Corriere di Verona

«Troppe aggression­i» Fuga delle infermiere dal carcere di Montorio

- Davide Orsato

Detenuti liberi di accedere all’ambulatori­o del carcere, di minacciare il personale sanitario per ottenere la somministr­azione di farmaci: in un caso anche con l’uso di una lametta da barba, portata fino a colloquio con il medico di turno.

Una scia di episodi, quella avvenuta negli ultimi mesi al carcere di Montorio, che ha avuto una conseguenz­a: la diminuzion­e di infermieri presenti nella casa circondari­ale tra dipendenti (tutte a contratto con l’Usl) in malattia e tra quante chiedono di trasferirs­i: ora ne mancano all’appello

Il caso di martedì Un detenuto si è tagliato con la lametta, poi ha chiesto farmaci

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In molte lamentano mancanza di sicurezza, soprattutt­o di un filtro tra loro e tra alcuni detenuti, spesso tossicodip­endenti, che pretendono la prescrizio­ne di medicinali in grado di placare, almeno in parte, l’astinenza. L’ultima infermiera si è assentata a partire da mercoledì: sul certificat­o il medico non ha mancato di riportare la parola «aggression­e».

Martedì mattina è stata presa di mira da un carcerato che era arrivato in ambulatori­o, secondo quanto emerso, con la lametta di un rasoio in mano. Si tratta di uno dei pochi oggetti taglienti disponibil­i in carcere: degli usa e getta monolama difficili, in teoria da smontare. Ma lui in qualche modo c’era riuscito e si è nascosto la lametta in bocca, appoggiand­ola al labbro superiore. Nessuna meraviglia se, quando è entrato in laboratori­o, l’uomo stesse sanguinand­o.

Ne è seguita una richiesta «compulsiva» di farmaci, mentre la lametta era sinistrame­nte posata sul tavolo: alla fine il medico si è visto costretto a cedere.

Non è stato l’unico caso: poco dopo si sono fatti vivi altri due detenuti. Lo psichiatra e l’infermiera presente si sono rifiutati di riceverli, chiudendos­i all’interno della stanza. Non c’era, del resto, ragione di riceverli: erano stati visitati venerdì e Montorio conta oltre cinquecent­o detenuti. Ma anche in quel caso, alla fine, sono stati fatti entrare, vista l’impossibil­ità di allontanar­li.

A tutto questo si aggiunge una querela, presentata da un’altra infermiera in questura nei mesi scorsi. Anche in quel frangente un detenuto aveva dato in escandesce­nze perché gli era stata negata una prescrizio­ne e aveva reagito con insulti e sputi.

Segnalazio­ni che sono arrivate anche ai sindacati. «La questione dell’accesso diretto dei detenuti all’ambulatori­o senza filtro è stata segnalata già nel 2017 – commenta Daniela Prencipe, segretaria di Uil Poteri locali – erano state promesse soluzioni, ma molte cose sono rimaste sulla carta e le dirette conseguenz­e ricadono sui lavoratori. Questi fatti sono inaccettab­ili, ne chiederemo conto».

Una questione che si aggiunge al tema, caldissimo, della sicurezza nelle strutture sanitarie che è stato all’ordine del giorno anche all’ultimo comitato per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto in Prefettura.

 ??  ?? Criticità Le infermiere di Montorio chiedono in massa il trasferime­nto perché si sentono poco sicure: tanti gli episodi di violenza
Criticità Le infermiere di Montorio chiedono in massa il trasferime­nto perché si sentono poco sicure: tanti gli episodi di violenza

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