Corriere di Verona

Chievo, Hellas: torna a parlare il campo

Dopo le sentenze D’Anna e i suoi in trasferta a Roma, i gialloblù ospitano il Carpi

- Matteo Fontana

Dopo le sentenze dei giudici, finalmente torna a parlare il campo. Il Chievo riparte da -2, frutto della penalizzaz­ione di 3 punti rimediata nel processo sulle plusvalenz­e, e sarà impegnato nella difficile trasferta all’Olimpico con la Roma. Tutt’altra situazione per l’Hellas di Grosso (in foto), che invece ha 4 punti, tre dei quali ottenuti a tavolino dal giudice dopo la partita saltata a Cosenza: l’avversario è il Carpi, che finora ha sempre perso, al Bentegodi.

L’Hellas torna in campo dopo tre settimane senza giocare. C’è stata la sosta, in mezzo, e prima ancora il caso Cosenza, con la partita del San Vito-Marulla che non è stata disputata per le pessime condizioni del terreno. Il Verona ha visto il riconoscim­ento della proprie ragioni in giudizio, si è preso i tre punti ed è salito in classifica, ma adesso occorre conquistar­e un successo «reale». Al Bentegodi arriva il Carpi, che finora ha sempre perso. Grosso non si fida e ammonisce: «Hanno un’identità chiara che va avanti da anni, sono in grado di mettere in difficoltà chiunque».

La memoria recente sfila verso ricordi agrodolci: fu il Carpi, stendendo il Verona, nel 2016, a segnare il destino dell’Hellas, piazzando la spallata determinan­te per la retrocessi­one gialloblù in B. Ma proprio con il Carpi, nel maggio del 2017, il Verona, con un pareggio per 1-1 firmato nel finale di gara da Ganz, staccò virtualmen­te il biglietto per la Serie A, vidimato qualche giorno dopo a Cesena.

Il presente è fatto di fatti e personaggi diversi, il campionato è appena iniziato e le carte sono mescolate. La pausa è stata utile per permettere all’Hellas di recuperare chi ha avuto dei problemi fisici: «Cissé e Ragusa saranno convocati, sebbene non possano esserci del via», spiega Grosso. I due attaccanti andranno in panchina, quindi, mentre sui titolari di partenza il tecnico dell’Hellas si apre ad alcune concession­i, merce inusuale nell’epoca delle formazioni che restano più segrete di un dossier sul Russiagate: «Non ho ancora deciso per intero la squadra che impiegherò, ma di certo ci saranno Silvestri, Marrone, Laribi, Matos e Di Carmine», l’annuncio.

Cinque nomi su undici sono svelati, così ai cronisti-detective tocca scervellar­si di meno per capire in che modo Grosso schiererà il Verona, e soprattutt­o con quali giocatori. Se Di Carmine c’è e Matos pure, si fa strada l’idea di un Hellas con Laribi a sostegno delle due punte, in un ruolo di trequartis­ta che gli sta cucito addosso come un abito di sartoria fina: «Può occupare diverse posizioni, gli va data libertà di movimento», è la lettura di Grosso, che rimarca come il fattore K(arim) sia fondamenta­le per dettare gli spazi d’azione del Verona. Più che 4-3-3, allora, la direzione è quella del 4-3-1-2 – Laribi a sostegno di Matos e Di Carmine –, ma Grosso, dato l’antipasto alla stampa, ributta la pallina nella roulette: «In allenament­o proviamo più soluzioni», si destreggia. Intanto riavrà anche Dawidowicz, rimesso in pista dopo la squalifica, residuo della passata stagione a Palermo, grazie alla sentenza del giudice Battaglia sull’episodio di Cosenza, e a restare fuori sarà soltanto Empereur, che la sua, di squalifica, terminerà di scontarla fra tre giornate: «Ci siamo tutti», annuncia Grosso. L’abbondanza non guasta, ma l’unica cosa che conta è vincere.

Grosso Cissè e Ragusa in panchina, Matos e Di Carmine in campo

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