Provolo, scuola venduta per i risarcimenti
Argentina, istituto ceduto per risarcire le vittime. Altri guai per il prete veronese
Da «scuola dell’orrore» a centro civico comunale. È quanto sta per accadere nella città argentina di Mendoza nei locali dell’Istituto per giovani sordomuti Provolo , dove sono stati denunciati anni di abusi.
Da «scuola dell’orrore» a centro civico comunale. È quanto sta per accadere nella città argentina di Mendoza: i locali dell’Istituto per giovani sordomuti Provolo (direttamente collegato alla sede centrale di Verona) - dove sono stati denunciati anni di sistematici abusi sessuali su bambini e ragazzi fino all’arresto nei mesi scorsi di due sacerdoti, due suore e sette dipendenti del collegio religioso sono stati appena acquistati dal comune di Luján de Cuyo. Sulle agghiaccianti molestie e violenze raccontate dalle vittime sta per iniziare un maxi processo che vede tra i 12 imputati anche un religioso veronese, don Nicola Corradi di 83 anni, raggiunto proprio in questi giorni da un’ulteriore denuncia per abusi.
Ma sulla clamorosa operazione immobiliare e il passaggio al Comune delle «aule dell’orrore» sta montando un’autentica bufera politica. Non solo, perché la notizia passaggio di proprietà per 153 milioni di pesos è stata una sorpresa per tutti i residenti e ha suscitato un’ondata di proteste e lamentele da parte di cittadini e soprattutto famiglie delle vittime. Se l’Ordine religioso che gestisce il Provolo ha motivato la decisione di cedere gli immobili per ripianare i debiti che l’hanno travolto alla luce delle molteplici richieste di risarcimento danni scattate dalle vittime dei soprusi, il consiglio comunale di Luján autorizzato l’acquisto con una votazione ufficiale e il sindaco Omar De Marchi ha annunciato che l’obiettivo è l’installazione al posto della scuola per sordomuti, chiusa dopo lo scandalo, del futuro centro amministrativo comunale. Ma le opposizioni hanno preannunciato battaglia contro la compravendita e stanno organizzando una manifestazione generale di protesta insieme a vittime e associazioni. Finora la proprietà dell’Istituto apparteneva all’Ordine religioso cattolico di San José e agli amministratori del Provolo a Mendoza e La Plata. Durante la votazione con cui il consiglio di Lujan ha approvato con 8 voti a favore e 2 contrari la compravendita, è stato spiegato dal primo cittadino che «la mancanza di fondi dopo la chiusura delle attività a partire da novembre 2017 ha prodotto danni incommensurabili, riducendo la locale scuola del Provolo sull’orlo della bancarotta. Il denaro ricevuto dalla compravendita potrà essere usato per far fronte a future rivendicazioni legali delle vittime di abusi, così come ai crediti di lavoro degli ex lavoratori dello stabilimento». Inoltre il sindaco De Marchi ha chiarito che «i fondi provenienti dalla transazione andranno a confluire in un trust con il quale la parte venditrice, ovvero i responsabili del Provolo, dovrà garantire che saranno destinati al pagamento delle pretese attuali e future della vittime». I quasi 153 milioni di pesos saranno pagati con una rata iniziale di 60,5 milioni e quattro annuali di 638 mila dollari, fino alla cancellazione nel 2022: «Siamo consapevoli della memoria amara legata ai fatti avvenuti in questo luogo - ha chiarito il sindaco dopo le polemiche - e vogliamo appoggiare le vittime nella loro richiesta di giustizia».Il caso giudiziario è iniziato nel novembre 2016, quando oltre a don Corradi sono stati arrestati Horacio Corbacho, altro sacerdote, e gli ex dipendenti del Provolo Jorge Bordon e Armando Gomez . I quattro sono accusati di violenze sessuali plurime ai danni di minori che hanno frequentato la scuola privata per bambini e ragazzi sordomuti a Mendoza. Nel processo che sta per iniziare,sono almeno 18 le vittime di violenze e corruzione di minori , di età compresa tra 4 e 17 anni, e oltre 45 i «fatti aberranti» che si sarebbero verificati tra il 2004 e il 2016. L’inchiesta si è poi estesa ad altri 8 indagati, tra cui la suora giapponese Kumiko Kosaka.