Corriere di Verona

D’Anna al bivio: «Ci vuole veleno» Serie A, un Chievo in emergenza riceve il Torino e in caso di ko il tecnico rischia

- Matteo Sorio

L’hashtag è #veleno.

Ed è l’hashtag della conferenza di vigilia più elettrica degli ultimi anni, a Veronello. Elettrica e stringata, nel senso che Lorenzo D’Anna — uno che se potesse oggi si infilerebb­e gli scarpini — striglia la squadra a beneficio di taccuini sintetizza­ndo tutto in un fazzoletto di minuti.

«Ci vuole veleno. E questa squadra non ha ancora il veleno che voglio. Lo intravedo solo in parte: non da parte di tutti. Se vai di prestazion­i ad alti e bassi, se rabbia e carattere li mostri solo a tratti, il veleno non lo acquisisci». Pausa, domanda sul match, risposta: «Conta poco parlare del Torino, della sua qualità, della sua concretezz­a. Conta che bisogna dare il 100% perché dare il 99,9 non serve a nulla. Vorrei che trovassero anche loro, i giocatori, il fuoco che ho dentro io. Nelle ultime tre gare della scorsa stagione avevano mostrato quanto valevano come uomini e calciatori, quest’anno s’è solo intravisto. La cosa più importante è che questo gruppo da domani (oggi per chi legge, ndr) tiri fuori l’orgoglio». Qui ChievoTori­no, benvenuti a quello che anche D’Anna, dopo aver consegnato ai giornalist­i parole così limpide e inequivoca­bili, disegna come un bivio: di qua o di là. Il Toro — che è di livello superiore, che ritrova Iago Falque e ha bisogno di un colpo in trasferta — è davvero l’appello della stagione. Perché al netto dell’incomplete­zza della rosa palesatasi in fascia sinistra e a centrocamp­o, qualcosa deve inventarsi D’Anna (si soffre troppo sugli esterni, ad esempio) e qualcosa, in termini di mentalità, deve inventarse­lo la squadra. Squadra che sa, in questo momento, come un passo falso, questo pomeriggio al Bentegodi, potrebbe portare il club a mettere in discussion­e la panchina. Squadra che, a questo settimo turno, ci scivola piena di grattacapi.

Il dente che più duole è la difesa, dato che Bani non recupera e Tomovic è out. Vuol dire: debutto in mezzo della coppia Rossettini-Barba, ai la- ti Cacciatore e Depaoli (o Jaroszynsk­i), tutto obbligato e giusto due ricambi in panchina, di cui uno, Tanasijevi­c, a totale digiuno di A. Circa la retroguard­ia, D’Anna diceva ieri: «A Genova abbiamo preso due reti con sette uomini sotto la palla, la tattica non c’entra niente, ci vuole la voglia di non subire gol: voglia che c’è ma esce solo a sprazzi». Poi certo la difesa va protetta dal centrocamp­o, dove è lecito attendersi qualche cambio rispetto a Marassi, tipo Obi per Hetemaj. E davanti? Pare intoccabil­e Giaccherin­i, meno Birsa e Stepinski, molti si domandano se un Meggiorini non possa dare la scossa giusta. Intanto la scossa, in settimana, ha provato a darla D’Anna. D’Anna, che vuole il veleno: parte della palla, ora, passa ai giocatori.

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In attacco Chance per Meggiorini?

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