«Volevano uccidermi: sono fuggito dall’Africa e ho perso tutto Questo è altro mondo, desidero avere una vita»
«Sono scappato dall’Africa perché volevano ammazzarmi. Per il fatto d’essere gay ho corso quel pericolo e soprattutto ho perso tutto quello che avevo. La sensazione era quella di non vivere la mia vita. Qui, per fortuna, la sensazione è quella di poter essere me stesso». Solomon arriva dalla Nigeria, è un richiedente asilo fuggito dalle discriminazioni sessuali e a Verona lo sta aiutando lo sportello Pink Refugees del Circolo Pink. «Aspetto l’appuntamento con la commissione territoriale per raccontare la mia storia e chiedere l’asilo, e intanto studio l’italiano». Ospite al convegno dell’Università sui migranti Lgbt, spiega: «Sono arrivato in Sicilia con la nave nel 2017. Non avevo programmato l’Italia, semplicemente sono scappato e la fuga mi ha portato sulla rotta dei migranti. A Verona, mi ha dato un letto la casa d’accoglienza Il Samaritano della Caritas». Il più grande scoglio? «All’inizio, qui, avevo paura di parlare, sempre, con tutti. In Nigeria non potevo essere me stesso quindi nemmeno esprimermi. Dovevo perdere l’abitudine alla “chiusura”. Credo di essere nel posto giusto, adesso. È come passare in un altro mondo, dove puoi finalmente avere una vita».