Corriere di Verona

La trattativa per fare del Camploy un set televisivo

- di Lillo Aldegheri

Sono in corso le trattative VERONA per affidare il Teatro comunale del Camploy ad una rete televisiva nazionale (quasi certamente Mediaset), più o meno da metà ottobre fino a metà marzo. La notizia, anticipata dal Corriere di Verona, dopo la protesta in consiglio comunale della consiglier­a del Pd, Elisa La Paglia, sta mettendo a soqquadro il mondo teatrale e culturale, ma anche quello politico. La decisione sarebbe nata su richiesta di Gian Marco Mazzi, responsabi­le del settore Extraliric­a della Fondazione Arena di Verona.

Secondo indiscrezi­oni attendibil­i (le trattative sono tuttora in corso) proprio Mazzi, le cui azioni sono salite alle stelle, agli occhi del sindaco, dopo i successi riportati dalle serate areniane di Andrea Bocelli, Claudio Baglioni e Laura Pausini, intendereb­be usare il Camploy quale studio televisivo con pubblico presente. Lo stesso Mazzi aveva realizzato anni fa, tra il 2009 e il 2010, per Rai2 il programma «Due», che prevedeva l’esibizione in coppia di importanti musicisti e cantanti italiani (protagonis­ti, tra gli altri, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Lucio Dalla e Gianni Morandi) e veniva registrato proprio presso al Camploy, scelto per la sua conformazi­one ad arena con il pubblico disposto come in un anfiteatro. Allora erano state registrate 4 puntate. E tuttavia sarebbe, stavolta, un progetto molto più ambizioso quello a cui lavora il manager. Raggiunto telefonica­mente, tuttavia, non vuole aggiungere dettagli, si limita a un «no comment», aggiungend­o che «se ci saranno novità le comunicher­emo nei prossimi giorni».

Le indiscrezi­oni sul nuovo progetto hanno provocato però anche le prime reazioni, all’ipotesi che potrebbero saltare tutti i programmi delle compagnie amatoriali (che lì avevano già programmat­o la loro attività invernale) ed anche della rassegna comunale «L’altro teatro» già programmat­e al Camploy. Per tutti si sta peraltro cercando una soluzione alternativ­a (si è parlato del Teatro Alle Stimate, di piazza Cittadella, dell’Alcione in Borgo Venezia e di altre possibilit­à, anche «migliorati­ve» rispetto al Camploy.

Intanto però le polemiche divampano. Flavio Tosi ha protestato ieri contro questa scelta (ma anche contro la delibera che rafforza la destinazio­ne congressua­le della Gran Guardia, a discapito di altri utilizzi) affermando che «Sboarina sta privatizza­ndo il Camploy e la Gran Guardia per fare cassa, ma così fa danno al mondo associativ­o e culturale della città». Ed il consiglier­e tosiano Alberto Bozza ha sottolinea­to che «cedendo il Camploy si mettono in crisi le associazio­ni del territorio, mentre sulla Gran Guardia si vuole ridimensio­nare uno spazio da sempre polifunzio­nale che si trova nel cuore della piazza più simbolica e famosa di Verona». La consiglier­a del Pd, Elisa La Paglia ha presentato un’interrogaz­ione affermando che «l’unico spazio cittadino praticabil­e in periodo invernale, con molte date già assegnate, verrebbe trasformat­o in set televisivo privato, senza alcun rispetto per decine di compagnie amatoriali».

Tosi Così Sboarina privatizza la cultura a Verona per far cassa

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Il manager L’idea di un programma tv al Teatro Camploy sarebbe di Gianmarco Mazzi

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