«False mele biologiche dalla Romania» Dieci persone a giudizio
Nei frutti residui chimici e fitofarmaci. Coinvolto il Consorzio Ortofrutticolo Padano
Secondo la Procura dietro quelle oltre duemila tonnellate di frutta «biologica» si sarebbe in realtà celata «vera» frode alimentare di cui Verona sarebbe diventata crocevia. Dieci persone, finite sotto la lente del pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti al termine della sua inchiesta, ora dovranno risponderne davanti ai giudici.
Sarebbero state immesse nel circuito di vendita italiano come «autentiche mele da agricoltura biologica». Ma dietro quelle oltre duemila tonnellate di frutta «spacciata come priva di residui chimici» e finita sotto la lente di investigatori inquirenti, si sarebbe in realtà celata - secondo la procura scaligera - una «vera» frode alimentare di cui Verona sarebbe diventata crocevia.
Non solo: dieci persone, stando alla ricostruzione delineata dal pm Maria Beatrice Zanotti al termine della sua inchiesta, si sarebbero infatti associate, dando così vita a tutti gli effetti a un’organizzazione che si sarebbe resa responsabile di svariati illeciti. Una serie di reati di cui, sempre in base alle tesi accusatorie, a fare le «spese» (nel vero senso della parola... ) si sarebbe suo malgrado trovato il consumatore finale. Usare il condizionale, comunque,è in questo momento d’obbligo: ieri, davanti al gup Marzio Bruno Guidorizzi, l’udienza preliminare è sfociata nella decisione di rinviare tutti e dieci gli indagati a processo.
Sotto accusa, nello specifico, sono finiti Gabriele Tibaldo (coinvolto «quale contemporaneamente amministratore pro tempore della società romena Agroprod S. A., direttore del Consorzio Ortofrutticolo Padano e direttore della Cooperativa Ortofrutticola Padana, gestendo di fatto tutte le società»)e Fausto Bertaiola (già presidente di Confcooperative, viene chiamato in causa dalla procura come presidente del Consorzio Ortofrutticolo Padano,«concorrendo di fatto con l’operato di Tibaldo sia in Italia che in Romania»). A giudizio si ritrovano inoltre Giuliano Giovannini (amministratore di Agroprod S. A. fino al novembre 2014); Alberto Chinaglia (vice presidente del Consorzio Ortofrutticolo Padano e della Cooperativa Ortofrutticola Padana, «fornendo assistenza logistica in Romania a Giovannini e facendo transitare sui propri conti denaro proveniente dall’Italia e destinato ad Agroprod»); Andrea Tibaldo (responsabile dello stoccaggio della frutta a Badia Polesine del Consorzio Ortofrutticolo Padano, «operando sistematicamente miscugli di frutta e alterandone la tracciabilità»); Michele De Berti (consigliere del Consorzio Ortofrutticolo Padano, «stipulando falsi trasporti di merce»); Paolo Miotto (consigliere della Cooperativa Ortofrutticola Padana, «adoperandosi in Romania per alterare lo stato dei luoghi sui terreni di Agroprod dove le autorità romene avevano notificato l’ispezione, nonché conferendo con la complicità di Tibaldo G. pere “in nero” alla Cooperativa Ortofrutticola Padana»); Leonardo Sordo (responsabile amministrativo del Consorzio Ortofrutticolo Padano); Devis Liboni (tecnico del Consorzio, «adoperandosi personalmente per alterare le prove»); Stefano Mantoan (altro tecnico del Consorzio). Una presunta associazione a delinquere finalizzata a truffe e frodi in commercio che, per l’accusa, si sarebbe protratta dal 2010 al 2015: al processo che partirà a dicembre, si parlerà anche dei fitofarmaci e residui chimici che sarebbero stati trovati nelle «false mele bio».