Tassa rifiuti, l’Amia pensa di aumentarla
«Ritoccare le tariffe sarebbe l’ultima cosa che vorremmo fare, ma purtroppo al momento non esistono alternative». È partita da questa preoccupante affermazione la prima uscita ufficiale del neo presidente dell’Amia, Bruno Tacchella, invitato ieri in commissione, a Palazzo Barbieri, per una discussione che doveva essere su temi tecnici (gestione del verde e della raccolta rifiuti in città) ma che si è subito trasformata in un confronto ampio sul futuro dell’azienda. Tacchella ha trovato infatti, al suo arrivo alla guida dell’Azienda, un «buco» di bilancio di circa 320 mila euro, e questo ovviamente pesa sulle strategie. Anche perché Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) ha affermato che «andando avanti di questo passo, nel 2018 il disavanzo aumenterà di molto, e secondo alcuni potrebbe addirittura raddoppiarsi, visti i dati dei primi sei mesi». Di qui l’ipotesi di rincaro delle tariffe, anche se Tacchella ha promesso che «cercheremo in tutti i modi di trovare il modo di evitare gli aumenti». La discussione è virata poi sul nodo della imminente trasformazione societaria (project financing o gara pubblica per l’assegnazione del servizio?). Mauro Bonato, capogruppo leghista ma anche dipendente di Amia, ha espresso i timori (anche di sindacati e lavoratori) per l’annunciata fusione tra l’Agsm (capogruppo di Amia) e i vicentini di Aim: «Se quella fusione si farà – ha spiegato - salterà ogni ipotesi di modifica, sia che si tratti di gara a doppio oggetto, di project financing, di gestione in house o altro». Di qui la richiesta bipartisan di convocare al più presto il presidente di Agsm, Michele Croce. Bonato ha poi polemicamente affermato che «l’Agsm deve ripagare all’Amia i costi delle operazioni effettuate in Albania».