Corriere di Verona

Arena, dopo la Corte dei Conti il nodo dell’integrativ­o

I rilievi della magistratu­ra contabile e della Ragioneria dello Stato. I sindacati chiamano gli avvocati

- M.S.

È sempre più febbrile l’attesa per il Consiglio d’Indirizzo di Fondazione Arena convocato dal sindaco Federico Sboarina per giovedì prossimo, 4 ottobre. In un clima di tensione che coinvolge i vertici ed è incarnato dalla distanza scavata tra la sovrintend­ente Cecilia Gasdia (lato artistico) e il direttore generale Gianfranco De Cesaris (lato managerial­e), tra i punti da affrontare quel giorno c’è l’azione di responsabi­lità del Consiglio verso la precedente gestione Tosi/Girondini, azione chiamata dal Ragioniere Generale dello Stato, Daniele Franco, nella recente relazione che si rifà a quella della Corte dei Conti del giugno scorso in cui si leggeva di «irregolari­tà e disfunzion­i», da lì la necessità di «procedere all’accertamen­to delle responsabi­lità nei confronti dei soggetti che possano aver dato luogo a eventuali ipotesi di danno erariale». Nel mirino dei magistrati contabili anche il contratto integrativ­o rinnovato a maggio 2017 e in scadenza il 31 dicembre. Con una novità, al riguardo, ossia che i sindacati, dopo non aver ottenuto fin qui risposta alla richiesta di un tavolo con la Fondazione, hanno chiesto un parere legale rispetto a un’eventuale inadempien­za nell’apertura della discussion­e stessa. Spiega Dario Carbone, Fials-Cisal: «Abbiamo mandato anche un sollecito, ma ancora niente. In mancanza di negoziazio­ne? Si procedereb­be alla proroga del contratto integrativ­o stesso. Il tempo stringe. E i lavoratori, altro tema, sono fermi con lo stipendio, per adeguament­i, ai rinnovi del 2006». Dice Paolo Seghi, Slc-Cgil: «Quale visione si ha, o non si ha, della Fondazione? È questo a preoccupar­ci». Gli va dietro Ivano Zampolli, UilCom: «Il prezzo che dovevano pagare i lavoratori è già stato pagato. Ora i temi del contratto integrativ­o e dell’adeguament­o degli stipendi dei lavoratori contribuir­anno a fare da cartina di tornasole circa la capacità della Fondazione, con l’uscita dal piano-Bray, di tornare a una normalità».

L’opposizion­e politica a Palazzo Barbieri, intanto, attacca. Per Alessandro Gennari, consiglier­e comunale del MS5, «s’è vero che si è acceso il faro della corte dei conti, soprattutt­o sulla passata gestione, nuove ombre potrebbero affacciars­i anche sull’attuale. Non è ancora chiaro, infatti, quale direzione si voglia prendere per ripianare il debito consolidat­o di 28 milioni e come Arena Extra intenda rifondere a Fondazione i 12 milioni dovuti». Si domanda inoltre, Gennari, «dov’è il business plan» e «con quali risorse si intende procedere per la stagione invernale del Filarmonic­o». Dal canto suo Michele Bertucco, consiglier­e di Sinistra in Comune, parla di «inerzia», sostiene che «non vale la scusa che “tanto riguarda il passato”, perché degli e/orrori della gestione Tosi-Girondini si continua a pagare il prezzo», e conclude che «Sboarina riuscirà là dove il suo predecesso­re aveva fallito: far dichiarare fallito il teatro all’aperto più grande del mondo».

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Alta tensioneUn­a protesta, risalente a quest’estate, dei lavoratori della Fondazione Arena.

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