Travolto e ucciso nella notte L’investitore scappa: arrestato
La tragedia in viale Galliano. Il conducente ventenne positivo all’alcoltest
L’impatto è stato devastante. Il pedone scaraventato a oltre venti metri di distanza, il parabrezza della sua auto in frantumi. Ma lui, E.L., studente-lavoratore di 20 anni di Lugo, ha proseguito per poche centinaia di metri prima di parcheggiare e mettere in piedi insieme all’amico che era con lui una sceneggiata, smascherata dalla polizia municipale che lo ha arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato. L’allarme è scattato alle 2.22 della scorsa notte in viale Galliano, all’altezza dell’incrocio con via San Marco. Rait Kruusement, manager estone di 50 anni con due figli arrivato a Verona per Marmomac, stava rientrando in albergo con un collega. Saranno i rilievi dei vigili a dover chiarire l’esatta dinamica dei fatti (è stato ascoltato anche un tassista che avrebbe assistito all’incidente). Ma secondo una prima ricostruzione, il manager membro del cda della Kivikoda marmi-graniti di Tallin, è stato falciato sulle strisce pedonali da un’utilitaria che arrivava dal centro e viaggiava verso il Saval. Gli operatori del 118 hanno tentato di salvare l’imprenditore, ma non c’è stato nulla da fare. Pochi minuti più tardi, alla centrale del Suem è arrivata la telefonata di un ragazzo che informava dell’incidente e chiedeva di inviare sul posto un’ambulanza. Ma l’operatore si è insospettito perché i mezzi erano già sul posto e ha segnalato l’utenza di quel cellulare agli agenti. Il sospetto si è fatto ancor più forte a distanza di qualche minuto quando lo stesso numero ha richiamato per chiedere informazioni sul pedone travolto. Grazie al sistema «Giano2», in un attimo si è arrivati a identificare il titolare di quel numero: si trattava di un ragazzo di 21 anni. Dalle immagini delle telecamere della zona, si era capito subito che l’auto non poteva essere andata molto lontano. E i dubbi sono diventate certezze quando, mentre erano impegnati a rilevare il sinistro, gli agenti si sono trovati di fronte un giovane che osservava la scena. Un vigile ha notato che teneva il giubbino chiuso fino al collo e che il bavero della camicia era sporco di sangue. Così gli ha chiesto di aprire la giacca e ha visto la camicia inzuppata di sangue. Identificato, è emerso che si trattava del ragazzo che aveva appena chiamato il 118. Messo alle strette, ha confessato di essere il passeggero dell’auto pirata. Il veicolo è stato trovato poco distante e in zona è stato rintracciato anche il conducente che era stato visto aggirarsi sul luogo del sinistro. Sottoposto ad alcoltest, è risultato positivo con un tasso di 1,38 e su disposizione del pm Maria Diletta Schiaffino è stato posto ai domiciliari in attesa della convalida. «Fermarsi in caso di incidente, anche senza feriti, è un obbligo - ricorda il comandante Luigi Altamura -. Nonostante l’inasprimento delle pene, i casi di pirateria stradale non sono diminuiti».