LA SOCIETÀ CHE NEGA I NUMERI
Idati che l’Istat ha appena sfornato disegnano il volto sociale dell’Italia e del Veneto di domani. Un volto nuovo, inaspettato. Un volto da Giano bifronte, dato che sono due le grandi tendenze sociali che spingono verso il futuro. La prima è quella di un numero crescente di nuovi anziani, nuovi perché «giovanilmente» longevi ma anche perché dotati di un approccio diverso alla vita, sempre più lunga. La seconda tendenza svela una famiglia che si fa sempre più senza matrimonio di sorta, mentre le unioni civili di sicuro non lo sostituiscono (come forse temeva qualcuno), dato che rimangono su numeri minuscoli. Primo punto: di sicuro siamo sempre più un paese di vecchi (e di conseguenza «per vecchi»). Dal 1991 ad oggi sono più che raddoppiati gli ottantenni mentre i centenari in Italia sono 16 mila ed i super-centenari (110 anni e più) una ventina. In Veneto i centenari sono circa 1.200 mentre ormai sono più numerosi coloro che compiono 80 anni di quelli che festeggiano il primo anno di vita. Ma non è solo un discorso di numeri: più anziani, più longevi. Cambia anche il concepirsi e il viversi anziani. Lo riassume bene un libro di John Leland («Scegliere di essere felici»), un giornalista americano che ha frequentato per un anno sei ultraottantenni scoprendo che certamente «hanno perso molto» (la vista, l’udito, la mobilità, la memoria, il coniuge), ma «non hanno perso tutto» quanto a capacità di gustare la vita.
Tutte cose che i numeri non possono né capire né rappresentare. I numeri stanno nella testa e nei computer, ma oggi la realtà viene letta (e creata) più con il cuore se non addirittura con la pancia. Più che la lentezza imbelle della democrazia rappresentativa, della mediazione politica, dei corpi intermedi e delle analisi (basate sui numeri appunto), o peggio ancora degli aborriti esperti (una casta «infida»), conta la democrazia – questa sì genuina – immediata, veloce quanto un click del computer. Per dirla tutta, una oclocrazia, un governo delle masse da auscultare continuamente nei suoi desideri e volontà. Non interessa che le fake news si moltiplichino incontrollate alterando e facendo collassare la realtà. Dove tutto ciò che appare non necessariamente deve esistere veramente. Ma collassando la realtà collassano anche i numeri, che di questa realtà dovrebbero essere i descrittori autentici ed imparziali. Forse – alla faccia dell’informatica – siamo già in una società post numerica. La statistica, tutt’al più, serve solo se conferma le sensazioni che abbiamo. O ci hanno fatto avere. Altrimenti sono solo numeri, numerosi ma fasulli.