Festival, fiere e incontri Se in Veneto sboccia il settembre culturale
Settembre è sempre un mese meraviglioso, quando il tempo lo permette, non solo per gli ultimi raccolti agronomici ma anche per ritrovarsi in festival, fiere, incontri culturali e rassegne di vario contenuto. Il clima è spesso gradevole e indulge ad uscire e partecipare a tali eventi ed incontri. Le cronache di questi giorni sono trabocchevoli di annunci ed evidenziazioni. Pordenonelegge, festa del libro con l’autore che si è appena chiuso, Una Montagna di Libri a Cortina, Carta Carbone festival a Treviso che parte a ottobre, SugarCon a Rovigo, La Fiera delle Parole in collaborazione con otto comuni della provincia di Padova, il prestigioso Premio Campiello, da poco concluso che, fra le altre cose, ha premiato per il Campiello Giovani la veronese Elettra Solignani. Il comune padovano di Vighizzolo d’Este ospita il Festival delle Basse la prima rassegna di Comuni delle province di Padova, Verona, Vicenza e Rovigo. Ottimo progetto questo che ha tra i suoi obiettivi quello di trasformare le “Basse”, inteso come territorio meridionale rapportato ad un settentrione capoluogo, in contenitori culturali promuovendone le identità e le potenzialità socio-economiche. Altresì, molti altri sono gli eventi in regione la cui elencazione, da cui ci esimiamo, sarebbe copiosa. Ne ho voluti citare alcuni per affermare un concetto: fare cultura non è esporre le proprie bellezze cittadine, né calendarizzare degli eventi, ma piuttosto un processo in cui vanno affrontati temi come l’accessibilità degli spazi urbani, le relazioni umane all’interno della città e soprattutto il tema di come la cultura possa ridisegnare l’economia della città, il vivere sociale recuperando le proprie identità e diventando strumento di crescita e rigenerazione urbana. In questa prospettiva di contenuti non va sottovalutata e sminuita la protesta dei giovani che hanno partecipato all’assemblea pubblica organizzata a Mestre a pochi giorni dallo sgombero del Lo.Co., il laboratorio di via Piave nello stabile dell’ex biblioteca che era stato occupato nel 2017. Chiedono che Mestre e Venezia non diventi un grande parco giochi per turisti con Mestre nel ruolo di dormitorio low cost con la continua costruzione di alberghi e la conseguente diminuzione degli spazi ai cittadini, chiedendo altresì iniziative culturali e più servizi sociali. È un grido giovanile che dev’essere ascoltato. La politica negli ultimi decenni ha modificato enormemente l’assetto scolastico relegando le materie umanistiche e artistiche molto al di sotto delle materie di carattere tecnico-scientifico (le discipline utili per il lavoro in cima e il resto più in basso); uno schema che nel tempo ha raggiunto il suo acme nel fordismo. Ci ricordava Karl Kraus che «Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti».