Ferito a morte: dopo 12 anni la vedova finisce a processo
(la.ted.)A processo per la morte del marito, ucciso nella loro abitazione quasi dodici anni fa. Era il 16 dicembre del 2006 ed era stata proprio la consorte, nei cui confronti si è aperto ieri il processo in Corte d’assise (presidente
Sandro Sperandio, in foto, ndr) a uscire in strada e chiedere aiuto. Il marito, Aziz Nayih, marocchino di 40 anni residente a Valeggio, stava agonizzando in casa per una ferita all’addome. A distanza di 12 anni, per quell’omicidio volontario aggravato, ieri la moglie Nadia Fellahi si è ritrovava nella veste di unica imputata, assistita dagli avvocati Luca Tirapelle e Paolo Mastropasqua. All’epoca, all’esterno dell’abitazione, non era stata trovata alcuna traccia di sangue dai carabinieri. In casa, a parere dell’accusa (che aveva chiesto l’archiviazione) c’era solo Nadia: ieri, in udienza,è stato deciso l’affidamento a un perito (che giurerà il 9 ottobre) dell’incarico di trascrivere le intercettazioni relative a un dialogo intercorso tra l’imputata e il figlio nella caserma dei carabinieri. Per entrare nel merito delle testimonianze (tra gli altri, deporranno il medico legale De Leo e gli esperti del Ris), bisognerà attendere maggio.Mentre Nadia affronta il processo da libera, è ancora in cella Salvatore Mirabile, da ieri accusato in Assise dell’omicidio preterintenzionale della sorella Corradina, uccisa e abbandonata agonizzante il 19 ottobre 2015.