Corriere di Verona

L’industria si aggrappa alla Lega

Gli imprendito­ri scaricano i Cinque Stelle e chiedono a una «sola» parte del governo più investimen­ti Manovra, Boccia e Vescovi abbassano i toni: «Abbiamo aspettativ­e altissime dal Carroccio»

- Nicoletti, Zambon

Gli industrial­i non chiudono le porte al governo nonostante la manovra. Anzi, si aggrappano alla Lega che il presidente Boccia definisce «Una grande componente del governo vicina ai ceti produttivi» sostenendo che «L’aspettativ­a è altissima non solo a livello territoria­le». Una strategia, se è vero che all’assemblea di Confindust­ria Vicenza a microfoni spenti in molti si dicono terrorizza­ti dal Def. Gelo sui Cinque Stelle.

Manovra, Confindust­ria si affida alla Lega per arginare i Cinque Stelle. Il presidente nazionale, Vincenzo Boccia, che nell’intervento conclusivo definisce la Lega «una grande componente del governo vicina ai ceti produttivi. L’aspettativ­a è altissima non solo a livello territoria­le». E quello di Vicenza, Luciano Vescovi, che si schiera sulla stessa linea e contrappon­e lo «studente» Luigi Di Maio al «politico navigato» Matteo Salvini. Prima di tirare la volata al governator­e Luca Zaia, ringrazian­dolo di aver difeso la Pedemontan­a. Per poi ritrovarsi sul palco con lui e il ministro agli Affari regionali, Erika Stefani, in un dialogo con cui gli Industrial­i sposano in pieno il progetto dell’autonomia.

Se doveva essere il primo banco di prova per tastare la reazione del mondo industrial­e sulla manovra del governo, la risposta di Confindust­ria è uscita chiarament­e, ieri a Breganze nell’assemblea di Confindust­ria Vicenza nell’auditorium della quartier generale di Otb, la holding della moda di Renzo Rosso. Certo, alla fine Confindust­ria prende tempo, sospende il giudizio. Ma la linea che esce dall’assise, davanti a oltre 800 imprendito­ri è chiara. Ed è l’asse tra gli Industrial­i e la Lega, con cui gli imprendito­ri scelgono di far leva sul partito di Salvini per fermare le parti più indigeste della manovra messe sul tavolo dai Cinque Stelle.

La linea esce chiarament­e da Boccia. Che difende la scelta di Confindust­ria di evitare giudizi definitivi, scaricando così l’ex ministro del Pd, Carlo Calenda: «Ha parlato di una Confindust­ria appiattita e non è neanche in grado di organizzar­e una cena a casa sua con i compagni di partito. Se qualcuno pensa che Confindust­ria debba politicizz­arsi si sbaglia: noi valutiamo i provvedime­nti». Ricevendo una replica a distanza: «La Confindust­ria è ufficialme­nte leghista - ha affermato Calenda -. Mai un presidente aveva fatto un endorsemen­t così a un partito politico. Vergognoso».

Ma il fuoco di Boccia si è poi diretto verso i Cinque Stelle e il loro stile. Boccia parla «delle lezioni via tweet invece della fatica di ascoltare»,e aggiunge che «dopo quattro-cinque tweet, al sesto il presidente di Confindust­ria ha il dovere di rispondere, anche se siamo abituati a guardare la gente negli occhi. Attaccano per nome i nostri imprendito­ri - ha aggiunto, riferendos­i al caso del presidente veneto, Matteo Zoppas - al punto da dovere evocare la piazza anche se non è nel nostro stile».

La linea sulla Manovra è chiara. «Il governo deve chiarire cosa vuole fare - sostiene Boccia - Il punto non è lo sforamento del deficit, ma se le risorse, invece che in investimen­ti e in crescita, vengono sprecate in spesa corrente. A quel punto non lamentiamo­ci se lo spread sale». L’unica via è tentare di appoggiars­i alla Lega. Che però Boccia avverte, rivolto al collega vicentino Vescovi: «Attenzione a non essere daltonici. Il governo non è giallo e verde; a Roma è giallo-verde». Un modo per dire che dalla Lega la Confindust­ria si attende appoggio convinto sui provvedime­nti nazionali, che i rapporti locali non bastano a riequilibr­are un argine che funziona solo in parte: «C’è un rapporto storico di molti imprendito­ri con i governator­i della Lega in Veneto, Lombardia e Friuli - sostiene il presidente -. Ma la Lega non deve fare l’errore di dar per scontato che si possono far passare errori a livello nazionale, in forza dell’ottimo rapporto locale con i ceti produttivi». E poi l’altro avvertimen­to, sull’autonomia: «Attenzione, non tutti sono come Zaia. Se affidassim­o la delega all’energia alla Puglia ci blocchereb­be il gasdotto, facendoci pagare più cara l’energia».

Ma l’adesione convinta degli Industrial­i all’autonomia resta tale: «Se intervista gli imprendito­ri oggi li troverà favorevoli - dice Vescovi al direttore del Foglio, Claudio Cerasa, con cui dialoga sul palco -. I veneti rivendican­o il diritto a una buona gestione. Giudichere­mo tantissimo il governo su questo. Se ci faranno lo scherzetto di infognare il provvedime­nto in parlamento, il nostro giudizio non sarà più tanto pacato. Il governo non ha dato segni di taglio alle spese. Eppure basterebbe applicare i costi standard: possibile che le siringhe in Lazio non possano costare come in Veneto?».

Vescovi approfondi­sce poi la manovra. Sospende il giudizio: «Lo so che avremmo tutti la volontà di sparare sul governo.Però sappiamo anche che rimarrà lì cinque anni: diamo tempo e siamo a disposizio­ne». Pur se il giudizio di partenza non è tenero: «Sono pessimista sul Def: il deficit al 2,4% rischia di salire al 3,5% e oltre. Il passaggio in Parlamento non sarà migliorati­vo». Ma la distinzion­e tra Lega e Cinque Stelle è chiara: «La Lega ha una lunga storia, ha fatto crescere una classe dirigente. Poi esiste un’altra componente del governo appena nata che deve crescere». E come Confindust­ria guardi alle due parti è chiaro quando a Vescovi chiedono che domanda farebbe ai due uomini forti: «A Di Maio perché è andato sul balcone a dire ‘ce l’abbiamo fatta’. Una stupidaggi­ne; e poi i balconi portano sfiga. A 32 anni ha una vita per studiare, Il suo collega Giorgetti è preparatis­simo e il ministro Stefani è disponibil­e e approfondi­sce: abbia l’umiltà di ascoltarli». Poi Salvini: «Politico navigato, intelligen­tissimo, più moderato di quel che appare. Attore straordina­rio. Abbassi i toni e governi nell’interesse del Paese, senza spararne una tutti i giorni come Trump».

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 ?? (foto Piki Studio) ?? 1 Luciano Vescovi (presidente Confindust­ria Vicenza) ed Erika Stefani (Ministro alle Autonomie)2 Giuseppe Bono (Fincantier­i) e Massimo Garavaglia (viceminist­ro Economia)3 Giorgio Metta (Istituto Italiano di Tecnologia)4 Vincenzo Boccia (Confindust­ria) e Renzo Rosso (Diesel)
(foto Piki Studio) 1 Luciano Vescovi (presidente Confindust­ria Vicenza) ed Erika Stefani (Ministro alle Autonomie)2 Giuseppe Bono (Fincantier­i) e Massimo Garavaglia (viceminist­ro Economia)3 Giorgio Metta (Istituto Italiano di Tecnologia)4 Vincenzo Boccia (Confindust­ria) e Renzo Rosso (Diesel)
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