Vittoria a tavolino dopo il pasticcio di Cosenza
Tutto come previsto: vittoria per 3-0 a tavolino con il Cosenza dopo lo stop l’1 settembre per impraticabilità del campo. «Non era garantita l’incolumità dei giocatori»
Il tweet di Setti «Decisione giusta, dispiace per i tifosi che ci avevano seguito E ora testa al Carpi»
L’Hellas vince la prima partita in campionato. Lo fa a tavolino, con il 3-0 assegnato d’ufficio ai gialloblù dal giudice sportivo della Lega B, Emilio Battaglia, in seguito a quanto accaduto l’1 settembre a Cosenza. Nessuna sorpresa, quindi, nel giorno in cui viene pronunciato il verdetto che riconosce la responsabilità del club ospitante per le pessime condizioni del terreno dello stadio San Vito-Marulla. Ora scatterà il ricorso da parte del Cosenza, che investirà del reclamo la corte sportiva d’appello nazionale. Se ne riparlerà nei prossimi mesi, e intanto il Verona, in vista della gara di domani con il Carpi, avrà tre punti in più in classifica.
Il presidente dell’Hellas, Maurizio Setti, ha commentato la pronuncia attraverso un tweet pubblicato sull’account della società: «La decisione sui fatti di Cosenza-Verona è giusta e frutto di una realtà emersa in maniera molto chiara anche nel comunicato del giudice sportivo. Ci dispiace per i tifosi che hanno sostenuto una trasferta lunga e costosa, situazione che abbiamo segnalato anche nel nostro reclamo. Adesso tutti concentrati sulla difficile sfida di domenica (domani, ndr)».
A entrare nella disamina tecnica della sentenza, è il legale del Verona, l’avvocato Stefano Fanini, che osserva: «Il verdetto è ineccepibile. Il giudice sportivo ha ricostruito i fatti con precisione, motivando il provvedimento in modo dettagliato e puntuale. Sono state evidenziate le responsabilità del Cosenza, ed è stato messo in rilievo che la controparte ha violato i doveri di lealtà e correttezza che sono propri di chi sia ospitante. Un aspetto, questo, che nella nostra istanza è stato indicato con chiarezza». Al Cosenza, peraltro, è stata comminata anche una multa di 3.000 euro. Dalla lettura del testo elaborato dal giudice Battaglia emerge anche il contenuto del referto del signor Fabio Piscopo, l’arbitro designato per la partita. È stato lui a decretare che non la si potesse giocare, visto lo stato del campo, e dal documento recapitato agli organi competenti le ragioni che l’hanno indotto a fare quella scelta sono elencati con minuzia: «Non sussistevano – ha scritto Piscopo – le condizioni per garantire l’incolumità fisica dei partecipanti all’incontro, a causa delle condizioni del terreno di gioco in alcune zone dello stesso». Nel supplemento di rapporto trasmesso, l’arbitro ha aggiunto i particolari che testimoniano la carenza strutturale del campo del San Vito-Marulla: «La fascia laterale opposta alle panchine (dalla linea perimetrale all’area di rigore di larghezza), diverse porzioni della parte centrale del terreno di gioco, la fascia lato panchine all’altezza dell’area di rigore fino alla zona d’angolo, proprio all’ingresso del terreno di gioco. Il terreno infatti si presentava sconnesso, con diversi avvallamenti, e nelle zone sopra citate vi era una totale mancanza di compattezza del fondo, che comportava un affondo del piede verso il basso per alcuni centimetri».
Nel nulla è caduto il richiamo del Cosenza al precedente di Paganese-Latina, gara che nel 2012 fu interrotta perché una grossa buca si era formata sul campo, impedendo il proseguimento dell’incontro. La Paganese evitò lo 0-3 e ottenne che la partita venisse ripetuta. Il caso, tuttavia, non è stato reputato assimilabile a quello in questione. Il Verona si è imposto nelle stanze in cui si amministra il diritto sportivo. Con il Carpi, deve farlo sul campo.