Corriere di Verona

Blocco anti-smog, nessuna multa

Partenza morbida. Legambient­e: va cambiata strategia. Segala: ciclabili, investiti 5 milioni

- Presazzi, Nicolussi Moro

Nel primo giorno di blocchi antismog i veronesi sembrano aver capito bene il funzioname­nto se è vero che, al termine della giornata, non risultava alcuna infrazione rilevata dalla polizia municipale. A non mancare, invece, sono state le polemiche. Dopo l’annuncio della raccolta firme contro l’ordinanza da parte di Flavio Tosi, l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala ha replicato: «Il blocco è stato deciso da quattro presidenti di Regione, a chi le recapitano?».

Nel primo giorno di blocchi antismog i più preoccupat­i, almeno a giudicare da quanto accade di fronte alla pattuglia della municipale impegnata all’inizio di Corso Porta Nuova, sono stati i pedoni che hanno fermato gli agenti in cerca di informazio­ni. «Mi scusi, ma con un’auto immatricol­ata nel 2002 posso circolare?», ha chiesto una signora. Il consiglio è quello di controllar­e attentamen­te il libretto e di ripassare per bene l’ordinanza sindacale pubblicata sul sito del Comune. Perché, da ieri mattina, si è iniziato a fare sul serio con lo stop ai veicoli «inquinanti» dalle 8,30 alle 18,30 dal lunedì al venerdì, senza più fascia oraria per la «pausa pranzo».

Nessuna task-force specializz­ata, i veronesi sembrano aver capito bene il funzioname­nto se è vero che, al termine della giornata, non risultava alcuna infrazione rilevata dalla polizia municipale. A non mancare, invece, sono state le polemiche. Dopo l’annuncio della raccolta firme contro l’ordinanza da parte dell’ex sindaco Flavio Tosi, l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala ha replicato: «Sarà interessan­te vedere a chi saranno recapitate le firme che, visto che il blocco è stato deciso da quattro presidenti di Regione (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sulla base dell’Accordo di Bacino, ndr)». Legambient­e, per bocca del vicepresid­ente Lorenzo Albi, chiede un piano frutto di analisi ragionate: «Mancano ciclabili, corsie preferenzi­ali e investimen­ti per il trasporto pubblico». La replica è dell’assessore Segala: «Abbiamo investito 5 milioni in ciclabili».

In generale, è stata una falsa partenza quello dell’«Accordo di bacino padano» siglato il 9 giugno 2017 a Bologna da Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto e ministero dell’Ambiente per cercare di migliorare la qualità dell’aria in un’area definita «la camera a gas d’Italia» dalla Nasa e abitata da 23 milioni di persone, il 40% della popolazion­e italiana. Le misure anti-smog previste dal Piano in vigore da ieri al 31 marzo 2019 (alt a tutti i veicoli fino all’Euro 3 diesel dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, con l’Emilia e la zona centrale di Milano che bloccano anche gli Euro 4, nel resto della Pianura Padana stoppati dal 2020; due domeniche ecologiche il 7 ottobre e il 4 novembre; divieti per stufe, camini, impianti a biomasse; limite dei 19 gradi per il riscaldame­nto domestico e negli edifici pubblici, con una tolleranza di 1-2 gradi) sono state adottate a macchia di leopardo.

Ogni Regione va per conto proprio: in Lombardia cambiano gli orari di applicazio­ne dell’accordo per i 209 Comuni di Fascia 1 e in quelli con popolazion­e superiore ai 30mila abitanti di fascia 2 (Varese, Lecco, Vigevano, Abbiategra­sso e San Giuliano Milanese), nei quali lo stop dura dodici ore, dalle 7.30 alle 19.30; in Piemonte il mancato accordo tra Comuni, città metropolit­ana e Regione su numero e tipo di deroghe da concedere ad artigiani e ambulanti ha fatto slittare il piano dappertutt­o tranne a Moncalieri almeno fino a giovedì, data dell’ennesimo vertice; in Emilia il protocollo è partito regolarmen­te (coinvolte 370mila auto) ma senza multe. E Bologna ha pure aggiunto sei domeniche ecologiche; in Veneto (interessat­i 1.11.364 mezzi su 3.104.735) si procede in ordine sparso, ma in nessuna delle sette province sono ancora state elevate le multe previste (164 euro, ridotti a 114,80 se pagati entro cinque giorni dall’emissione). A Padova il Comune ha stabilito una settimana di tolleranza, poiché non sono ancora pronti i cartelli stradali informativ­i; stesso motivo che ha costretto Vicenza a rimandare l’applicazio­ne del piano al 15 ottobre: da oggi è in vigore solo il diktat di spegnere il motore in caso di sosta superiore al minuto, previsto dall’ordinanza del sindaco Francesco Rucco; anche a Treviso, sempre per la storia della cartelloni­stica in ritardo, sarà una settimana di rodaggio, come spiega il sindaco Mario Conte: «Servirà ad abituare i cittadini alle nuove regole. L’intento non è multare ma fare un’opera di sensibiliz­zazione per una città più pulita e attenta all’ambiente»; a Venezia e Chioggia le misure antismog sono partite ieri ma senza multe, così come a Rovigo, Belluno. Va poi precisato che l’«Accordo di bacino padano» si rivolge ai Comuni con oltre 30mila abitanti, anche se in Veneto un centinaio sotto tale quota ha già dato l’adesione. «È poco, l’inquinamen­to non ha confini — osservano Luigi Lazzaro e Piero De Candia, rispettiva­mente presidente e direttore di Legambient­e Veneto —. La situazione è grave: l’Agenzia europea dell’Ambiente segnala 60mila vittime delle polveri sottili in Italia, la maggioranz­a delle quali in Pianura Padana».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy