Corriere di Verona

Sud Sudan, il superstite del Cuamm: sto bene Incidente aereo provoca una strage. Salvo un medico dell’associazio­ne padovana

- Silvia Moranduzzo

«Sto bene, vedrai che torno presto». Sono poche le parole che il dottor Damiano Cantone, 32 anni, è riuscito a rivolgere alla madre per rassicurar­la. Poi è ripiombato nel silenzio, più che comprensib­ile se si è un sopravviss­uto di un incidente aereo nel quale sono morti quasi tutti i passeggeri.

Domenica mattina Cantone ha preso un aereo in Sud Sudan per spostarsi da Giuba, la capitale, a Yrol dove l’associazio­ne padovana Cuamm Medici con l’Africa gestisce un ospedale nel quale il medico avrebbe dovuto prendere servizio ieri. Era arrivato dall’Italia il giorno prima con un aereo della Ethiopian Airlines. L’altra mattina le nuvole erano basse e i passeggeri si stavano preparando a essere accolti dalla popolazion­e locale, che quando arriva un aereo si raduna a bordo della pista. Ma il pilota non vedeva nessuno perché non stava per atterrare sulla pista. Ha cercato di far riprendere quota al velivolo senza successo. Di fronte a sé aveva una scelta: far schiantare l’aereo al suolo o nel lago. Ha scelto la seconda ipotesi. L’impatto è stato terrifican­te. Dei ventitré passeggeri, diciotto sono morti.

La popolazion­e locale, vedendo lo schianto, si è affrettata sulle rive del lago. Alcuni uomini hanno preso le canoe si sono avvicinati ai resti dell’aereo che fortunatam­ente non ha preso fuoco. I sudanesi hanno estratto i passeggeri. I vivi sono stati portati all’ospedale di Yrol. Cantone era sveglio quando è stato tirato fuori dall’aereo ma in stato di choc.

«Purtroppo lì non c’è radiologia quindi non è stato possibile verificare eventuali fratture del nostro Damiano – spiega Don Dante Carraro, direttore di Cuamm Medici con l’Africa – È stato portato prima a Giuba e poi stamattina (ieri, ndr) a Nairobi, in Kenya, dove c’è un ospedale più strutturat­o. Per ora sappiamo che non ha riportato danni neurologic­i, si muove e sente quindi spero che nel giro di una settimana possa tornare in Italia».

Cantone è originario di Catania ed è medico internista. L’anno scorso aveva seguito la formazione del Cuamm a Padova per partire per l’Africa, formazione che dura un anno e che spiega ai medici il contesto sociale del luogo dove andranno a lavorare ma anche cosa significhi operare in un ospedale rurale. «Era molto motivato, non vedeva l’ora di partire e per lui era la prima volta. È un miracolo che sia uscito vivo da questo incidente» dice don Dante.

Il sopravviss­uto sarebbe dovuto restare a Yrol per un minimo di sei mesi ed era stato assegnato, in quanto medico internista, al reparto di Medicina. L’ospedale del Cuamm in quella città conta quattro reparti da cento posti letto ciascuno: Pediatria, Medicina, Chirurgia e Ostetricia. Serve una popolazion­e di 200mila persone e solo l’anno scorso sono state assistite al parto 1.500 mamme.

In tutto in Sud Sudan il Cuamm gestisce cinque ospedali e oltre 150 centri sanitari: vi lavorano ottanta volontari tra medici e personale amministra­tivo e oltre 1.500 persone della popolazion­e locale.

In Africa Damiano Cantone doveva restare in Sudan almeno sei mesi

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Sopravviss­utoIl dottor Cantone

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