Corriere di Verona

Venezia, in tutto il centro storico vietato sedersi e sdraiarsi

- G.B.

Fosse per il consiglier­e fucsia Paolo Pellegrini nessuno potrebbe sedersi sulle scalinate delle chiese, come il pronao della basilica del Redentore o della Salute, dove ogni giorni si accomodano centinaia di persone. La collega Francesca Rogliani nella lista dei luoghi off

limits per una seduta aggiungere­bbe le rive e i loro muretti, il che equivarreb­be a migliaia di multe al giorno: all’ora dello spritz i primi a usare i muretti o le vere da pozzo a mo’ di sgabello sono proprio i veneziani, di qualsiasi età. Di contro, Pd e M5s gridano allo scandalo: «Venezia sta diventando la città dei divieti, non può essere tutto proibito», sbottano la dem Monica Sambo e la pentastell­ata Sara Visman. Da prima dell’estate, i consiglier­i comunali studiano il nuovo Regolament­o di polizia e sicurezza urbana, la Bibbia cioè di cosa si può o non si può fare nel Comune di Venezia e due giorni fa, in commission­e Sicurezza, è stato trattato l’articolo 35 «Atti contrari al decoro in relazione all’uso improprio delle aree monumental­i, dei ponti e delle altre strutture viarie» - e per due ore è stata battaglia su nemmeno una pagina di disposizio­ni, che tra l’altro non sono una novità dell’ultima ora. In laguna, sono anni che è vietato sdraiarsi o sedersi sui ponti o in piazza San Marco, pena 50 euro di multa, ma nel vecchio regolament­o, questi divieti - introdotti, a onor del vero, da sindaci di centro sinistra - portavano il nome di «divieto ai bivacchi». Ora, nel riscrivere il regolament­o, Comune e polizia municipale hanno deciso di essere più precisi, indicando i luoghi dove vige lo stop. «In tutto il centro storico - si legge - è vietato sedersi o sdraiarsi a terra, sui gradini di ponti e portici e comunque costituire ostacolo alla circolazio­ne dei pedoni». A Murano, Burano e Lido e in terraferma sono state invece individuat­e alcune zone sensibili mentre in tutto il territorio comunale non ci può sdraiare sulle panchine, salirci con i piedi e «in ogni caso bivaccare», conclude l’articolo della discordia.

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