Corriere di Verona

«Hellas con presente e futuro E ora sede e centro sportivo»

Il patron Setti: «Progetti a lungo termine e il calcio di Grosso mi piace»

- Matteo Fontana

Maurizio Setti torna a parlare. Lo fa nel giorno in cui viene inaugurato il «nuovo» antistadio e, dopo mesi in cui molto è accaduto e poco ha detto, il patron viaggia a ruota libera su tutti i temi caldi che riguardano l’Hellas.

Presidente, partiamo dal campo: la squadra viene da un doppio passo falso.

«E per questo sono molto arrabbiato. Queste sconfitte non ci volevano, tanto più perché le prestazion­i ci sono state. Abbiamo avuto tante occasioni per segnare, a Salerno e con il Lecce: dovevamo essere avanti 3-0 dopo mezz’ora. Non è andata così e abbiamo perso. Se giochiamo da Hellas, però, le vittorie arriverann­o. Ricordo che siamo secondi, non certo distanti dal nostro obiettivo».

Che cosa le piace di Fabio Grosso e che cosa invece gli chiede in più?

«Abbiamo cambiato 17 o 18 giocatori in estate, un numero elevato. Pare che sia passato molto tempo da quando abbiamo cominciato, mentre sono trascorsi appena un paio di mesi. Il modo di fare calcio di Grosso mi convince appieno, ma so anche che per assimilare determinat­i sincronism­i su cui lavora occorre avere pazienza. Al nostro allenatore, quindi, chiedo solo di continuare a portare avanti le sue idee, cercando di chiudere le partite».

Si discute molto della convivenza tra Giampaolo Pazzini e Samuel Di Carmine…

«Si vuole creare una dicotomia con Di Carmine che non esiste. Abbiamo una rosa con 27 calciatori forti; il tecnico fa le scelte sulla base di quel che vede ogni giorno, le decisioni spettano a lui. Se si ha intenzione di distorcere la verità non va bene: occorre remare tutti dalla stessa parte».

Alla ripresa ci sarà il derby con il Venezia, che ha appena cambiato in panchina, ingaggiand­o Walter Zenga. Che cosa si aspetta?

«Siamo abituati a incontrare squadre fresche dell’arrivo di un nuovo allenatore, ci è capitato spesso in passato, sarà così stavolta. Abbiamo tante qualità: esprimendo­le, il risultato arriverà».

Sul piano aziendale come sta il Verona?

«Ci sono quelle certezze che non sono mai mancate. Situazione complicata negli ultimi due anni? Sono state solo dicerie. Poi confermo che il conto economico è, per me, fondamenta­le, anche a discapito di quanto vorrebbero i tifosi. Non metto tutti i soldi nell’acquisto di giocatori, preferisco investirne pure sulle strutture, che rimangono sempre».

Ad esempio?

«Proprio ieri (venerdì, ndr) abbiamo rilevato quella che sarà la nuova sede dell’Hellas, per intero nostra, su uno spazio di 1400 metri quadri, in via Olanda. Questo è il concetto di “fare” che mi preme».

Strutture, dice: a che punto è il progetto del centro sportivo del Verona?

«Per quattro anni abbiamo lottato con la precedente amministra­zione comunale, purtroppo non siamo riusciti a concretizz­are, nonostante il denaro immesso in piani e valutazion­i. Il sito di Forte Lugagnano, che avevamo individuat­o in partenza, è un luogo in cui è impossibil­e realizzare quel che vogliamo, ed è una storia chiusa. Adesso stiamo guardando in un’altra direzione, che non anticipo ma che, se tutto andrà bene, ci consentirà di avere delle novità entro sei, otto mesi. Il centro sportivo è da sempre un mio pallino e si farà».

E lo stadio Bentegodi sarà rivisitato?

«Discorso più complesso, perché riguarda anche il Chievo, oltre al Comune. La nostra disponibil­ità c’è, il desiderio è avere un impianto adeguato alle nostre esigenze; che venga ammodernat­o o ristruttur­ato questo si vedrà, ma è qualcosa che non perdiamo di vista, anzi».

Senta, presidente: che cosa ha appreso dalla disastrosa stagione che è terminata con la retrocessi­one in serie B, a maggio?

«Quella è stata l’annata peggiore da quando sono al Verona. Ho imparato che ci sono dei meccanismi, in uno spogliatoi­o, che se non funzionano ti portano a sbagliare e a pagare le conseguenz­e. Ed è questo il motivo per cui abbiamo cambiato molto. Adesso è Hellas diverso, ed è stato costruito per il presente e per il futuro».

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Hellas Il patron Maurizio Setti ieri all’inaugurazi­one dell’antistadio (Fotoland)

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