Corriere di Verona

De Buris, Tommasi lancia l’Amarone che guarda al futuro

- Antonino Padovese

Tre chef stellati e un «chocolate designer» hanno tenuto a battesimo «De Buris», il nuovo nato della cantina Tommasi di Verona. De Buris non è solamente un Amarone Classico Riserva ma è un progetto che prende il nome dalla più antica villa veneta della Valpolicel­la, con una base romana e successivi interventi di epoca medievale e rinascimen­tale. La dimora a San Pietro in Cariano di proprietà della famiglia veronese è al centro di un progetto che nascerà fra quattro anni, quando sarà completato il restauro: sarà un luogo di accoglienz­a di lusso e la sede di una fondazione che nascerà nel 2019, a tutela dei tesori della terra e dell’arte. Nelle cantine di questa dimora per cinque anni è rimasto in affinament­o l’Amarone De Buris, di cui è stata presentata la vendemmia 2008, che ha già ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso e altri premi assegnati dai critici che l’hanno degustato in anteprima. La quarta generazion­e della famiglia Tommasi ha presentato la nuova creazione in un evento che si è tenuto nel giardino di Villa De Buris, in una cena evento dove l’Amarone è stato il protagonis­ta a tutto pasto e in cui le ricette sono state firmate da Moreno Cedroni, Pino Cuttaia, Giancarlo Perbellini e Davide Comaschi. Pensato per l’alta ristorazio­ne, dell’Amarone De Buris sono state prodotte poco meno di ottomila bottiglie: 260 euro in cantina, 145 (più Iva) per gli operatori.

 ??  ?? A destra, la quarta generazion­e della famiglia Tommasi (viticoltor­i dal 1902) che brinda con l’Amarone Classico Riserva 2008 De Buris, nome della più antica villa della Valpolicel­la
A destra, la quarta generazion­e della famiglia Tommasi (viticoltor­i dal 1902) che brinda con l’Amarone Classico Riserva 2008 De Buris, nome della più antica villa della Valpolicel­la

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