«Volevano bruciarci vivi ora costretti a nasconderci»
I gay aggrediti: è stato terribile. Aperta l’inchiesta, verifiche a Grezzana. Telecamere al setaccio
«Andiamo via da quella casa, abbiamo paura di es- sere uccisi». Andrea e Angelo, dopo l’ultimo episodio di aggressione, hanno preso una decisione: allontanarsi dal luogo che in questo momento fa più paura. In contemporanea, però, la coppia ringrazia i veronesi per la vicinanza.
La casa di Stallavena ha VERONA ancora le svastiche in bella vista e quelle scritte ingiuriose che suonano come minacce. Andrea Gardone e Angelo Amato, invece, se ne sono andati. «Abbiamo paura, ce ne staremo lontani per un po’: non sappiamo quando torneremo».
Una decisione che la coppia ha maturato nelle ultime ore. Troppa la preoccupazione dopo l’episodio di mercoledì notte, quando una persona, descritta come «alta e vestita con abiti scuri», è salita sul pianerottolo del loro appartamento, accedendo da una scala esterna . «Volevano bruciarci vivi non abbiamo più dubbi» ha raccontato la coppia ieri, che nel pomeriggio è intervenuta anche a una diretta video da piazza Bra per «Pomeriggio 5», in onda su Canale 5. Proprio davanti ai microfoni della trasmissione condotta da Barbara d’Urso hanno ringraziato le associazioni che si sono dette vicine a loro. «Abbiamo ricevuto molti messaggi di solidarietà, soprattutto dai veronesi – hanno dichiarato - questa è una città piena di gente stupenda». Qualche battibecco con la conduttrice quando quest’ultima ha definito Verona «città dell’amore». «Però ci hanno aggredito qui», hanno risposto. Pochi altri commenti sull’accaduto: «Preferiamo attenerci ai fatti – precisa la coppia – gli stessi che abbiamo denunciato ai carabinieri. Niente illazioni». Andrea e Angelo avevano subito la prima aggressione l’11 agosto, proprio in Bra. La Digos, a seguito delle indagini, ha denunciato per quel fatto un cittadino romeno di 21 anni. Sui fatti di mercoledì notte (l’aggressione è avvenuta attorno alle 2) indagano invece i carabinieri della stazione di Grezzana. Il pm Sandro Pascucci ha aperto un fascicolo contro ignoti. Certe le ipotesi di danneggiamento e di deturpamento delle cose altrui. Potrebbe essere contestata, ma non è ancora arrivata conferma, l’aggravante discriminatoria prevista dalla legge Mancino.
Le indagini per il momento non escludono nessuna pista. C’è un punto di partenza, che potrebbe rappresentare anche una difficoltà: la posizione isolata della casa. Una strada sulla quale transitano pochissime auto, soprattutto la sera. Per questo motivo è difficile trovare un testimone. Gli investigatori fanno affidamento sulle telecamere, non moltissime in zona, nella speranza di individuare una qualsiasi anomalia che, anche negli isolati vicini, abbia turbato la quiete delle ore notturne. Tra le ipotesi c’è anche quella che l’aggressore possa essere qualcuno del posto. Uno scenario a cui non crede il sindaco di Grezzana, Arturo Alberti. «Il nostro è un paese tranquillo, dove questi gesti d’odio non trovano spazio. Ci sono moltissime coppie omosessuali che vivono qui. Sono convinto che sia stato qualcuno da fuori. Spero venga individuato al più presto». Ma è anche vero che nessuna coppia ha avuto l’esposizione, anche mediatica, di Andrea e Angelo, che dopo l’aggressione in piazza Bra (sberle e spintoni) non si sono tirati indietro e combattono per il loro diritto a vivere pubblicamente la loro relazione, ufficializzata nel 2015 con un matrimonio in Spagna.
Mercoledì volevano bruciarci vivi, adesso non abbiamo più dubbi in merito