Corriere di Verona

Gay aggrediti, non si vota la mozione di solidariet­à

Il consiglio comunale non vota la mozione, la Lega: «Ci sono le indagini». Angelo: «Atto vergognoso»

- Angiola Petronio

Niente voto in Comune per la mozione di solidariet­à alla coppia gay (foto) aggredita.

«Ogni parola è superflua». Eppure l’altra sera in consiglio comunale le parole sono corse, a fiumi. Fino a straripare nell’intervento del consiglier­e leghista Vito Comencini che le sue «perplessit­à» le ha motivate con un «sono in corso indagini per verificare i fatti. C’è una denuncia contro ignoti, ma non è chiaro quello che è accaduto, se non dalla testimonia­nza della coppia».

È stato così che l’approvazio­ne - mancata per 13 voti a favore della sospension­e e 12 contrari - di una mozione che doveva esprimere solidariet­à ad Angelo e Andrea, la coppia gay aggredita prima in piazza Bra e poi nella loro casa a Stallavena, è diventata altro. Un’occasione mancata per il consiglio comunale. «Un atto schifoso e vergognoso», per come lo hanno bollato Angelo e Andrea che la solidariet­à non la vanno elemosinan­do perché, tranne che dal consiglio comunale di Verona, la stanno raccoglien­do anche dall’estero . «Ogni parola è superflua» è stato il commento di chi quella mozione l’aveva presentata, il consiglier­e M5S Alessandro Gennari. Nel testo ha ripercorso le aggression­i e chiedeva al consiglio di «esprimere la propria solidariet­à nei confronti della coppia aggredita e condanna fermamente qualsiasi tipo di violenza, specie se perpetrata per motivi di carattere ideologico». Nessun riferiment­o politico, proprio per avere la massima adesione. Ma in una città dove è ancora in vigore la mozione 336 che da ventitrè anni impegna la giunta a contrastar­e la parità dei diritti per i gay, forse si è peccato di ottimismo. «Una mozione di scontato buon senso e di una banalità imbarazzan­te. Evidenteme­nte non la pensa così la maggioranz­a che addirittur­a ha votato per non votarla. Bentornata nel Medioevo Verona», è stato il commento del consiglier­e Pd Federico Benini. Per un centrosini­stra che neanche quando è stato al timone della città è riuscito ad annullare la 336. Tant’è. Su quella mancata votazione si stanno alzando le barricate politiche. «Quello era un documento ideologico che comunque io non votai - spiega l’ex sindaco Flavio Tosi che sulla mozione per Angelo e Andrea ha dato il suo assenso -. Qui si tratta di un’aggression­e che è palesement­e omofoba. E va condannata. Non votarla è un fatto grave». Parla di «oscurantis­mo» Patrizia Bisinella, che oggi terrà una conferenza stampa. E parlano anche loro, Angelo e Andrea. Ci sarà una manifestaz­ione da Grezzana a Stallavena per dire quello che il consiglio comunale non è riuscito ad esprimere. Martedì incontrera­nno la senatrice Monica Cirinnà, la cui legge ha permesso loro di sposarsi. «Nessuno, né il sindaco di Verona né quello di Grezzana - spiega Angelo - e alcun politico locale ci ha mai neanche fatto una telefonata. Di contro qualcuno della loro maggioranz­a ci offende instilland­o dubbi sull’aggression­e. Noi stiamo vivendo una situazione allucinant­e, nella paura. Che si arrivi a certi livelli è schifoso». Ma la solidariet­à spesso arriva da dove non ti aspetti. E ha volti che non penseresti. «L’unica “figura istituzion­ale” che è venuta a trovarci è stato il parroco di Stallavena. Ci ha voluto salutare perché andrà via, ci ha regalato una medagliett­a, ci ha benedetto...». E quel gesto per Angelo e Andrea vale di più di mille - mancate - mozioni.

Angelo Ci è arrivata vicinanza dall’estero. Il parroco di Stallavena ci è venuto a trovare, ma nessun politico veronese si è fatto vivo

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Insieme Andrea e Angelo davanti al cartello che hanno esposto ieri

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