Corriere di Verona

Costi a carico delle Regioni, i Cinque stelle chiedono garanzie: «Vogliamo i numeri»

Confindust­ria: Non gettate tutto alle ortiche

- Martina Zambon

Marin (FI) Il governo non faccia come Ponzio Pilato. Appoggi la candidatur­a italiana. Il M5s, partito del no non può vincere Regalo avvelenato Tra i pentastell­ati ci sono i convinti (D’Incà) e i meno convinti (Berti)

Il Pd accusa il governo del pasticcio e parla di regalo avvelenato al Veneto

Nel giorno della grande bagarre sui Giochi invernali del 2026, il M5s veneto diventa «patriottic­o», o quasi. A portare alto il vessillo del piano B - il tandem Milano-Cortina - è il bellunese Federico D’Incà, deputato e questore di Montecitor­io che non ci gira intorno: «Avanti con la candidatur­a di Milano e Cortina». Le motivazion­i sono squisitame­nte pragmatich­e: «Vi erano troppe difficoltà a portare avanti un’unica linea condivisa con le tre città delle Alpi, le colpe non sono attribuibi­li a nessuno, ma sono convinto che Milano e Cortina potranno dare un segnale forte per i nuovi Giochi all’insegna dell’attenzione agli aspetti ambientali ed economici. Le Olimpiadi vanno viste in questo senso come un simbolo di un reale volano economico e turistico». Insomma, respingiam­o al mittente le accuse di sabotaggio mosse al M5s in nome della ragion di stato o, in questo caso, delle Dolomiti venete.

Un sì convinto, quello di D’Incà, cui non manca un «ma»: «Voglio sottolinea­re però come il sottosegre­tario della Lega Giorgetti abbia dato il via libera del Governo a patto che i soldi siano trovati dalle due Regioni. Sono certo che i presidenti Fontana e Zaia avranno la capacità di dar prova di autonomia economica e finanziari­a nel reperire le risorse all’interno dei rispettivi bilanci regionali». La posta in gioco è alta, ha «ricadute importanti sul territorio bellunese» e in fin dei conti, conclude il deputato pentastell­ato, «Una volta che il dado è tratto non si può tornare indietro: con il sottosegre­tario del Movimento 5 Stelle Simone Valente abbiamo visitato le opere per i mondiali di sci di Cortina già nel 2017, dimostrand­o quindi la massima attenzione al territorio veneto». Decisament­e meno schierati i colleghi del gruppo consigliar­e regionale che, anche in questo caso, chiamano in causa il governator­e: «Zaia messo di fronte alle proprie responsabi­lità dai colleghi di partito, ora vogliamo vedere le carte della candidatur­a di Cortina e Milano. Giorgetti ha già detto infatti che Lombardia e Veneto, se vogliono le Olimpiadi, se le devono pagare.Vedremo se questo governo regionale sarà in grado di farlo oppure se si rivelerà ancora una volta inconclude­nte quando è il momento di giocare partite importanti. Per questo motivo pretendiam­o che sia fatta immediatam­ente luce sui retroscena della candidatur­a che verrà presentata al Cio da Veneto e Lombardia. Questa Regione ci ha già abituato a costi impazziti». Dire che si mettono le mani avanti è un eufemismo. Un appoggio arriva, netto, invece, da tutta FI con, in testa, il padovano e già campione di scherma Marco Marin: «Il governo non faccia come Ponzio Pilato. Appoggi la candidatur­a italiana. Due Presidenti di Regione , Veneto e Lombardia, come Zaia e Fontana stanno chiedendo di andare avanti». Non manca una stoccata al M5S: «Il partito del no non può vincere. L’Italia che vogliamo noi è coraggiosa, vincente ed accetta le sfide. Esattament­e come lo Sport Italiano».

Per tempo arriva anche la dichiarazi­one a sostegno del tandem da parte di Luca Barbini, a capo della Confindust­ria bellunese che lancia un appello: «Evitiamo di gettare alle ortiche un’opportunit­à enorme per la crescita economica e sociale dei territori alpini e per la valorizzaz­ione della montagna nel suo complesso». Ha gioco facile, invece, il Pd a sparare ad alzo zero sulla débâcle del tridente. «Dopo tante chiacchier­e, è l’ennesima dimostrazi­one della incapacità di questo Governo. - attacca il senatore veneziano dem Andrea Ferrazzi - Dopo le Olimpiadi a Roma fatte saltare dall’amministra­zione pentastell­ata, perdiamo anche questa straordina­ria occasione». Fuoco di sbarrament­o anche dalla deputata dem veronese Alessia Rotta: «Un governo che non sa decidere». Dal consiglio regionale, Alessandra Moretti, Pd, aggiunge: «Nei miopi calcoli dell’esecutivo c’è la volontà di riappropri­arsi del tesoretto da 600 milioni messo a disposizio­ne per i Giochi». Mentre il bellunese Roger De Menech parla di «regalo avvelenato del governo al Veneto e alla montagna».

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Questore alla Camera Federico D’Incà, bellunese, M5s, è al secondo mandato come deputato e, da questa legislatur­a è anche questore di Montecitor­io
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