Il Contrada Salvarenza tra i 50 migliori vini d’Italia
Il Soave Gini nella classifica del Best Italian Wine Awards
Ci sono due etichette venete nella classifica dei 50 migliori vini italiani. Luciano Ferraro sul «Corriere della Sera» ha presentato la graduatoria espressa dalla giuria internazionale del Best Italian Wine Awards (Biwa). I premi per la nostra regione sono andati a due vini vulcanici di due cantine storiche, una scaligera e una padovana. Per Verona è stato premiato il Contrada Salvarenza – Vecchie Vitigne dell’azienda agricola Gini Sandro e Claudio di Monteforte d’Alpone. Per Padova il riconoscimento è andato a Donna Daria della cantina Conte Emo Capodilista La Montecchia di Selvazzano Dentro. Nella classifica guidata dal Sassicaia 2015 di Tenuta San Guido, Donna Daria occupa la ventinovesima posizione in classifica, Contrada Salvarenza la trentesima. «Sono due grandissimi vini – commenta il sommelier e opinion leader Luca Gardini – che sono stati apprezzati da una giuria internazionale formata da 12 grandi esperti.
Quello di Gini esprime tutta la potenza del terreno vulcanico del Soave e ha una grandissima bevibilità, mentre Giordano Capodilista ha tirato fuori con Donna Daria una perla in un’annata bellissima. Sono due prodotti che portano in alto i colori del Veneto». Gardini rivela anche che, subito dopo i 50 migliori vini, sono stati segnalati altri Valpolicella e Soave.
L’azienda agricola Gini Sandro e Claudio è una realtà storica di Verona. Esistono documenti che risalgono al XVI secolo, mentre la famiglia ha recuperato un atto che parla di una compravendita di uva Garganega del XVII secolo. Oggi i due fratelli Sandro e Claudio producono principalmente vini ottenuti proprio dalla Garganega, tutti con certificazione biologica. L’etichetta premiata dal Biwa è un vino le cui uve si trovano sui vigneti della collina La Froscà sopra Monteforte d’Alpone. «Sono viti antichissime, sopravvissute anche alla filossera. Hanno dai 120 ai 140 anni e producono pochissima uva, anche un quarto rispetto alle viti più giovani. Hanno bucce resistenti, grappoli molto piccoli e gli acini che non si toccano. Sono gli ultimi vigneti che vendemmiamo, aspettiamo sempre le ultime settimane di ottobre».
Il vino fermenta in botti da 25 ettolitri e in barrique non nuove, poi viene lasciato in bottiglia fino a un anno e mezzo. Se ne producono solo 12 mila bottiglie, che si vendono praticamente solo su prenotazione. In cantina il prezzo parte da 18 euro e può arrivare a costare 40 euro in ristorante. È un vino di cui si consiglia l’abbinamento con pesce saporito (crostacei), baccalà alla vicentina e carni bianche. La cantina, oltre al Soave, produce anche il Pinot nero coltivato in Valpolicella, e quest’anno uscirà con le prime bottiglie di Valpolicella Superiore e Amarone.