Le danze occitane danno via al Tocatì
La sfilata inaugurale con il folclore francese e universitari da quattro Paesi
«Un ponte tra le culture, a un mese dal crollo del ponte di Genova. Così ci piace pensare a questa edizione del festival». Con queste parole Paolo Avigo, presidente di Aga, Associazione dei Giochi Antichi, ha salutato l’inaugurazione della sedicesima edizione del Tocatì partito ufficialmente ieri. Protagonisti della sfilata inaugurale sono stati gli ospiti, i francesi provenienti delle regioni del Sud di Acquitania, Occitania, Provenza e Costa Azzurra.
«Un ponte tra le culture, a un mese dal crollo del ponte di Genova. Così ci piace pensare a questa edizione del festival». Con queste parole Paolo Avigo, presidente di Aga, Associazione dei Giochi Antichi, ha salutato l’inaugurazione della sedicesima edizione del Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi in Strada, organizzato insieme al Comune. Protagonisti della sfilata che da piazza Erbe a Santa Anastasia ha acceso di suoni e di entusiasmo la manifestazione, sono stati gli ospiti, i francesi provenienti delle regioni del Sud di Acquitania, Occitania, Provenza e Costa Azzurra.
I suoni erano soprattutto quelli dei pesanti campanacci indossati dalle maschere tradizionali derivate da un’antica tradizione che con la loro danza invitano la Terra a rinascere, scacciando con le code di cavallo gli spiriti del male. L’entusiasmo è stato soprattutto quello degli studenti arrivati qui in rappresentanza delle quattro università europee, da Francia, Spagna, Portogallo e Italia, che nei mesi scorsi hanno approfondito le ricerche sul valore dei giochi tradizionali, valore che, all’interno del festival, gli studenti racconteranno al pubblico. Perché mai come in questa edizione, con il patrocinio dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, è stato ribadito il significato del valore immateriale di una tradizione che si tramanda e che, grazie al festival, si incontra con quelle di altri Paesi rendendo la città «un luogo di festa per le famiglie», come ha detto il sindaco Federico Sboarina.
E se giovedì il festival è stato omaggiato dalla presenza del commissario europeo per la Cultura Tibor Navracsics, ieri all’apertura Leandro Ventura, dirigente del servizio Tutela del patrimonio della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ha ribadito il «sostegno del ministero alla candidatura del Festival Tocatì nel patrimonio Unesco. Un festival – ha aggiunto Ventura - durante il quale, grazie al gioco, la città subisce una profonda trasformazione, diventando finalmente a misura d’uomo, con la sua capacità di unire trasversalmente genti di Paesi diversi». A
Ai Passepartout e alla canzone francese, che dalle 21 ha animato la notte davanti a Sant’Anastasia, il compito di introdurre la cerimonia inaugurale condotta da Solimano Pontirollo che ha ricordato l’impegno della manifestazione per guadagnare il marchio di sostenibilità ottenuto quest’anno (insieme solo a un altro festival in Italia) e per stilare un protocollo per il gioco in strada seguito da tutte le associazioni che si occupano della salvaguardia di queste tradizioni a livello internazionale. E gli ospiti francesi, che fino a domenica giocheranno in strada con i birilli e la pelota e con circa 30 giochi tradizionali, con i baschi rossi e con i cappelli a punta hanno fatto risuonare le vie della città fino a notte fonda.