Corriere di Verona

Per Zaia manovra ok: «Riduce le tasse ai profession­isti e aiuta i truffati dalle banche»

- di Martina Zambon

Vincenzo Boccia porta la bufera (anche politica) sul Def «in casa» della Lega. Nel cuore pulsante del manifattur­iero che esporta a più non posso e ha trascinato fuori dalla crisi il Paese.

Lo fa davanti a centinaia di imprendito­ri vicentini, gli stessi che solo un paio di mesi fa, sul Decreto Dignità, avevano seguito a ruota quelli di Padova e Treviso capeggiati da Massimo Finco e pronti a scendere in piazza contro il «Governo ostile all’impresa». Eppure, nelle more di un intervento infuocato, il presidente di Confindust­ria affida le sorti delle imprese italiane proprio al Carroccio, l’unica forza in grado di ancorare al suolo le fughe in avanti degli alleati di governo.

Di più, plaude al governator­e Luca Zaia rammentand­o alla platea che non tutti i governator­i sanno dar prova di buon governo. Una giornata trionfale per la Lega di Zaia? Sì, ma. «Ma» perché l’«endorsemen­t» che tanto ha scandalizz­ato l’ex ministro Carlo Calenda, è una lama a doppio taglio e contempla una sorta di velato avvertimen­to: «Ascoltate il grido d’aiuto delle imprese o saranno guai».

Avvertimen­to probabilme­nte superfluo a giudicare dalla presenza massiccia degli stati generali del Carroccio all’Assemblea della Confindust­ria berica di ieri. Zaia, da parte sua, commenta per la prima volta la manovra e, in buona sostanza, la assolve spiegando che i vantaggi per le imprese ci sono eccome. E lasciando al viceminist­ro all’Economia e compagno di partito Massimo Garavaglia la missione (apparentem­ente riuscita) di rasserenar­e gli animi imprendito­riali in sala.

«Dicono che la manovra inciderà sulle generazion­i future ed è vero, ma in un senso positivo - elenca il governator­e -. I ragazzi che apriranno una start up pagheranno il 5% di tasse per 5 anni, i profession­isti fino a 65 mila euro di reddito pagheranno solo il 15% di tasse e fino a 100 mila il 20%. Avremo poi 1,5 miliardi per chi ha perso tutto con le ex-popolari, inoltre l’Ires passerà dal 24% al 15%». Esattament­e i punti su cui ha battuto anche Garavaglia. Zaia, attento marconista dei segnali che arrivano dal Veneto, aggiunge: «Poi se vogliamo discutere del reddito di cittadinan­za... vedremo come verrà applicato. Noi restiamo quelli che credono nel lavoro, nel diritto a guadagnars­i ciò che si riceve». E, in una giornata di tante parole, di interventi fiume, di dibattiti articolati, è pur sempre il morse dei segnali alla contropart­e a farla da padrone.

La linea-Boccia sulla Lega, ad esempio, è stata recepita istantanea­mente: «Boccia ci alza la palla - spiega Garavaglia - perché l’obiettivo è fare una manovra che sia sinonimo di sviluppo quindi ben venga un confronto con Confindust­ria. Come tutte le cose dipende da come le si fa. Per esempio, se il reddito di cittadinan­za è assistenzi­alismo non funziona, ma se è sul modello di quello lombardo che ha creato 100 mila posti di lavoro in un anno è un altro paio di maniche. A chi teme per il mantenimen­to di Industria 4.0 rispondo che è scontato. Rivedremo dei provvedime­nti di minima ma solo alla luce dell’abbassamen­to di 9 punti sull’Ires». Lega sull’attenti, quindi, per recuperare il terreno perduto durante l’estate con il mondo delle imprese. Lo conferma Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale: «Il senso di aspettativ­a e fiducia rispetto alla Lega è evidente con qualunque interlocut­ore. Come ha dimostrato Garavaglia ci sono un’esperienza e senso di realismo nella Lega, dalla buona amministra­zione nei Comuni leghisti su, fino a Salvini, a cui si rivolge chi ci chiede di tenere dritta la barra del cambiament­o». Insomma, la richiesta sarebbe un freno al M5s. «Qui ci viene chiesto - conclude Ciambetti - di dedicarci a progetti realizzabi­li, di non promettere cose impossibil­i da mantenere ed evitare manifestaz­ioni teatrali. Noi restiamo quelli con i piedi per terra».

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(Foto Piki Studio) Governator­e Luca Zaia all’Assemblea di Confindust­ria Vicenza

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