjevic, come raccontato dall’ultimo match, si trovi meglio da boa offensiva con due esterni. Intanto però il Chievo – che notizia di ieri giocherà il 22 dicembre alle 18 con l’Inter e il 29 dicembre alle 15 col Frosinone, sempre in casa – confida nei benefici di una partita come l’ultima, da maratoneta.