Il Premio Masi celebra l’«importanza delle radici»
Cultura, impegno, solidarietà e valori dell’antico sapere contadino nel premio che la Fondazione presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti ha consegnato a Zenari, Greco, Camon, Nordio. «L’importanza delle radici»
Cultura, impegno, solidarietà e valori dell’antico sapere contadino nel premio che la Fondazione Masi ha consegnato al cardinale Zenari, Greco, Camon, Nordio. Tema di quest’anno è stata «L’importanza delle radici» (Nella foto il nunzio apostolico in Siria, il cardinale veronese Mario Zenari).
AVerona e il grande evento del Premio Masi. Christian Greco e la cultura che oltrepassa i muri: «Tra i progetti di cui sono fiero c’è quello svolto quest’anno in carcere, i detenuti hanno elaborato delle copie degli oggetti in esposizione al Museo Egizio di Torino e quelle copie poi le abbiamo usate per fare didattica in un ospedale pediatrico: è il museo che fa ponte». Ferdinando Camon e le illusioni del progresso: «Pensiamo che ogni nuova civiltà sia migliore, perfetta quindi non perfettibile, e definitiva, ignorando invece che tutto è mutamento». Carlo Nordio e la lotta alla corruzione: «Impossibile combatterla con le armi penali, il corruttore va disarmato e per farlo bisogna semplificare le leggi». Il cardinale Mario Zenari e le vittime innocenti delle guerre civili: «Vorrei portare alla ribalta quei milioni di “piccoli pesci” che la rete dei soccorsi umanitari non riesce ancora a catturare». Sono i quattro veneti scelti dal Premio Masi 2018, 37esima edizione. La Fondazione è presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti. Ieri la cerimonia, cioè la firma della storica botte di Amarone alle Cantine Masi di Sandro Boscaini in Valpolicella e l’assegnazione del premio nella cornice del Teatro Filarmonico a Verona. A Camon, padovano, scrittore e intellettuale, i a Greco, vicentino, direttore del Museo Egizio di Torino, a Nordio, magistrato trevigiano, il Premio Civiltà Veneta. Camon, perchè «ha saputo unire i valori dell’antica civiltà contadina veneta a quelli di una società aperta ma non acriticamente prona al progresso». Greco, perchè «impegnato nel sostenere e diffondere una visione nuova dei musei». Nordio, perchè «da sempre impegnato per un’Ita-
lia più equa». Il valore delle radici venete, allora? Per Nordio, «dal contadino come dall’imprenditore veneto s’imparava e s’impara il buon senso, che a me è servito per non divenire preda del grande potere di cui dispone un magistrato». Per Camon, «i valori dell’antica civiltà contadina veneta, dal lavoro al risparmio, erano incarnati dal loro ambiente, cioè quelle case, quelle fattorie, quelle famiglie: un habitat che oggi non c’è più». Per Greco, «le radici personali sono nell’apertura, ecco perché vedo i musei come un luogo per tutti e di tutti, dai bambini agli studiosi universitari ai cittadini arabi, vedi quell’iniziativa di promozione per attirarli nei musei che suscitò polemiche e invece a posteriori ha lasciato un bel messaggio». Nunzio apostolico in Siria dal 2008, al cardinale Mario Zenari, veronese, è andato invece il Premio Internazionale Grosso d’Oro Veneziano, «riservato a personalità che hanno generato quella comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, progresso civile e pace». Zenari: «Nelle mie esperienze nel mondo mi porto queste radici di profonda solidarietà, anche alla spicciola: quando sono qui e dico che sto per tornare in Siria le valigie mi si riempiono di oggetti, cose, segni tangibili di solidarietà da portare a quel popolo». Best Sommelier, al francese Gerard Basset a cui è andato il Premio Internazionale Civiltà del Vino: «Credo che il vino abbia grandi potenzialità nel raccontarsi. La gente non vuole troppi dettagli tecnici ma storie».