Chievo, Hellas: torna a parlare il campo
Dopo le sentenze D’Anna e i suoi in trasferta a Roma, i gialloblù ospitano il Carpi
Dopo le sentenze dei giudici, finalmente torna a parlare il campo. Il Chievo riparte da -2, frutto della penalizzazione di 3 punti rimediata nel processo sulle plusvalenze, e sarà impegnato nella difficile trasferta all’Olimpico con la Roma. Tutt’altra situazione per l’Hellas di Grosso (in foto), che invece ha 4 punti, tre dei quali ottenuti a tavolino dal giudice dopo la partita saltata a Cosenza: l’avversario è il Carpi, che finora ha sempre perso, al Bentegodi.
L’Hellas torna in campo dopo tre settimane senza giocare. C’è stata la sosta, in mezzo, e prima ancora il caso Cosenza, con la partita del San Vito-Marulla che non è stata disputata per le pessime condizioni del terreno. Il Verona ha visto il riconoscimento della proprie ragioni in giudizio, si è preso i tre punti ed è salito in classifica, ma adesso occorre conquistare un successo «reale». Al Bentegodi arriva il Carpi, che finora ha sempre perso. Grosso non si fida e ammonisce: «Hanno un’identità chiara che va avanti da anni, sono in grado di mettere in difficoltà chiunque».
La memoria recente sfila verso ricordi agrodolci: fu il Carpi, stendendo il Verona, nel 2016, a segnare il destino dell’Hellas, piazzando la spallata determinante per la retrocessione gialloblù in B. Ma proprio con il Carpi, nel maggio del 2017, il Verona, con un pareggio per 1-1 firmato nel finale di gara da Ganz, staccò virtualmente il biglietto per la Serie A, vidimato qualche giorno dopo a Cesena.
Il presente è fatto di fatti e personaggi diversi, il campionato è appena iniziato e le carte sono mescolate. La pausa è stata utile per permettere all’Hellas di recuperare chi ha avuto dei problemi fisici: «Cissé e Ragusa saranno convocati, sebbene non possano esserci del via», spiega Grosso. I due attaccanti andranno in panchina, quindi, mentre sui titolari di partenza il tecnico dell’Hellas si apre ad alcune concessioni, merce inusuale nell’epoca delle formazioni che restano più segrete di un dossier sul Russiagate: «Non ho ancora deciso per intero la squadra che impiegherò, ma di certo ci saranno Silvestri, Marrone, Laribi, Matos e Di Carmine», l’annuncio.
Cinque nomi su undici sono svelati, così ai cronisti-detective tocca scervellarsi di meno per capire in che modo Grosso schiererà il Verona, e soprattutto con quali giocatori. Se Di Carmine c’è e Matos pure, si fa strada l’idea di un Hellas con Laribi a sostegno delle due punte, in un ruolo di trequartista che gli sta cucito addosso come un abito di sartoria fina: «Può occupare diverse posizioni, gli va data libertà di movimento», è la lettura di Grosso, che rimarca come il fattore K(arim) sia fondamentale per dettare gli spazi d’azione del Verona. Più che 4-3-3, allora, la direzione è quella del 4-3-1-2 – Laribi a sostegno di Matos e Di Carmine –, ma Grosso, dato l’antipasto alla stampa, ributta la pallina nella roulette: «In allenamento proviamo più soluzioni», si destreggia. Intanto riavrà anche Dawidowicz, rimesso in pista dopo la squalifica, residuo della passata stagione a Palermo, grazie alla sentenza del giudice Battaglia sull’episodio di Cosenza, e a restare fuori sarà soltanto Empereur, che la sua, di squalifica, terminerà di scontarla fra tre giornate: «Ci siamo tutti», annuncia Grosso. L’abbondanza non guasta, ma l’unica cosa che conta è vincere.
Grosso Cissè e Ragusa in panchina, Matos e Di Carmine in campo