Corriere di Verona

Crediti difficili, Gas chiude l’intesa Trend prepara il piano industrial­e

Sì al rilancio della spa della moda, trattative al via per il gruppo dei mosaici

- Federico Nicoletti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gas jeans chiude l’accordo sul debito, Trend studia il piano industrial­e. Nella complicata partita dei crediti «difficili» delle aziende venete apertasi dopo la liquidazio­ne, un anno e mezzo fa, di Popolare Vicenza e Veneto Banca, un focus interessan­te si può aprire sulla situazione di due aziende vicentine dai marchi ben noti, come Gas Jeans e Trend.

Esempi rilevanti, per tenere d’occhio la situazione delle aziende in temporanea difficoltà, ma ancora salvabili. Perché incrociano sia la gestione di Sga, la società del Tesoro che ha ereditato la gestione di 18 miliardi di crediti in sofferenza e deteriorat­i delle due venete, sia la realtà di soluzioni finanziari­e innovative come i fondi di Dea Capital, la società d’investimen­to del gruppo De Agostini, con 11 miliardi di euro di patrimonio in gestione, arrivata anche a Nordest con i propri fondi d’investimen­to che hanno messo in portafogli­o aziende in cerca di rilancio, attraverso l’acquisizio­ne dei crediti deteriorat­i da un pool di otto banche (tra cui Unicredit, Intesa, Banco Bpm e Bnl). E che operano secondo due formule già viste anche a Nordest, lungo un piano industrial­e e soluzioni concordate con le altre banche e le proprietà: o l’acquisizio­ne del controllo dell’azienda e del piano di rilancio, che avviene con l’iniezione di nuovi finanziame­nti per rimettere in moto l’impresa, com’è avvenuto di recente con il gruppo friulano delle cucine Snaidero; o il mantenimen­to del ruolo di creditori a sostegno del rilancio, com’era stato per la Tecnica di Montebellu­na, dove Dea aveva chiuso la sua posizione a novembre 2017, dopo che la famiglia Zanatta aveva trovato nell’Italmobili­are dei Pesenti, che aveva acquisito il 40%, il partner per il rilancio.

Da un lato dunque Grotto spa, l’azienda della moda di Chiuppano, nota per il marchio Gas Jeans. Vive da tempo uno stato di tensione finanziari­a, dopo che la crisi del 2008 era piombata nel bel mezzo di investimen­ti rilevanti per espandere l’azienda all’estero. L’ultimo bilancio depositato, quello 2015, parlava per Grotto spa di un valore della produzione di 73 milioni, rispetto agli 80 dell’anno prima, con una perdita di 3,6 milioni e un indebitame­nto finanziari­o netto di 60 milioni, di cui 41 relativi ai finanziame­nti con un pool di banche sottoscrit­to nel 2012. Il risultato negativo del bilancio aveva comportato il mancato rispetto dei parametri finanziari concordati e l’apertura di una nuova trattativa, assistita da Mediobanca, per ristruttur­are il debito, lungo il piano industrial­e 2016-’19. Nel frattempo la liquidazio­ne delle banche venete, con il passaggio ai crediti alla Sga, e l’acquisizio­ne della maggioranz­a dei crediti a medio e lungo termine, ceduti dalle altre banche, da parte di Dea Capital. Rilevante dunque, in una partita durata due anni, la chiusura, un paio di settimane fa, dell’accordo di ristruttur­azione del debito su una posizione finanziari­a netta che si aggira sui 50 milioni. Comporta la trasformaz­ione di parte dei crediti in strumenti partecipat­ivi e l’iniezione di 4 milioni di euro di nuova finanza, parte dei quali in arrivo dalla famiglia Grotto, che così manterrà il controllo della società. Ora si attende la ratifica dell’intesa.

Più indietro invece la situazione di Trend, il gruppo vicentino che produce tessere di mosaico in vetro fondato da Pino Bisazza nel 2000, dopo la separazion­e dal fratello Pietro. Qui il tavolo di discussion­e tra creditori e azienda, intorno a una posizione finanziari­a netta che si aggira sui 20 milioni (l’indebitame­nto finanziari­o netto è segnalato a 46 milioni dal bilancio 2017), sta partendo, in un clima molto positivo, a sentire le indiscrezi­oni. Anche qui al tavolo Sga si trova seduta al fianco di Dea (che ha acquistato crediti per 20 milioni da tre banche tra cui quelli ereditati da Banca Ifis con l’acquisizio­ne di Interbanca) e ad altri istituti con posizioni minori. Si entrerà nel vivo dopo la presentazi­one del nuovo piano industrial­e da parte di Trend, atteso entro fine anno. La trattativa segue a tre anni di distanza l’accordo di ristruttur­azione del dicembre 2015, i cui parametri concordati con le banche erano saltati di fronte a perdite sul bilancio consolidat­o per 6,4 milioni di euro nel 2016, a fronte di ricavi per 52, e per 7,7 milioni lo scorso anno, con ricavi scesi a 41,8 milioni.

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