D’Anna al bivio: «Ci vuole veleno» Serie A, un Chievo in emergenza riceve il Torino e in caso di ko il tecnico rischia
L’hashtag è #veleno.
Ed è l’hashtag della conferenza di vigilia più elettrica degli ultimi anni, a Veronello. Elettrica e stringata, nel senso che Lorenzo D’Anna — uno che se potesse oggi si infilerebbe gli scarpini — striglia la squadra a beneficio di taccuini sintetizzando tutto in un fazzoletto di minuti.
«Ci vuole veleno. E questa squadra non ha ancora il veleno che voglio. Lo intravedo solo in parte: non da parte di tutti. Se vai di prestazioni ad alti e bassi, se rabbia e carattere li mostri solo a tratti, il veleno non lo acquisisci». Pausa, domanda sul match, risposta: «Conta poco parlare del Torino, della sua qualità, della sua concretezza. Conta che bisogna dare il 100% perché dare il 99,9 non serve a nulla. Vorrei che trovassero anche loro, i giocatori, il fuoco che ho dentro io. Nelle ultime tre gare della scorsa stagione avevano mostrato quanto valevano come uomini e calciatori, quest’anno s’è solo intravisto. La cosa più importante è che questo gruppo da domani (oggi per chi legge, ndr) tiri fuori l’orgoglio». Qui ChievoTorino, benvenuti a quello che anche D’Anna, dopo aver consegnato ai giornalisti parole così limpide e inequivocabili, disegna come un bivio: di qua o di là. Il Toro — che è di livello superiore, che ritrova Iago Falque e ha bisogno di un colpo in trasferta — è davvero l’appello della stagione. Perché al netto dell’incompletezza della rosa palesatasi in fascia sinistra e a centrocampo, qualcosa deve inventarsi D’Anna (si soffre troppo sugli esterni, ad esempio) e qualcosa, in termini di mentalità, deve inventarselo la squadra. Squadra che sa, in questo momento, come un passo falso, questo pomeriggio al Bentegodi, potrebbe portare il club a mettere in discussione la panchina. Squadra che, a questo settimo turno, ci scivola piena di grattacapi.
Il dente che più duole è la difesa, dato che Bani non recupera e Tomovic è out. Vuol dire: debutto in mezzo della coppia Rossettini-Barba, ai la- ti Cacciatore e Depaoli (o Jaroszynski), tutto obbligato e giusto due ricambi in panchina, di cui uno, Tanasijevic, a totale digiuno di A. Circa la retroguardia, D’Anna diceva ieri: «A Genova abbiamo preso due reti con sette uomini sotto la palla, la tattica non c’entra niente, ci vuole la voglia di non subire gol: voglia che c’è ma esce solo a sprazzi». Poi certo la difesa va protetta dal centrocampo, dove è lecito attendersi qualche cambio rispetto a Marassi, tipo Obi per Hetemaj. E davanti? Pare intoccabile Giaccherini, meno Birsa e Stepinski, molti si domandano se un Meggiorini non possa dare la scossa giusta. Intanto la scossa, in settimana, ha provato a darla D’Anna. D’Anna, che vuole il veleno: parte della palla, ora, passa ai giocatori.