Corriere di Verona

Fondazione Arena, ore decisive Giovedì il consiglio di indirizzo

Due comitati attaccano sul debito. La replica: risanament­o ok

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È fissata per giovedì mattina, a palazzo Barbieri, la riunione del Consiglio d’indirizzo della Fondazione lirica Arena di Verona che, quasi certamente, deciderà le sorti della Sovrintend­ente Cecilia Gasdia e della governance dell’ente.

Tutto era esploso dopo la lettera, diventata pubblica, con cui i tre dirigenti areniani avevano denunciato l’atteggiame­nto della sovrintend­ente nei loro confronti, sancendo nella sostanza la rottura di un reciproco patto di fiducia. Dopo settimane di polemiche roventi, la Fondazione si trova ora ad un bivio sicurament­e assai critico. Ma la lotta di potere interna è solo uno dei fronti aperti nella fondazione. Dei dieci milioni previsti dalla legge Bray, ne è arrivato solo uno. I rapporti col sindacato sono tesi, i debiti coi fornitori non si riducono e la richiesta di un nuovo piano industrial­e, la sua redazione sarebbe pagata dalla Camera di Commercio, è al momento congelata. E in una fase così delicata, i vertici sono impegnati in una feroce polemica al loro interno, nonostante i reiterati appelli del sindaco a fare squadra mettendo da parte dissensi e divisioni. Su questi temi sono scesi ieri in campo i comitati Opera Nostra e Pro Fondazione Arena, affiancato dal sindacato Fials, che ha lanciato pesanti accuse a De Cesaris, ha difeso la sovrintend­ente Gasdia ma ha anche accusato Palazzo Barbieri di non rispettare le norme sui contributi municipali, in particolar­e per quanto riguarda i concerti extra lirica che tanto successo hanno avuto nel mese di settembre, da Bocelli a Baglioni e ad altri. A nome dei due Comitati Sergio Noto, in una conferenza stampa, ha chiesto il licenziame­nto dei dirigenti De Cesaris, Tartarotti e Delaini «per aver reso pubblico» il loro dissenso dalla Sovrintend­ente con una lettera. I Comitati e la Fials hanno indicato come basilare la questione del cosiddetto stralcio del debito. Secondo i Comitati e la Fials, proprio a causa della mancanza di questo accordo coi creditori (detta in sintesi: pagando loro subito una parte di quanto dovuto, in cambio di uno sconto sul totale) il Ministero non può erogare i 9 milioni mancanti di contributo previsti dalla legge Bray.

La situazione è probabilme­nte un po’ più complessa. La legge prevede, effettivam­ente, che i soldi vengano erogati una volta sottoscrit­ti gli accordi coi creditori; ma, per la Fondazione, è difficile sottoscriv­ere accordi senza la disponibil­ità dei soldi. Su questo specifico tema, in ogni caso, dalla Fondazione si è però replicato in serata che «le misure richieste dal piano di risanament­o della Fondazione Arena si concludera­nno il 31 dicembre di quest’anno, e stanno andando avanti come previsto con il raggiungim­ento degli obiettivi complessiv­i, dato che numerosi risultati sono stati già ampiamente raggiunti». Quanto all’arrivo dei 9 milioni, Fondazione precisa che «l’erogazione dei fondi previsti dalla legge Bray segue tempistich­e che dipendono dalle procedure ministeria­li».

Decisioni attese Grande incertezza sul futuro della sovrintend­ente Cecilia Gasdia

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