Fango e disagi, il bis dopo pochi giorni
Valpolicella sotto pressione. I residenti: «Si mettano subito i torrenti in sicurezza»
Mezz’ora di pioggia battente, non di più. E nei luoghi flagellati dal maltempo di sabato scorso, si è tornati a trattenere il fiato per è tornata la paura di finire nuovamente sott’acqua. L’incubo, per Arbizzano, Pedemonte, Santa Maria e Parona è iniziato poco dopo le 22 di giovedì sera quando i torrenti che tornavano sono tornati a ingrossarsi. In un attimo, le strade si sono trasformate in ruscelli e il solito mix di acqua e fango ha invaso di nuovo scantinati e garage.
Mezz’ora di pioggia battente, non di più. E nei luoghi flagellati dal maltempo di sabato scorso, si è tornati a trattenere il fiato per la paura di finire nuovamente sott’acqua. L’incubo, per Arbizzano, Pedemonte, Santa Maria e Parona è iniziato poco dopo le 22 di giovedì sera quando i residenti hanno iniziato a vedere i torrenti che tornavano a ingrossarsi dopo la relativa quiete degli ultimi giorni. In un attimo, le strade si sono trasformate in ruscelli e il solito mix di acqua e fango ha invaso di nuovo scantinati e garage. Una situazione decisamente meno critica rispetto a quella che ha provocato danni milionari, ma che rischia di mettere a dura prova la pazienza e i nervi dei cittadini. «Non si deve perdere tempo: i corsi d’acqua vanno messi in sicurezza al più presto perché ogni volta che piove qui si rischia» era il coro univoco che si alzava ieri mattina tra la gente nuovamente alle prese con il fango. Mentre gli operai del Consorzio di Bonifica Veronese ne avranno ancora per almeno due settimane per ripristinare i letti dei corsi d’acqua «sventrati» dalla furia dell’alluvione di sabato.
Gli interventi dei vigili del fuoco, complessivamente una decina, si sono concentrati soprattutto nella zona di Arbizzano e Santa Maria di Negrar dove la falda acquifera è rimasta ancora molto alta, impedendo così al terreno di assorbire le nuove precipitazioni. «Purtroppo sono riemerse criticità in quei cinque-sei punti dove si erano verificati i disagi più gravi» ha commentato il sindaco di Negrar, Roberto Grison che ha disposto la chiusura di via San Francesco dove si è aperta una piccola voragine a causa dell’azione erosiva dell’acqua. Ma la situazione più critica si è verificata in una palazzina a valle di via San Matteo dove la piena del piccolo progno che scende dalla Valfiorita sabato sera aveva rotto il muro di contenimento su cui si affacciavano i garage dello stabile. «In questi giorni ci siamo mossi per cercare di riparare al più presto la falla - spiegavano ieri i condomini -, ma Comune e Consorzio ci hanno detto che l’onere di mantenimento del muro spettava a noi. Siamo pronti ad adire le vie legali perché ci è stato preventivato un intervento da circa 10-15mila euro per nucleo familiare, ma dai documenti del rogito non vi è traccia di questo onere. E rischiamo di finire sott’acqua ogni volta che piove». Dal Consorzio ieri si è ribadito che l’onere è del privato che ha realizzato il manufatto a ridosso del corso d’acqua e che la ricostruzione del muro crollato non compete all’ente. A Parona, in piazza del Porto, i commercianti avevano lasciato i sacchetti di sabbia di fronte agli ingressi dei loro negozi. «Tutta l’acqua che scende dalla Valpolicella confluisce qui di fronte - raccontava Pietro Sofia, dell’edicola -. Per fortuna è durato poco e non siamo finiti sommersi come sabato». I disagi dovuti al maltempo hanno interessato anche la zona est della città e parte della provincia. I vigili del fuoco, sempre giovedì sera, sono intervenuti a Poiano, in via Masprone dove la zona interrata di una villetta si è riempita di circa un metro d’acqua. A Mozzecane e San Giovanni Lupatoto, invece, le squadre sono state impegnate per alberi abbattuti.