Setti: «Hellas, i miei progetti a lungo termine»
I magistrati: «Mai suggerita la vendita a Villafranca». La replica: nei fatti fu così
Nel giorno in cui viene inaugurato l’Antistadio, il presidente Maurizio Setti parla dei suoi «progetti a lungo termine» per l’Hellas, tra sede e nuovo centro sportivo. «Il calcio di Grosso? Mi piace».
Si apre un nuovo capitolo nell’intricata storia dell’ingresso di Save nella Catullo spa, la società che gestisce l’aeroporto veronese.
La novità è una dura tirata d’orecchie da parte della Corte dei Conti al Comune di Villafranca, che cedendo alla società veneziana le sue quote, diede il via all’ingresso dei privati nella spa aeroportuale.
L’Anac, l’Authority Anti Corruzione guidata da Raffaele Cantone, aveva giudicato quella cessione «non conforme alle previsioni dei codici dei contratti e del diritto comunitario», perché avvenuta con trattativa privata e non con gara pubblica. Il Comune, che era allora guidato dal sindaco Mario Faccioli, aveva risposto (in marzo) di aver ceduto le sue quote proprio obbedendo alle richieste della Corte dei Conti. Ma la stessa Corte, con una delibera del 12 aprile resa pubblica solo nei giorni scorsi, sottolinea «la assoluta non veridicità delle dichiarazioni del Comune relative alla cessione…».
Secondo la stessa delibera, «il Comune di Villafranca ha erroneamente inteso le delibere di questa Corte, tramite le quali non è stata affatto suggerita la cessione della Catullo spa (e tantomeno a trattativa privata diretta), ma al contrario è stata sollecitata una idonea e sana gestione delle partecipate. In ogni caso - conclude la delibera - questa Corte mai si è espressa (e non avrebbe potuto farlo) in merito alle modalità con le quali l’ente locale è tenuto a dismettere le proprie quote, e la scelta di cessione a trattativa diretta non è stata in alcun modo né vagliata, né autorizzata». Una dichiarazione pesante, anche perché accompagnata della trasmissione del testo all’Anac ed alla Procura della Repubblica.
Faccioli, sindaco di Villafranca al tempo della cessione, risponde peraltro con decisione. «È vero – spiega Faccioli – che la Corte dei Conti non ci disse ‘come’ vendere quelle azioni, ma è altrettanto vero che la stessa Corte ci disse ripetutamente, per due anni consecutivi, che dovevamo assolutamente liberarci di quelle azioni, perché il Catullo aveva un debito che rischiava di travolgerci. Noi obbedimmo, vendendo le nostre quote, che erano del 2 per cento. Dopo di che mi pare chiaro – aggiunge l’ex sindaco - che le scelte che portarono alla trattativa diretta con Save furono fatte dalla SpA, e non dipesero certo da noi, che in quella SpA rappresentavamo solo il due per cento: e che nessuno venga a dire, per favore, che la crescita di Save dal 2 al 40 per cento è da addebitare al Comune di Villafranca…». Dopo l’acquisizione delle quote, infatti, Save salì al 40 per cento grazie ad un aumento di capitale dedicato e, in base ai patti parasociali, esprime l’amministratore delegato della società.
Per Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) con la delibera della Corte dei Conti «viene sbugiardata la linea di difesa finora sostenuta da Faccioli». In più, per Bertucco, «questo è probabilmente l’inizio della fine per la farsa che il centrodestra veronese tira avanti da troppo tempo: prima sperperando le risorse dei veronesi investite al Catullo, poi svendendo lo scalo ai primi arrivati in cambio della pace giudiziaria e di investimenti inesistenti, mentre è significativo il ritardo con cui è partita l’azione di responsabilità verso l’ex presidente Bortolazzi. Altrettanto significativo – conclude Bertucco - è che Mario Faccioli, sia stato promosso presidente di Agsm Energia, lui che piagnucolava sostenendo che chi aveva salvato il Catullo ora è indagato...»
I Cinquestelle intanto, con la parlamentare Francesca Businarolo, annunciano un intervento imminente del governo, spiegando che dopo la delibera della Corte «il castello di carte sta crollando e presto anche il Ministero dirà la sua, in quanto – spiega Businarolo - ho personalmente interessato il ministro Toninelli durante la riunione tra parlamentari e consiglieri regionali veneti che si è svolta al Ministero giovedì sera». Lillo Aldegheri