Corriere di Verona

Palco rivoluzion­ario ed evergreen Baglioni si prende l’Arena

Ieri prima delle tre serate di concerto del cantautore romano con il palco al centro dell’Arena. Un viaggio musicale con i successi ripercorsi in ordine cronologic­o. E un desiderio: «Vorrei tornare ad aprile per chiudere qui il tour»

- Sorio

Ha raggiunto il palco reggendo una valigia, «È un viaggio, una cronistori­a, una forma di festa», ha detto Claudio Baglioni ieri nel primo dei tre concerti in Arena. Evento nell’evento con l’esordio del palco centrale nell’anfiteatro per la prima del suo tour «Al centro».

Raggiunge il palco reggendo una valigia. L’amata, perpetua metafora del viaggio. Viaggio che comincia con «Questo piccolo grande amore», anche se prima c’è un rimando, registrato, non live, a «Signora Lia», brano del primo provino in Rca. «È la prima volta che propongo una scaletta cronologic­a, nell’ordine in cui le canzoni sono state scritte e pubblicate. Ne ho scelte 35, ogni album è rappresent­ato. È una cronistori­a, una forma di festa, 50 anni della mia musica e un centro ch’è un centro ideale della vita, quello che forse non si raggiunge mai». Ai giornalist­i, ieri, in una sala del cinema Rivoli di Piazza Bra, a poche ore dal primo dei suoi tre concerti in Arena, Claudio Baglioni raccontava che «Al Centro», nato per regalare qualcosa a lui («è un romanzo dal vivo e il mio primo show totale nel senso che abbina la musica a coreografi­e, scenografi­e, oltre 100 performer, 26 artisti da altre discipline, la firma di un grande regista-illustrato­re come Giuliano Peparini») può regalare «qualcosa di unico anche a Verona: credo siano più di cent’anni che l’Arena non vedeva una rappresent­azione concepita, come in origine, nel suo centro». Un palco centrale, con visione a 360 gradi, piazzato in mezzo al luogo dell’evento, nella carriera di Baglioni s’era già visto, ad esempio nel ‘91 al Flaminio di Roma. Mai, però, in Arena, per un concerto pop. Allargato, allora, il bacino di pubbli- co, da 12 a 17 mila persone. Dodici colonne di casse e luci mobili intorno al palco. Ai vertici del rettangolo i musicisti, ventidue, sezioni d’archi e fiati, due batterie, due tastierist­i e coriste. Sulle pedane computeriz­zate le proiezioni,

soluzione esaltata magari dalle riprese più televisiva, dall’alto. diretta Riprese del secondo di cui concerto, vivrà la quello su Rai Uno di stasera, (fino al dalle tardo 21.05, pomeriggio di ieri rimanevano biglietti in gradinata da 45 euro e in platea da 90 e 95 euro, per il terzo e ultimo show di domenica sempre alle 21, invece, gradinate da 45, 55 e 65 euro, poltroncin­e da 80 euro e platea numerata da 95 euro). La scaletta, come detto, è un racconto di Baglioni lungo tre ore e più, da «Amore bello» a «Sabato pomeriggio», da «Strada facendo» a «Mille giorni di te e di me», da «Noi no» a «Io sono qui». Sui 450 metri quadrati di stage, momenti alternati di pieno («cercavamo quasi l’effetto musical», così Baglioni) e di vuoto, col protagonis­ta in vetrina. Su «Porta Portese», una chiave replicata spesso, cioè parte del palco che si solleva. Tanti giochi di seduzione nei balli di «Con tutto l’amore che posso» ma soprattutt­o di «Un po’ di più». Tra le coreografi­e più d’impatto quelle di «Poster», con i ballerini-senzatetto a mimare il volo («E andare lontano…»), «Ragazze dell’Est» (danzatrici e danzatori legati da un sottile nastro rosso) e poi la bella atmosfera lunare, con giocolieri ed equilibris­ti, in «Notte di note note di notte». Tra le cartoline finali, il piano solo in «Tutti qui», fino ai palloncini alzati nel cielo sopra l’Arena. Qualcuno, in conferenza stampa, ha chiesto a Baglioni se gli piacerebbe non solo iniziarlo ma anche chiuderlo qui, a fine aprile, in Arena, il tour di «Al Centro». «Io me lo auguro», parola sua: «Sarebbe la chiusura del cerchio».

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 ??  ?? «Al centro»Il palco che Baglioni ha voluto al centro dell’Arena come riferiment­o al suo tour (foto Angelo Trani)
«Al centro»Il palco che Baglioni ha voluto al centro dell’Arena come riferiment­o al suo tour (foto Angelo Trani)

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