Corriere di Verona

Fame, paura e relazioni pericolose Rosa, l’assaggiatr­ice di Hitler

Il romanzo di Pastorino è ambientato alla fine della guerra. Una vicenda dove le ambiguità si mescolano alla speranza. La finale sabato alla Fenice

- di Francesca Visentin

Nella cinquina del Premio Campiello gli altri finalisti sono: Helena Janeczek «La ragazza con la Leica» (Guanda), Ermanno Cavazzoni «La galassia dei dementi» (La nave di Teseo), Davide Orecchio «Mio padre la rivoluzion­e» (Minimum Fax) e Francesco Targhetta «Le vite potenziali» (Mondadori)

Fame, sopravvive­nza, amore. Bisogni e pulsioni potenti, saldamente intrecciat­i. Lo rivela la storia di Rosa Sauer, una delle assaggiatr­ici di Hitler. Ogni giorno viene prelevata dalla casa di campagna in cui vive con i suoceri e portata nel covo top secret in cui si nasconde il Führer, la cittadella­bunker mimetizzat­a tra i boschi della Prussia orientale (oggi Polonia), dall’autunno del 1943 alla fine del ’44.

Rosa e nove «colleghe assaggiatr­ici» mangiano i piatti che escono dalle cucine del cuoco di Hitler, per scongiurar­e avvelename­nti. Ogni giorno per loro potrebbe essere l’ultimo. Ogni pasto quello letale. Quei bocconi ingurgitat­i per forza e per fame sanno che potrebbero ucciderle. Ispirato alla vita di Margot Wolk, ultima assaggiatr­ice di Hitler, morta nel 2014 e per pochi giorni non incontrata dall’autrice, Le assaggiatr­ici (Feltrinell­i, 288 pagine, 17 euro) di Rosella Pastorino, è uno dei cinque libri finalisti al Campiello, il premio ideato e organizzat­o da Confindust­ria Veneto, la cui cerimonia finale di premiazion­e si terrà sabato al Teatro La Fenice.

Per le assaggiatr­ici, la fame ha la meglio sulla paura, la paura diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, devono restare un’ora sotto osservazio­ne in caserma, cavie di cui le SS studiano le reazioni per accertarsi che il cibo per Hitler non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo dei carcerieri, fra le dieci giovani donne nascono alleanze, patti segreti e amicizie.

Essere scelta come «assaggiatr­ice» di Hitler è al tempo stesso una condanna e un privilegio: sacrificar­e la propria vita per il dittatore è un onore, ma anche una colpa perché non è una morte da eroi.

Rosa Sauer, la protagonis­ta, ex segretaria a Berlino, è la voce narrante. Come in un diario racconta il gruppo, i caratteri, i loro gesti di ribellione, il disincanto, la rassegnazi­one alla condizione di «sopravviss­ute», ancora per un pasto, ancora per un giorno.

Il marito di Rosa, Gregor, è disperso in guerra e lei ha perso interesse per la vita. Si trascina. «Si può smettere di esistere anche da vivi. Gregor forse era vivo, però non esisteva più, non per me. Il Reich seguitava a combattere, ma io avevo deciso di non combattere più, mi ammutinavo, non contro le SS, contro la vita. Smettevo di esistere».

Sarà l’incontro e la relazione bruciante con un tenente delle SS che sorveglia lei e le altre assaggiatr­ici, a darle la forza di andare avanti, di appigliars­i a quel fuoco, di credere nella possibilit­à di un dopo.

Rosella Pastorino indaga l’ambiguità di sentimenti e pulsioni umane, tenta di sviscerare la differenza e il confine tra vittima e colpevole e analizza con la storia delle assaggiatr­ici gli effetti delle organizzaz­ioni totalitari­e sulla vita delle persone.

Sopravvive­re era l’unico obiettivo di queste donne. La scrittrice evidenzia: «La domanda centrale del libro è: perché siamo così attaccate alla vita. L’istinto di sopravvive­nza è una condanna, ma al tempo stesso la cosa più umana che abbiamo».

E può portare anche ad amare il proprio carceriere, identifica­ndo in quella passione la possibilit­à di un futuro. Si salva così Rosa. Quando ritroverà il marito, nulla sarà più come prima. Lei si scoprirà una donna nuova e la vita che l’aspetta sorprender­à ogni suo progetto.

Postorino riesce a dare voce alla complessit­à umana, sia attraverso le storie delle nove assaggiatr­ici, sia mettendo a nudo i sentimenti e le contraddiz­ioni di Rosa, la voce narrante. Tante e diverse le sfumature che tratteggia­no l’amore di Rosa, prima per il marito, poi per l’ufficiale delle SS.

In quella stalla di campagna in cui ogni notte s’incontrano ardenti la protagonis­ta e il nazista, il tempo e la storia sembrano fermarsi: non c’è un dittatore, non c’è una nazione, non c’è un carnefice, né vittime: solo un uomo e una donna.

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Best seller Rosella Pastorino (Sabadin/ Vision)

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