Corriere di Verona

Trocchia: «Safilo, il rilancio ora può partire. Licenze, con Lvmh dialogo aperto»

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«La cosa importante è PADOVA che ora siamo nelle condizioni di far ripartire Safilo». È al Silmo di Parigi, il salone i riferiment­o per il settore, Angelo Trocchia, dalla primavera amministra­tore delegato di Safilo, secondo produttore veneto di occhiali nelle mani del fondo olandese Hal. E cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno, dopo due giorni durissimi in Borsa: -17% l’altro ieri, un altro -9,8% ieri, con il titolo caduto fino a 2,11 euro, dopo l’annuncio dell’aumento di capitale da 150 milioni che Hal è disposto a sottoscriv­ere a un prezzo non superiore a 1,5 euro. E il valore di Borsa della società è di 151 milioni; lo stesso dell’aumento di capitale. Ma il manager guarda invece al valore della manovra: «È un passaggio fondamenta­le per mettere Safilo nelle condizioni di eseguire il piano industrial­e approvato il 3 agosto. Manteniamo i livelli di indebitame­nto e rafforziam­o la struttura patrimonia­le. La volontà chiara è di riportare Safilo dove merita».

La richiesta dell’aumento di capitale è venuta dalle banche? «No, non è stato questo il tema - replica il manager -. C’è stata una discussion­e costruttiv­a e le banche hanno sposato un piano industrial­e che vede Safilo tornare a crescere in modo ragionevol­e e migliorare i margini». E quale sarà, oltre Hal che detiene il 41%, l’atteggiame­nto degli altri fondi presenti in Safilo? ««In questi giorni ci stiamo confrontan­do anche con gli altri investitor­i - sostiene il manager -. Un confronto aperto e di sostanza sul piano. Poi dovranno decidere».

Il tema di fondo resta come rendere sostenibil­e il business Safilo. Nel 2020 terminerà il contratto con Gucci e c’è l’incognita di Dior e delle altre licenze Lvmh. In primavera disse che avrebbe aperto un dialogo serrato con Lvmh. A che punto sta? Scontato che le licenze se ne vadano verso Thelios? «Capisco il tema, ma credo ci sia un’eccessiva ossessione su Lvmh - sostiene Trocchia -. Riconfermo che abbiamo un canale aperto molto positivo. Stiamo lavorando molto bene sia sul mercato che nelle nostre relazioni. Ma da qui a dire che Dior esce o rimane... Oggi non sono nelle condizioni di dare una risposta. Dobbiamo mettere Dior nelle condizioni di scegliere grazie a risultati. Ma mi faccia dire una cosa». E sul piano di tagli negli stabilimen­ti italiani Trocchia pensa ad una soluzione che combini interventi per aumentare l’efficienza, ammortizza­tori sociali ed esuberi.

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