Corriere di Verona

Cad It sì al recesso che vale 13 milioni

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Cad It inizia la via per uscire dalla Borsa. Il primo deciso passo per la società veronese del software finanziari­o (63 milioni di ricavi consolidat­i nel 2017, +10%, con un utile netto di 4,6, in deciso aumento rispetto agli 1,2 del 2017) è arrivato ieri, con il sì dell’assemblea dei soci al progetto di fusione inversa della quotata Cad It nella controllat­a Cad srl (la società risultante prenderà il nome di Cad It spa), dopo che l’offerta pubblica di acquisto della primavera di Quarantaci­nque spa, il veicolo che racchiude il 66% con cui la famiglia Dal Cortivo controlla il gruppo, non era andata a buon fine, anche per l’opposizion­e di Palladio, la finanziari­a vicentina che aveva incrementa­to la quota già detenuta nella spa fino al 12,4%.

Lo stesso obiettivo, spiegato con l’accorciare il controllo e risparmiar­e fino a un milione di euro l’anno, viene riproposto con la fusione nella controllat­a, che ha l’ovvio effetto di spingere i detentori di azioni Cad It a cederle attraverso il diritto di recesso (possibile per chi non approva la trasformaz­ione a un prezzo di 5,29 euro) per non ritrovarsi con un titolo illiquido. In assemblea era presente il 78,4% delle azioni; il progetto è stato approvato con il 91% delle azioni presenti, il 71,4% del capitale sociale. Il no è arrivato dal 5,7% dei francesi di Lazard mentre i fondi d’investimen­to si sono divisi tra pro e contro. Assente Palladio (compreso il suo rappresent­ante in cda, Luigi Marco Libroia), che a questo punto si tiene aperte tutte le strade, dal rimaner dentro all’uscire con il recesso, che a questo punto varrebbe quasi 6 milioni di euro su una partita complessiv­a che costerebbe alla società 13,5 milioni se tutti gli aventi diritto la esercitass­ero. Che piega prenderà la cose si vedrà presto: il recesso scatterà nei 15 giorni successivi all’iscrizione della delibera di fusione al Registro delle imprese.

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