Stop ai diesel euro 3 Solo a Verona sono oltre 10mila veicoli
Solo in città 10 mila auto interessate. Nei giorni di allerta fermi anche i veicoli motorizzati euro 4
Dal primo ottobre entrano in vigore misure molto restrittive sul fronte della lotta all’inquinamento. Le limitazioni alla circolazione degli autoveicoli si estenderanno ai diesel euro 3 (circa 10.500, solo nel Comune di Verona) e, nei giorni di particolare allerta anche agli euro 4. Le nuove misure sono state comunicate ai Comuni dalla Provincia.
Dal primo ottobre di quest’anno entreranno in vigore misure molto restrittive sul fronte della lotta all’inquinamento. Le limitazioni alla circolazione degli autoveicoli si estenderanno ai diesel euro 3 e, nei giorni di particolare allerta (arancione e rossa) per la presenza di polveri nell’aria, anche agli euro 4. Entrambe le categorie, fino allo scorso anno, erano esenti dai blocchi in vigore dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Nessuna limitazione aggiuntiva interesserà invece i veicoli a benzina, interessati solo per le categorie euro 0 e euro 1.
«Si tratta di interventi importanti che non abbiamo applicato l’anno scorso perché le tempistiche erano tropo strette, ma quest’anno non potremo agire in deroga. Di certo, è un provvedimento che potrebbe creare disagi soprattutto ai veicoli commerciali e a chi lavora», dice l’assessore comunale all’Ambiente Ilaria Segala, che ieri ha partecipato al Tavolo Tecnico Zonale sulla qualità dell’aria convocato dalla Provincia ai Palazzi Scaligeri. Solo nel Comune di Verona, sottolinea l’assessore, i diesel euro 3 sono 10.500, su un totale di circa 220mila veicoli. In pratica, uno ogni venti. Secondo i dati Aci, nel 2015 nell’intera provincia di Verona circolavano 62 mila veicoli a gasolio euro 3 e quasi 90 mila euro 4.
Le direttive comunicate ieri dalla Provincia a sindaci e assessori sono il sunto di quanto comunicato la scorsa settimana al Comitato regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera dalla Regione Veneto, che a sua volta agisce su impulso dell’Unione Europa che contro l’Italia ha aperto una procedura d’infrazione per le eccessive emissioni inquinanti, specialmente nell’area della pianura Padana.
Gli amministratori locali saranno chiamati a emettere specifiche ordinanze non solo antismog, ma anche per limitare la combustione da biomasse, quella prodotta dalle sempre più diffuse stufe a pellet. La proposta della Regione è che, dal 2020, siano bandite tutte le stufe con un’efficienza inferiore alle tre stelle. C’è poi un nuovo tema, che riguarda le aziende agricole, con lo spargimento dei liquami che viene vietato durante l’inverno.
Alla riunione di ieri, sono diverse le perplessità avanzate dagli amministratori locali sulle nuove norme . La Provincia, in una nota, spiega di essersi «resa disponibile a raccogliere le osservazioni e ad inviarle alla Regione, sebbene l’accordo di bacino Padano – sottoscritto da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Ministero dell’Ambiente per far fronte alla problematica dell’inquinamento dell’aria – non preveda al momento, secondo i tecnici, margini significativi di modifiche». «Mentre negli anni passati c’era possibilità di concertare le misure con la Regioni - spiega il consigliere provinciale delegato ai Trasporti Matteo Pressi - e si poteva prevedere una certa gradualità, quest’anno ci è arrivato un pacchetto già chiuso da parte della Regione, senza margini di manovra e possibilità di deroghe». Questo nonostante il fatto, rileva Pressi, che «le misure adottate negli scorsi anni hanno dato dei risultati. A Verona abbiamo sforato il limite del pm 10 per 70 giorni l’anno, contro un massimo di 35 tollerati. Il dato non è positivo, ma c’è un chiaro trend al ribasso negli ultimi anni». Secondo Pressi, saranno molto impattanti non solo le misure antismog sugli euro 3 e 4 ( la prospettiva è di bloccare anche gli euro 5 entro il 2025), ma anche quelle per le stufe a pellet e per i liquami: «Non è che un’azienda agricola se li può tenere in casa», sottolinea. «Abbiamo già chiesto chiarimenti in merito perché è un tema su cui è assolutamente necessario un approfondimento», aggiunge Segala. Il tempo è poco, le ordinanze vanno predisposte dal primo ottobre. La Provincia a breve pubblicherà l’ordinanza da cui ogni Comune farà potrà far discendere i propri atti amministrativi.
Ilaria Segala Si tratta di interventi importanti, ma il provvedimento potrebbe creare disagi soprattutto ai veicoli commerciali e a chi lavora