Crediti difficili, Gas chiude l’intesa Trend prepara il piano industriale
Sì al rilancio della spa della moda, trattative al via per il gruppo dei mosaici
Gas jeans chiude l’accordo sul debito, Trend studia il piano industriale. Nella complicata partita dei crediti «difficili» delle aziende venete apertasi dopo la liquidazione, un anno e mezzo fa, di Popolare Vicenza e Veneto Banca, un focus interessante si può aprire sulla situazione di due aziende vicentine dai marchi ben noti, come Gas Jeans e Trend.
Esempi rilevanti, per tenere d’occhio la situazione delle aziende in temporanea difficoltà, ma ancora salvabili. Perché incrociano sia la gestione di Sga, la società del Tesoro che ha ereditato la gestione di 18 miliardi di crediti in sofferenza e deteriorati delle due venete, sia la realtà di soluzioni finanziarie innovative come i fondi di Dea Capital, la società d’investimento del gruppo De Agostini, con 11 miliardi di euro di patrimonio in gestione, arrivata anche a Nordest con i propri fondi d’investimento che hanno messo in portafoglio aziende in cerca di rilancio, attraverso l’acquisizione dei crediti deteriorati da un pool di otto banche (tra cui Unicredit, Intesa, Banco Bpm e Bnl). E che operano secondo due formule già viste anche a Nordest, lungo un piano industriale e soluzioni concordate con le altre banche e le proprietà: o l’acquisizione del controllo dell’azienda e del piano di rilancio, che avviene con l’iniezione di nuovi finanziamenti per rimettere in moto l’impresa, com’è avvenuto di recente con il gruppo friulano delle cucine Snaidero; o il mantenimento del ruolo di creditori a sostegno del rilancio, com’era stato per la Tecnica di Montebelluna, dove Dea aveva chiuso la sua posizione a novembre 2017, dopo che la famiglia Zanatta aveva trovato nell’Italmobiliare dei Pesenti, che aveva acquisito il 40%, il partner per il rilancio.
Da un lato dunque Grotto spa, l’azienda della moda di Chiuppano, nota per il marchio Gas Jeans. Vive da tempo uno stato di tensione finanziaria, dopo che la crisi del 2008 era piombata nel bel mezzo di investimenti rilevanti per espandere l’azienda all’estero. L’ultimo bilancio depositato, quello 2015, parlava per Grotto spa di un valore della produzione di 73 milioni, rispetto agli 80 dell’anno prima, con una perdita di 3,6 milioni e un indebitamento finanziario netto di 60 milioni, di cui 41 relativi ai finanziamenti con un pool di banche sottoscritto nel 2012. Il risultato negativo del bilancio aveva comportato il mancato rispetto dei parametri finanziari concordati e l’apertura di una nuova trattativa, assistita da Mediobanca, per ristrutturare il debito, lungo il piano industriale 2016-’19. Nel frattempo la liquidazione delle banche venete, con il passaggio ai crediti alla Sga, e l’acquisizione della maggioranza dei crediti a medio e lungo termine, ceduti dalle altre banche, da parte di Dea Capital. Rilevante dunque, in una partita durata due anni, la chiusura, un paio di settimane fa, dell’accordo di ristrutturazione del debito su una posizione finanziaria netta che si aggira sui 50 milioni. Comporta la trasformazione di parte dei crediti in strumenti partecipativi e l’iniezione di 4 milioni di euro di nuova finanza, parte dei quali in arrivo dalla famiglia Grotto, che così manterrà il controllo della società. Ora si attende la ratifica dell’intesa.
Più indietro invece la situazione di Trend, il gruppo vicentino che produce tessere di mosaico in vetro fondato da Pino Bisazza nel 2000, dopo la separazione dal fratello Pietro. Qui il tavolo di discussione tra creditori e azienda, intorno a una posizione finanziaria netta che si aggira sui 20 milioni (l’indebitamento finanziario netto è segnalato a 46 milioni dal bilancio 2017), sta partendo, in un clima molto positivo, a sentire le indiscrezioni. Anche qui al tavolo Sga si trova seduta al fianco di Dea (che ha acquistato crediti per 20 milioni da tre banche tra cui quelli ereditati da Banca Ifis con l’acquisizione di Interbanca) e ad altri istituti con posizioni minori. Si entrerà nel vivo dopo la presentazione del nuovo piano industriale da parte di Trend, atteso entro fine anno. La trattativa segue a tre anni di distanza l’accordo di ristrutturazione del dicembre 2015, i cui parametri concordati con le banche erano saltati di fronte a perdite sul bilancio consolidato per 6,4 milioni di euro nel 2016, a fronte di ricavi per 52, e per 7,7 milioni lo scorso anno, con ricavi scesi a 41,8 milioni.