Ma a microfoni spenti tutti «terrorizzati» dal Def Marinese a viso aperto: «In galera gli evasori»
Pedrollo: manovra luci e ombre. Rosso: «M5s ha buona volontà ma poca esperienza»
Nell’atrio affollato di Otb, il brand di Renzo Rosso a Breganze,si muove un esercito di completi blu e grigi cui si mescola qualche macchia di colore: sono le imprenditrici in gonnella identificabili a vista per il look impeccabile e la grinta. È un sabato mattina diverso per gli imprenditori berici accorsi a centinaia all’assemblea annuale che, quest’anno, portava con sé la tensione acuta del day after. Parliamo, ovviamente, del Def che, fra la base imprenditoriale veneta è deflagrato seminando il panico. E, no, non stiamo drammatizzando. A microfoni spenti, più di un volto noto parla di «terrore» per la direzione presa dal governo legastellato in materia di economia e sviluppo. Di più, qualcuno ammette che l’insicurezza è tanta e tale da spingerlo a bloccare, ad esempio, la costruzione di una nuova azienda. Sono le 10 del mattino, entro l’ora di pranzo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, avrebbe dettato la linea votandosi al Carroccio come ultima speranza. La «base», nel frattempo, è in subbuglio.
Roberto Salviato di Sella laboratorio farmaceutico, trova la battuta fulminante: «Di Maio ha abolito la povertà, ci stiamo chiediamo se ora tenterà di abolire anche la ricchezza». Riso amaro cui fanno eco anche i big delle territoriali. La trevigiana Maria Cristina Piovesana dice: «Siamo ragionevolmente preoccupati. Possiamo essere d’accordo nel momento in cui si investe sul futuro non sull’assistenzialismo. E nel frattempo nessuno parla più di spending review». Il veneziano Vincenzo Marinese scandisce trattenendo lo sdegno: «Io ne faccio una questione prettamente matematica: abbiamo un Def che prevede uno sforamento del 2,4%, cresciamo quest’anno dell’1,2, l’anno prossimo forse dell’1. Significa che ogni anno dobbiamo colmare quel gap. Indebitare il paese significa aumentare i tassi di interesse, far levitare i mutui, le accise pagando di più il carburante. Perciò non è un problema degli industriali, è un problema degli italiani». Eppure ci sarà pur qualcosa nel Def in grado di placare le ire degli industriali. Per Marinese, invece, non si salva neppure la pace fiscale: «Un condono per chi ha evaso. Io invece credo che chi evade debba finire in galera. Se poi pensiamo a un meccanismo per dialogare col fisco in cui, in attesa di pagamenti da riscuotere, si pianifica una rateizzazione siamo d’accordo». Dal padrone di casa Renzo Rosso arriva un consiglio accorato al M5s: «Noi imprenditori sappiamo di cosa ha bisogno il Paese, non questi malati di politica. Ce la mettono tutta, ma nell’aria stellata si respira ancora poca maturità. Il mio consiglio a Boccia è di creare una squadra di esperti da mandare a Palazzo Chigi dai tre primi ministri» ha concluso scherzando Rosso.
Da un capannello di imprenditori all’altro, intanto, continua a rimbalzare l’accoppiata che fa paura: «assistenzialismo versus sostegno alle imprese». Luca Fabrello di Venetcom si occupa di realtà virtuale per le imprese e parla di «situazione estremamente delicata». Massimo Carboniero della Ucimu pensa che «L’aumento del deficit crei grossi problemi bancari. Siamo in attesa che i dettagli della manovra giustifichino questo grosso investimento del Governo».
Uno spiraglio di speranza arriva da Giulio Pedrollo, vicepresidente di Confindustria: «Gli
scenari internazionali sono a tinte fosca, penso al protezionismo di Usa e Cina. E i mercati internazionali hanno dato subito segnali di preoccupazione. Diciamo che se fossimo un’azienda saremmo in una situazione di grande preoccupazione. È un terno al lotto. Però in queste settimane stiamo lavorando a stretto contatto con il Governo e, ad esempio, salvare Industria 4.0 è una base di partenza molto positiva. Diciamo che ci sono luci ed ombre e l’ombra più lunga è quella dei costi del debito pubblico. Diciamo che non avrei rischiato così tanto in un momento di crescita».
Arrabbiata Lara Bisin, ramo chimico, con la Sepran: «È una manovra di grandi squilibri, azzoppa la voglia di fare impresa». E Giovannella Cabion, vice presidente di Volksbank aggiunge: «Il lavoro conferisce dignità, l’assistenzialismo crea debolezza. Il reddito di cittadinanza deprimerà anche chi lo percepirà».